C`Mon Tigre

interviste

C'Mon Tigre Musica per immagini

27/04/2022 di Ambrosia J. S. Imbornone

#C`Mon Tigre#Elettronica#Electronic dance music

Abbiamo rivolto alcune domande al duo C'Mon Tigre sul loro nuovo album, Scenario, soffermandoci sulla componente visuale del progetto, sulle fotografie di Paolo Pellegrini allegate all'edizione speciale del disco per gentile concessione di Magnum Photos, sulle contaminazioni sonore e altro ancora.
Quella del duo C’Mon Tigre è musica da vedere con immagini da ascoltare: il progetto, fin dal debutto nel 2014, ha subito mostrato la volontà dei due musicisti di lasciare la scena ai musicisti e agli artisti con cui collabora, per dare vita a un collettivo internazionale che abbracci generi, suoni e colori, spaziando dal jazz all’afrojazz, dall’hip hop all’indie rock, dal funk alla disco music, dall’elettronica alla world music. Il loro ultimo lavoro si intitola Scenario (Intersuoni / Puzzle Puzzle / Believe) ed è stato pubblicato prima in digitale e poi in vinile, in due edizioni, quella standard con vinile nero e quella speciale con vinile colorato e un libro di 64 pagine con scatti di Paolo Pellegrini, stampati su carta di alta qualità per gentile concessione di Magnum Photos e parti integrante del progetto; il lavoro del fotografo è presentato così:

Nei suoi ultimi 30 anni ha documentato il mondo. Vive e testimonia tematiche che riguardano condizioni di vita, di povertà, di dolore e di violenza, attuando sempre un approccio antropologico. Un lavoro guidato dalla logica dell’approfondimento anziché dal desiderio di carpire un’immagine iconica, e che si traduce in storie dai tempi di lettura dilatati, in periodici ritorni. Un’attenzione rivolta non solo al momento del conflitto, ma a ciò che accade dopo.



La componente visuale è fondamentale anche questa volta per il duo, come confermato dagli originali e interessanti video realizzati per due dei singoli che hanno anticipato il disco, No One You Know, con testo e voce della newyorkese Xenia Rubinos, e Twist Into Any Shape. Il primo video è opera del celebre artista croato Danijel Žeželj, con cui il duo aveva collaborato già nel 2014, e mostra una metropoli deserta e spettrale in bianco e nero, dove a pochi movimenti si contrappone l’immobilità, come a indicare una condizione di incomunicabilità, solitudine, disagio ed estraneità. “Ci si ritrova stranieri all’interno di un mondo che è di tutti, e ci si ritrova in movimento quando tutto il resto sembra fermarsi”, si legge infatti nella presentazione del brano; nel video infatti non c’è solidarietà, ma indifferenza e scambi fugaci, che pure può colorare lo scenario, mentre persino il volo di aerei, aquiloni e uccelli appare bloccato in cielo in una stasi irreale.



Il secondo video è stato realizzato invece da Donato Sansone e, dopo l’immobilità forzata del lockdown, è un inno al movimento, un “tributo alla potenza atavica del ballo”, che sovrappone video d’animazione e filmati, trasformando corpi e immagini in un fluire continuo che ipnotizza lo spettatore.

Nelle nuove dodici canzoni del duo beat urbani si alternano a percussioni e chitarre africane, fiati jazzati si immergono in un’elettronica nervosa o tra suoni dilatati, l’oud risuona con il sintetizzatore, fondendo essenze, colori e ritmi che provengono da Europa, Africa, Nord America e Medioriente; abbiamo rivolto alcune domande al duo sul suo nuovo progetto.

Mescalina: Presentate il vostro nome come frutto di contaminazione, tra Medio Oriente e America, tra provocazione (se lo leggiamo in inglese) e appartenenza o protezione, se invece pensiamo al francese C’est mon tigre. La tigre campeggia anche sulle copertine dei vostri dischi e nel tempo è stata associata al dio Dioniso nell’antica Grecia, a una natura selvaggia, così come al coraggio e alla pazienza dei predatori. Come mai avete scelto proprio una tigre?

