Mimes Of Wine

interviste

Mimes Of Wine Il piano, gli ultimi film visti e tutte le parole di Laura Loriga

14/12/2012 di Enza Ferrara

#Mimes Of Wine#Rock Internazionale#Songwriting Alt-rock

Memories for the Unseen è l'ultimo lavoro di Mimes of Wine, ovvero Laura Loriga, che noi abbiamo intervistato. Tra i film di Bela Taar, l'ultimo disco degli Swans e le immagini di Kentridge ha trovato il modo di parlarci del suo lavoro, del suo nuovo disco, della sua musica e del piano, che è certamente il suo amico più fidato. Ci ha raccontato della sua vita in California, delle possibilità, della bellezza di tornare a casa... Buona lettura (e buon ascolto con Mimes of Wine!)
Mescalina: Iniziamo con la domanda di rito: presentati ai nostri lettori.
Mimes of Wine: E’ difficile presentarmi senza prendermi troppo sul serio.. sono una piccola donna armata di tastiera e voce con tante parole in testa e seguita da un’ottima band.

Mescalina: Come nasce il progetto Mimes Of Wine? Chi è Laura Loriga e chi è Mimes Of Wine?
Mimes of Wine: Mimes of Wine è il nome del mio progetto, nato da solista nel 2006. Dopo diverse esperienze come cantante e tanti anni di piano classico, in quel momento ho cominciato a mettere insieme idee di piano e voce che potessero essere valide da sole, ma che potessero anche essere arricchite da suoni da ricercare, cosa che ho fatto al tempo con l’aiuto di Enzo Cimino (Mariposa), che ha co-prodotto con me il primo album, Apocalypse sets in (2009), e con il contributo di altri preziosi musicisti come Tiziano Bianchi (tromba), Luca Guglielmino (chitarra), Adriano Modica (basso, suoni, voci), Daniele Calandra (Addamanera), ed altri ancora. Da lì in poi, il progetto ha cambiato forma un po’ di volte, anche a causa del mio trasferimento in California, e dopo aver creato i primi Mimes of Wine più “band”, con Francesco Begnoni e Zeus Ferrari (Juniper Band, You should play in a band, Anni Luce) qui a Bologna nel 2007, è venuto naturale continuare a creare un lavoro più di insieme con i musicisti coinvolti, sia in Italia che in America. Questa idea si e’ realizzata appieno con la formazione attuale (con Luca Guglielmino, Stefano Michelotti, Riccardo Frisari, Matteo Zucconi), che mi segue dall’inizio del lavoro sul secondo disco (Stefano mi ha anche accompagnato per tutto il tour del 2010), e che ha contribuito in maniera fondamentale al risultato sonoro che abbiamo realizzato questa volta, con anche il contributo di altri ottimi “ospiti” (Tiziano Bianchi, Helen Belangie, Jonathan Tehel, Penelope Fortier, Luca Cristofori, Ariane Gaudeaux).

Mescalina: Memories for the Unseen è l’ultimo lavoro. Ti va di raccontarcelo? Noi abbiamo avuto il piacere di ascoltarlo e l’abbiamo apprezzato tanto. 
Mimes of Wine: Negli anni che mi separano da Apocalypse sets in ho avuto la fortuna a Los Angeles di ascoltare tante cose che non avevo mai trovato prima, sotto la guida di persone care che sono fantastici ascoltatori (tra di loro, Brett Erzinger, che e’ anche l’autore di tutta la grafica del disco, e suo fratello Mitch, che ringrazio ancora). Penso che sia venuto da qui un bisogno di semplificare il mio modo di scrivere, di andare più al punto, scegliendo idee precise invece che accostandone tante diverse in uno stesso brano, un bisogno di dare più importanza alle parole e di dare un messaggio più chiaro, che per essere tale però, doveva essere chiaro anche per me. Ho sentito naturale prendere in mano il tema del ritorno, trattandolo in maniera diversa a seconda della “stanza” in cui mi trovavo. Memories for the Unseen tratta di dodici persone ( tre volte personaggi di libri), che tornano per rivelare un segreto del passato, per essere infine seen, viste. Ognuna di esse lo fa a modo suo, chi con un urlo, chi con uno scherzo, chi solo con un gesto.

