![Blackberry Smoke](/foto/musica/live/2011/small/960-blackberry-smoke-20230309144232.jpg)
live report
Blackberry Smoke Milano / Alcatraz
Concerto del 07/03/2023
E stasera la Georgia si sente forte e chiaro, con il suo affascinante e immancabile corollario di odori acri, sapori forti e speziati. Il treno dei Blackberry Smoke fa tappa all'Alcatraz di Milano, raccoglie a bordo i circa duemila sopravvissuti a un anonimo giorno feriale e parte per un viaggio estremamente divertente, coinvolgente e affascinante attraverso uno dei migliori show di southern Rock, rock'n'roll, folk e country rock a cui si possa assistere al giorno d'oggi.
La band di Atlanta è cresciuta esponenzialmente nel corso degli anni, i ragazzi hanno acquisito carisma, sicurezza e soprattutto un suono che è ormai marchio di fabbrica riconoscibilissimo, magari derivativo, ma assolutamente fresco, vitale e godibilissimo.
Sul palco si respirano piacere di suonare e voglia di coinvolgere, le chitarre girano che a mille, gli assoli volano alto, seguiti perfettamente da tastiere e percussioni. Quello che arriva al pubblico è un vero e proprio invito a chiudere gli occhi, sciogliere le catene, rilassare i muscoli e lasciarsi andare, perché vale la pena per due ore sognare che sette figli del Sud degli States, con i loro capelli lunghi, cappellacci e stivali, possano dipingere un mondo anche solo leggermente migliore.
Gran Maestro di Cerimonie è immancabilmente Charlie Starr, chitarra solista, voce, grande frontman e leader assoluto del gruppo. Lo seguono con entusiasmo e totale dedizione alla causa Richard Turner al basso, Brit Turner batteria, Paul Jackson seconda chitarra, Brandon Still tastiere, Benji Skanks slide e mandolino e Preston Holcombe percussioni. La setlist parte da All Over The Road tratta dall'ultimo You Hear Georgia, segue Let It Burn da Like An Arrow mentre con Six Ways To Sunday si apre il cassetto dei ricordi e torna in circolo The Whippoorwill, album del 2012 che li rivelò al grande pubblico. Ritornello cantato da tutto il pubblico e atmosfera già carica di entusiasmo. Da qui in avanti si procede a briglie sciolte, Live It Down, poi Good One Comin' On seguita da una tiratissima Waiting For The Thunder e quindi Pretty Little Lie a far cantare tutto l'Alcatraz.
Non ci sono cali di tensione, Hey Delilah si rituffa nel profondo Sud, mentre con Sleeping Dogs si vola alti tra tocchi di psichedelia e improvvisazioni, incluso un omaggio a Tom Petty con l'accenno di Don't Came Around Here No More. C'è spazio anche per le ballads e il posto d'onore non poteva che spettare a The Whippoorwill, dolce, aperta, sognante ed evocativa. Il palco alle loro spalle della band è assolutamente semplice, scarno ed essenziale, basta la musica per disegnare i grandi fiumi e le verdi rigogliose foreste della Georgia. All Rise Again è un blues torrido e sanguigno tratto dall'ultimo disco, il pezzo stasera viene dedicato a Warren Haynes, presente con loro, voce e chitarra, in sala d'incisione. Ain't Gonna Wait e Ain't The Same hanno melodie accattivanti e orecchiabili, mentre Ain't Got The Blues rispolvera la slide e un nuovo giro di blues. Si corre veloci verso la fine, tra rigeneranti schitarrate e ballate collettive, Restless e One Horse Town su tutte.
È il momento di un'altra dedica importante, questa volta tocca a Gary Rossington, scomparso due giorni fa: Old Scarecrow è tutta per lui, potente, rocciosa e chitarristica. I bis con Flesh And Bone e Ain't Much Left On Me suggellano due ore pienamente convincenti e appaganti. Non avranno il graffio felino, la sporcizia rock'n'roll e la genialità dei Black Crowes, né la compattezza e la versatilità dei Drive By Truckers, ma una bella fetta di Southern Rock oggi come oggi ormai fa rima inequivocabilmente con Blackberry Smoke.
FOTO DI EMANUELE BONTEMPI
SETLIST