C’Mon Tigre: La risposta è tra le righe di questa domanda.
È una figura complessa, di cui si potrebbe parlare a lungo. Assume diversi significati, viene considerata un amuleto di protezione, ma simboleggia allo stesso tempo anche ferocia e distruzione, vita e morte. È un animale a metà fra più mondi.

Mescalina: Nel vostro progetto la componente visuale è sempre importante, dai video d’animazione alla fotografia: avete collaborato infatti con fumettisti, pittori, fotografi…Le arti visive sono state importanti anche nella vostra formazione, o le avete “incontrate” facendo della vostra musica un centro di aggregazione, di elaborazione e creazione collettiva? 

C’Mon Tigre: Le arti visive in generale hanno sempre fatto parte delle nostre vite, alcuni di noi hanno lavorato a stretto contatto con artisti visuali che poi hanno collaborato alle produzioni di C’mon Tigre. Siamo molto fortunati, e grati per questo.
Abbiamo una forte sensibilità dal punto di vista estetico, del legame tra la musica che facciamo e la sua immagine. Quando le due cose funzionano insieme, aumenta esponenzialmente la forza del messaggio che si vuole trasmettere.

Mescalina: Più nello specifico, fin da subito avete dato importanza al connubio tra musica e immagini con i video animati realizzati con il pittore Gianluigi Toccafondo e il fumettista croato Danijel Žeželj per i brani del 2014 Federation Tunisienne de Football e A World of Wonder. Com’è stato rincontrare Žeželj per il video di No One You Know? Questo video per caso ha anche delle ispirazioni cinematografiche? Banalmente, complice il ricorso al bianco e nero, alcune scene potrebbero far venire in mente per es. Il cielo sopra Berlino.

C’Mon Tigre: Il lavoro con Gianluigi ha dato di fatto lo start a C’mon Tigre, è stata la nostra prima uscita, è un video d’animazione che ci portiamo nel cuore, ha significato molto per noi. Con Danijel anche abbiamo avuto una sorta di battesimo, ha partecipato con la sua performance al nostro primissimo live in formazione piena al Tpo di Bologna nel 2015 disegnando una tigre.
Con Danijel, come con Gianluigi, c’è una forte amicizia, lavorare con loro è un privilegio per noi.
Sicuramente il lavoro di Danijel ha ispirazioni cinematografiche, i riferimenti che vengono in mente sono diversi, lui lavora quasi esclusivamente in bianco e nero, bisognerebbe chiedere a lui. 

Mescalina: Altrettanto banalmente, l’argomento di Automatic Ctrl ricorda il film Her (Lei) di Spike Jonze (2013): com’è nata questa canzone?

C’Mon Tigre: È nata pensando a come possa funzionare l’umano con dinamiche legate all’intelligenza artificiale quando si parla di sentimenti, sensazioni ed altre condizioni difficile da traslare con un codice numerico.
Crediamo siano condizioni sulle quali si debba riflettere. 

Mescalina: Sulla vostra pagina Facebook alla voce “Informazioni” c’è scritto: “The name Afroamericans gave to this dirty style of music was funk in reference to the body odour produced while in a state of excitation”. Voi mescolate o alternate jazz, afrojazz, hip hop, elettronica, world music, ecc., ma restate legati soprattutto al funk, o la vostra identità musicale risiede appunto nella contaminazione?

C’Mon Tigre: Risiede del tutto nella contaminazione. Crediamo ciecamente nella potenza della mescolanza, è realmente il nostro credo, a prescindere dal genere da cui partiamo.

Mescalina: Come sono nate le collaborazioni con Xenia Rubinos e Colin Stetson?

C’Mon Tigre: Sono entrambi artisti che seguiamo ed apprezziamo da tempo, lavorando ai brani ci siamo immaginati di poterli coinvolgere e così li abbiamo contattati.
Avremmo voluto far cantare una voce femminile già da un po’e la voce di Xenia era ciò che avevamo in mente, il suo timbro è molto potente, perfetto per dar voce al messaggio del brano.
Lei ha scritto le parole e la melodia.
Anche con Colin Stetson la collaborazione è stata molto proficua, è stato super disponibile e ci ha mandato molto materiale su cui lavorare. Siamo rimasti tutti molto contenti del risultato finale. 

