Roger Waters

live report

Roger Waters Assago Milanofiori / Forum

17/04/2018 di Laura Bianchi

Concerto del 17/04/2018

#Roger Waters#Rock Internazionale#Rock

Una donna è seduta su una spiaggia selvaggia e deserta. Guarda l'oceano lontano, mentre il vento agita gli arbusti. Il suo soffio raggiunge il pubblico del Forum di Assago, in attesa dell'inizio della prima data italiana di Us+Them, il tour che vede il ritorno live di Roger Waters, bassista e anima visionaria dei Pink Floyd.

La stessa donna ricompare alla fine, quando Waters e tutta la band ricevono gli applausi di un Forum tutto in piedi, ebbro di emozioni e grande musica, splendidamente suonata e ottimamente percepita (acustica perfetta, con effetti surround coinvolgenti). Una donna fragile e forte, forse una migrante o una profuga, certo una resistente, come si intuisce da un'altra sua apparizione, all'interno di un video; e sul concetto di fragilità resistente è imperniato tutto lo spettacolo, che, sebbene concettualmente più disarticolato rispetto alle precedenti prove di Waters, e meno compatto nell'esposizione, raggiunge vette di efficacia visiva e sonora totali.

Del resto, l'artista inglese ha 75 anni, sessanta dei quali trascorsi a fare musica, sperimentare e costruire sempre nuove forme di comunicazione, spostando ogni volta più in là l'asticella della loro efficacia; del tutto accettabile, quindi, che in questo spettacolo (ché di spettacolo si tratta, e non di semplice concerto), alcune idee siano già state utilizzate. Ma, data l'altissima qualità del risultato complessivo, questo aspetto passa in secondo piano, anche grazie a una band che evita il più possibile l'effetto citazionistico che potrebbe comportare una serie di cover nostalgiche, per infondere nuova linfa a brani ormai classici. Ci riescono le due coriste, anche percussioniste, Jess Wolfe e Holly Laessig delle Lucius, che illuminano di una luce soffusa il viaggio astrale di The great gig in the sky; oppure il sax di Ian Ritchie, indimenticabile in Us and Them; la voce dal timbro personale di Jonathan Wilson, impegnato nel confronto con quella di Gilmour; o ancora la chitarra di Dave Kilminster, che possiede tutta la complessità della trionfale Comfortably numb, mentre Waters si concede un tour de propriété, scendendo fino in transenna a stringere mani e ringraziare.

Se il secondo atto dello spettacolo appare più energico e incisivo, non è solo grazie alle ciminiere di Battersea e a un maiale della Piggy Bank of War, che invadono lo spazio, mentre Waters si lancia in un'invettiva esplicita contro Trump, della cui ottusa prepotenza vengono proiettate le frasi più assurdamente esemplificative; il fatto è che, in questa fase, diviene chiaro il senso del discorso complessivo: una riflessione, amara, disincantata, ma rabbiosa, energica e mai doma, sulla contemporaneità. Quest'opera d'arte totale, alla Wagner, è una riprova della classicità di molte composizioni di Waters, che non perdono efficacia profetica, né mordente artistico, nemmeno dopo decenni, ma, anzi, si colorano di sfumature nuove e sempre attuali, come in Money, o nella già citata Us and Them, completamente trasformata, attraverso immagini toccanti, in una dialettica fra un noi occidentale, capitalistico ed egocentrico, e un loro dolente, vittima di guerre fra potenti.

Il resto, le sorprese, i colpi di scena, gli effetti teatrali e visuali, i laser, i fumi, le proiezioni, fanno da cornice ad un quadro denso di significato, di per sé valido, a cui la voce e la fisicità di Waters danno ulteriore risalto. E, se il drone sorvola una terra sofferente, quasi in disfacimento, riportandocene le strazianti immagini, sul palco, durante Another brick in the wall, irrompono ragazzi che si liberano delle loro uniformi, per gridare il loro bisogno di libertà e mostrare sulle loro magliette la scritta RESIST! , la stessa presente sulle migliaia di bigliettini lanciati dall'alto, alla fine del concerto, a salutare il pubblico con un invito esplicito.

Fermarsi in riva all'oceano, a chiedersi se e come si vuole resistere, per trovare il senso dell'esistere, è impresa ardua. Ma siamo tutti al centro di un prisma sfaccettato, che può cambiare solo se anche noi, come invita a fare Waters alla fine, miglioriamo questo fragile pianeta per il bene di tutti, portando anche altrove l'amore percepito questa sera.

Il grande vecchio del rock ha ragione, anche stavolta.

  (FOTO DI GIOVANNA MENTASTI)

SETLIST

PRIMA PARTE
Speak to Me / Breathe
One of These Days
Time / Breathe (Reprise)
The Great Gig in the Sky
Welcome to the Machine
Déjà Vu
The Last Refugee
Picture That
Wish You Were Here
The Happiest Days of Our Lives
Another Brick in the Wall, Part 2 / Another Brick in the Wall, Part 3

SECONDA PARTE

Dogs
Pigs (Three Different Ones)
Money
Us and Them
Smell the Roses
Brain Damage
Eclipse

Mother
Comfortably Numb