Mescalina: La prima cosa che si nota è il pianoforte. Che tipo di rapporto hai con il piano e quanto conta in questo nuovo disco?
Mimes of Wine: Il piano è come le ossa di tutto quello che ho scritto finora, lo strumento che conosco di più e che mi segue da quando ero bambina. Non sono una pianista virtuosa a livello tecnico, ma rimango ancora stupita spesso da quanti livelli di suoni e ritmi si possono creare con dieci dita, e mi diverto moltissimo a giocare con chiari, scuri (che preferisco) e contrasti. In questo secondo disco ho cercato di semplificare le parti per lasciare spazio agli altri suoni coinvolti e alla voce, anche se questo ha voluto dire a volte permettere che alcune di esse fossero più vulnerabili e spoglie, cosa forse non del tutto negativa.

Mescalina: Come descriveresti la musica di Mimes Of Wine?
Mimes of Wine: Temo di non saperlo fare, in tutta onestà. Tutto quello che posso dire è che ogni brano per me è molto vicino a una immagine, ognuna caratterizzata come uno stralcio di una colonna sonora per un film diverso.

Mescalina: Ci sono modelli per le canzoni? Che cosa leggi? Che dischi ascolti?
Mimes of Wine: Anche questa domanda è difficile, perchè leggo tanto e ascolto cose nuove (soprattutto vecchie in realtà) appena posso. Non so quasi mai quali delle cose che trovo poi ritorneranno nella nostra musica prima che accada. Tra le ultime che mi hanno affascinato ci sono sicuramente i film di Bela Tarr (Le armonie di Werckmeister), le immagini di William Kentridge, l’ultimo disco degli Swans, e tutte le parole di Julio Cortazar.

Mescalina: Come è nata l’immagine di copertina … ?
Mimes of Wine: Come accennavo prima, la copertina è opera di un caro amico, Brett Erzinger. Un giorno è apparso questo ritratto su un foglio di duralar (l’originale e’ appena più tenero della stampa), e dopo varie conversazioni in cui avevamo pensato fosse troppo forte, troppo duro, troppo poco somigliante, etc., abbiamo poi deciso che invece andava bene così. Ora non mi riesco a immaginare una copertina diversa.

Mescalina: Sappiamo che giri un po’ il mondo… Come si sta in Italia? Dove preferisci vivere?
Mimes of Wine: Sto molto bene in California, un po’ per le persone care, un po’ per le opportunità legate alla musica, per la bellezza del posto e la sua varietà a livello umano, e anche per lo spirito di ottimismo che in generale ho trovato davvero diffuso, e che mi ha aiutato ogni volta che ho pensato di realizzare un’idea. Per ora so che il mio presente è ancora negli Stati Uniti, più avanti non lo so. Allo stesso tempo è sempre bello tornare a casa, c’è qualcosa qui che non ho trovato ancora da nessun’altra parte, nel calore delle persone e nella spontaneità, che non so dire se sia oggettivo o soggettivo a me. Una cosa che mi piacerebbe vedere qui in Italia sono opportunità vere e più giuste per le persone che hanno capacità e voglia di fare. So che è una cosa che dicono in molti e forse banale, ma ogni volta che vedo quanto blindate sembrano le porte qui per costruirsi un futuro in positivo, anche per molti miei amici, faccio fatica ad accettarla.

Mescalina: Che rapporto hai con il pubblico? Un live che non dimenticherai mai?
Mimes of Wine: Il rapporto con il pubblico lo vivo un po’ come un’estensione del rapporto che ho con la band durante i concerti. È basato molto sul momento e sullo scambio, e in questo ultimo mese, dopo una lunga pausa dai live di quasi un anno per me, sto reimparando molte cose su quello che si crea quando si portano brani a cui si è pensato per molto tempo dal vivo, in un modalità in cui l’attimo e l’energia generale sono tutto. Siamo fortunati perché trovandoci molto bene l’uno con l’altro forse diventa anche più facile trasmettere sensazioni buone anche al pubblico, e soprattutto con la voce il tutto per me diventa molto istintivo. Non sono di molte parole, soprattutto nelle occasioni in cui sono da sola, ma forse anche questo non stona poi troppo con quello che cerchiamo di creare.

Mescalina: Come è stato il tour con i Giardini di Mirò?
Mimes of WineÈ stato bellissimo accompagnare i Giardini di Mirò in queste date autunnali, sia come support act in solo, che come cantante aggiuntiva. Sono una delle mie band italiane preferite perciò la ritengo davvero una fortuna, e spero in futuro di poter collaborare di nuovo con loro.

Mescalina: Siamo in chiusura. Ti ringraziamo. Ti facciamo un IN BOCCA AL LUPO perché te lo meriti. Dedicaci una canzone!
Mimes of Wine: Data l’ora e l’umore, vi auguro un Perfect Day, da Mr Lou Reed. Grazie a voi!

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