Mescalina: Nella special edition di Scenario, sono incluse 64 pagine con le fotografie del photoreporter di fama mondiale Paolo Pellegrin: come mai avete pensato proprio a lui? E i suoi scatti, che hanno testimoniato gli avvenimenti più drammatici degli ultimi trent’anni, stavano già ispirando le vostre canzoni, come il brano Migrants?

C’Mon Tigre: La collaborazione con Paolo nasce un po’ di tempo fa, avevamo fatto cose insieme, e ne faremo ancora. C’è stima reciproca, a lui piace il nostro lavoro ed è inutile dire quanto noi ammiriamo i suoi scatti, il suo sguardo sul mondo.
Insieme abbiamo deciso di trattare il tema dell’umano, che comprende ovviamente anche degli eventi fortemente drammatici che purtroppo continuano ad affliggere la società, il brano Migrants è legato agli scatti di Paolo del 2015, le migrazioni dalla Siria verso l’isola di Lesbo. Abbiamo avuto accesso al suo archivio e selezionato gli scatti del libro insieme a lui, ed il suo lavoro è stata una potente fonte di ispirazione, fin da subito.

Mescalina: Grazie e in bocca al lupo per il futuro!

 

Biografia

Tra sacro e profano, tra classico e contemporaneo, tra passato e futuro: è in queste dicotomie che si fonda C’Mon Tigre, creato da un’idea di un duo che coinvolge diversi artisti nazionali e internazionali.

Nel 2014 esce il primo e omonimo album, elogiato dalla critica italiana, francese e tedesca, e lo stesso anno il duo produce anche i due video d’animazione Federation Tunisienne De Football di Gianluigi Toccafondo e A World Of Wonder” di Danijel Žeželj.

Nel 2017 esce l’EP Elephant RMX, disco di remix di DJ Khalab e Populous, pubblicato solo in vinile in tiratura limitata. La copertina del progetto, concepita da Gianluigi Toccafondo, è stata inserita tra le 50 cover candidate al premio “Best Art Vinyl” insieme ad altri artisti internazionali come Gorillaz, Queens of the Stone Age e molti altri.

Nel 2019 esce il secondo album di inediti Racines, accompagnato da un libro d’autore (presente esclusivamente nel formato vinile) contenente opere d’arte di fotografi di fama internazionale, writer, street artist, illustratori e artisti. Dall’album sono stati estratti i singoli Underground Lovers, Mono No Aware e Behold The Man e i loro video musicali sono stati premiati in numerosi festival di cinema internazionali.

Ogni uscita dei C’Mon Tigre, oltre ad essere fortemente legata alle arti visive, è accompagnata da tour e date live che li ha visti esibirsi nei principali club e festival italiani ed europei come Roskilde Festival, Fiesta des Suds, Eurosonic Noorderslag, Les Rendez-vous de l'Erdre, Spring Attitude, JazzMi, Locus Festival, Villa Ada Incontra Il Mondo tra gli altri.

Nel 2020 è stato presentato in anteprima lo spettacolo C’mon Tigre + Toccafondo in cui la loro musica si fonde con le arti visive, sonorizzando dal vivo i film d’animazione di Gianluigi Toccafondo attingendo dalla loro discografia, per l’occasione riadattata.

Il terzo album Scenario esce il 25 marzo 2022 in digitale e il 30 in vinile in due diverse versioni: vinile nero “standard edition” e vinile colorato “special edition” con un libro di 64 pagine impreziosito dagli scatti più significativi di Paolo Pellegrin (stampati su carta di alta qualità, per gentile concessione di Magnum Photos). L’album è stato anticipato dai singoli Twist Into Any Shape e No One You Know feat. Xenia Rubinos, e dal brano Kids Are Electric. Scenario contiene appunto le collaborazioni con gli artisti internazionali Xenia Rubinos, Mick Jenkins e Colin Stetson.

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