Fkj

live report

Fkj Cella Monte

03/09/2023 di Edoardo Mazzilli

Concerto del 03/09/2023

#Fkj#Jazz Blues Black#Jazz

La sua presenza al Jazz:Re:Found è stata annunciata solo a giugno, ma il suo nome è stato posizionato immediatamente in testa alla line-up ed è a lui che è stato affidato il compito di chiudere la 15ª edizione del festival piemontese, che quest’anno ha ravvivato il grazioso comune di Cella Monte – che conta poco meno di 500 abitanti – dal 31 agosto al 3 settembre.

Stiamo parlando di FKJ, ovvero French Kiwi Juice, nome d’arte del polistrumentista francese di origini neozelandesi, classe ’90, Vincent Fenton, che in un’ora e un quarto di show ha incantato, fatto ballare e commosso il pubblico radunatosi sotto il Main Stage e ha dato prova – come se ne ce ne fosse ancora bisogno – della sua profonda capacità di passare da uno strumento all’altro con naturalezza, avere sempre il controllo della musica e soprattutto di divertirsi anche mentre lo fa.

Ma partiamo dal principio. È stata una bella giornata di sole quella di domenica 3 settembre nel Monferrato. Tra le vie del borgo di Cella Monte tanti giovani hanno esplorato le corti, spulciato tra le bancarelle di dischi e magliette, bevuto buon vino e soprattutto si sono chillati. Vagando tra il Garden Gourmet, l’Ecomuseo, Casaccia, Cinque Punti e San Quirico c’era l’imbarazzo della scelta per la quantità di musicisti e dj da ascoltare. I piccoli palchi hanno visto alternarsi artisti dalle ore 12 senza interruzioni. Il Main Stage invece è rimasto serrato fino alle 18:15, quando una piccola folla di persone ha iniziato a radunarsi per accaparrarsi la prima fila.

Tempo dieci minuti e l’area sotto il palco si è riempita. Sbucano gli ECHT!, l’electro-organic band di Bruxell che ha calcato il palco del Jazz:Re:Found anche lo scorso anno. Il loro suono electro hip hop è spaziale, il basso di Federico Pecoraro e le tastiere di Dorian Dumont scuotono l’anima dei più vicini, la batteria di Martin Méreau li ipnotizza. Suonano per un’ora aspirando il pubblico in un vortice di psichedelia elettronica somministrata in modo impeccabile.

Il cambio palco è rapido. Viene spostato a lato il muro di amplificatori, tolta la batteria e fatta entrare una pedana a rotelle di tre metri per tre con tutto il mondo di FKJ sopra. In nove metri quadri c’è tutto quello che gli serve per intrattenere: pianoforte, sintetizzatore, qualche tastiera, microfoni, basso, chitarra, sax, pedali, loop station… Un paio di minuti dopo le 20, con una giacchetta aperta, maglietta e pantaloni larghi, e un cappello da pescatore in testa l’artista raggiunge i suoi strumenti. Come un pilota che entra in cabina d’aereo, muove le mani sicuro e l’atmosfera si scalda. Passa da una tastiera all’altra con scioltezza, muovendosi con il fare di Johnny Depp nei panni di Hunter Stockton Thompson in “Paura e delirio a Las Vegas”. Poi afferra il sax e attacca il motivo di Us, brano contenuto in VINCENT, l’ultimo suo lavoro in studio uscito nel 2022. Il suono è limpido, esattamente come ascoltarlo a casa con le cuffie.

Bastano i primi minuti perché il pubblico venga rapito dalla sua leggerezza, dalla freschezza con cui lascia la tastiera per prendere il basso, suona una base, la manda in loop, passa alla chitarra, al microfono, poi al piano, poi ancora al sax. FKJ sul palco è completamente a suo agio, come se quei nove metri quadri in cui si destreggia fossero il suo studio e lui fosse da solo. Ma non è alienato. L’interazione con il pubblico c’è. Mentre suona il sax e la chitarra sbircia tra la folla come se cercasse qualcuno. Tra un brano e l’altro saluta, sorride e ringrazia.

La scaletta procede con Go Back Home, brano dalle sonorità morbide e rilassanti proveniente dal 2017, dall’omonimo album French Kiwi Juice che abbiamo avuto modo di citare nello special sul Millenium Jazz. Il fresco succo di kiwi francese ha un repertorio invidiabile, nonché numerosi featuring, tra cui quello con Carlos Santana in occasione di Greener. Santana però sfortunatamente non era presente e dunque FKJ ha portato avanti lo spettacolo con Risk, brano realizzato nel 2019 con il rapper americano Bas. Il polistrumentista lancia la base e la condisce con note di piano e arpeggi di chitarra. Arriva poi il momento della deliziosa Way Out, prima traccia di VINCENT e brano che raccoglie tutto il sentimento di innocenza che, come l’artista ha più volte raccontato, è stato linfa per la genesi del disco.

La scaletta è un peregrinare nella decade di produzione musicale che FKJ vanta, tra suoni analogici e nostalgici proiettati nel futuro. Viene proposta anche So Much to Me, pezzo dalle sonorità più dance proveniente dall’EP del 2013, Time for a Change. Il pubblico apprezza e inizia a ballare e questo dà il via all’artista francese per accendersi ancora di più. Passa da uno strumento all’altro più velocemente, ma sempre con il controllo della situazione. Nessun suono è lasciato al caso. Poi arriva il momento di Tadow, forse il brano che più di altri ha lanciato FKJ, anche se non è suo l’album in cui è contenuto, bensì di Masego. Come nel bellissimo video pubblicato dai due artisti per promuovere il pezzo, FKJ suona tutto per costruire la rilassante base, poi prende il sax e intona il ritornello. Il pubblico apprezza e lo fa sentire all’artista. Ma non è finita, c’è spazio anche per un assolo di tastiera.

Il saluto è dolce, un addio cullato da Ylang Ylang e Sundays. Il concerto è finito, ma FKJ ha ancora cinque minuti e se ne accorge. Chiede conferma e allora torna alle tastiere. Vediamo, dice pensieroso. Attacca un’altra base, fresca come il suo stile, il suo modo di suonare, il suo modo di stare sul palco e il suo nome d’arte. La riempie con il basso, la colora con la chitarra, poi afferra per un’ultima volta il sax e ci si diverte sopra. Finisce anche questa ed è davvero la fine. Ringrazia ancora una volta con un italiano di tutto rispetto, non solo il pubblico ma anche il suo team. Quella al Jazz:Re:Found infatti è stata l’ultima data di un tour iniziato a Pechino lo scosto luglio e che l’ha visto impegnato in Malesia, Indonesia, Giappone e Turchia fino ad arrivare in Europa e lanciare i titoli di coda nella piccola Cella Monte.

Ora viene solo da chiedersi quanto tempo si dovrà aspettare per rivederlo in Italia…oppure avere della nuova musica.

Le fotografie sono di Edoardo Mazzilli.