Andhira

interviste

Andhira La Leva Cantautorale degli Anni Zero

07/07/2011 di Arianna Marsico

#Andhira#Italiana#Folk World

Abbiamo intervistato Luca Nulchis, “direttore artistico”, secondo sua stessa definizione, degli Andhira, formazione sarda dal sound magico ed ancestrale, che nell’ultimo album Nakitirando ha ospiti del calibro di Mauro Pagani. Il gruppo ha regalato alla compilation La Leva cantautorale degli anni Zero Thule, brano dal sapore arcaico, di un passato che accompagna verso il futuro. Ma ora lasciamo la parola a Luca
Mescalina: Innanzitutto vi ringrazio a nome della redazione di Mescalina e di tutti i lettori.
Siete arrivati a formare un ensemble musicale decisamente caratteristico anche negli strumenti scelti, come l’armonium. Quali sono le esperienze che ritenete più importanti lungo il vostro cammino “in direzione ostinata e contraria”? E tra queste come valutate la collaborazione con Mauro Pagani?
***Andhira: Grazie a voi e a tutti i lettori. In effetti il nostro organico può apparire anomalo se riferito ad un modello standard nel panorama italiano della musica d´autore. Il progetto Andhira nasce da un esigenza espressiva maturata molto prima di formare l´ensemble, attraverso esperienze molto diverse tra loro, da studi musicali classici a quelli etnomusicologici, dalla canzone d´autore alla musica di tradizione orale, da collaborazioni col teatro, la danza, la poesia, le arti visive, sino ai confini delle arti terapeutiche, rifiutando l´identificazione in un preciso genere di appartenenza, preferendo una pratica di ricerca libera e variabile che privilegia l´incontro di diversi linguaggi. Tutto ciò è confluito nel progetto Andhira, un cammino difficile ma molto stimolante che per una particolare legge d´attrazione e risonanza ha favorito incontri, esperienze e collaborazioni molto preziose, tra i quali Sergio Ferrentino, Iride Baldo, Dori Ghezzi, Romano Giufrida, Alberto cabiddu, Griot Madya Diebate, Lella Costa, Quartetto Euphoria, Marcia Theophilo, Jivan Gasparian e altri ancora. L´incontro con Mauro Pagani è avvenuto alcuni anni fa negli studi delle sue Officine Meccaniche dove registrammo la parte strumentale di un brano del nostro primo disco. Fu un incontro ricco di forti emozioni, parlammo di musica, di culture musicali, di linguaggi espressivi sommersi e inconsueti. Gli parlai di Thule (che stavo finendo di comporre), gli accennammo qualcosa col pianoforte e le tre voci e ne rimase affascinato. Ricordo che ci diede alcuni consigli sull´impostazione di un nuovo album che stavamo già ideando. In seguito ospitò il trio vocale di Andhira nel suo album Crêuza de mä 2004 e in alcune date del relativo tour. Ci ospitò più volte ad aprire alcuni suoi concerti ed infine, per un fisiologico giro di boa, eccolo ospite nel nostro nuovo album Nakitirando, proprio con Thule, il brano che tanto lo aveva affascinato.

***Mescalina: Immaginate di dover convincere qualcuno a puntare su di voi, sul vostro progetto musicale … come lo presentereste?
***Andhira: Invitandolo ad un nostro concerto.

***Mescalina: Come siete entrati a far parte del Progetto Leva e che ne pensate?
***Andhira: Il nostro produttore discografico Toni Verona ha segnalato il nostro lavoro che è stato subito molto apprezzato, così è arrivato l´invito di partecipazione al progetto che abbiamo accettato con entusiasmo. Pensiamo che il progetto Leva possa offrire agli artisti scelti una buona visibilità, proponendo agli utenti una prima panoramica sulla canzone italiana d´autore di questo decennio, seppure parziale. Attraverso questa compilation si può iniziare a riflettere sull´attuale situazione della  “canzone d´autore”, che ormai evidenzia un fisiologico mutamento in apertura verso nuovi contesti creativi, nuovi contenuti letterari, nuove sonorità.

***Mescalina: Thule è il brano che avete inserito nella compilation della Leva tra tutte le tracce di Nakitirando è quella con il sapore più ancestrale ed arcaico e meno da “anni zero”. Come mai proprio questa scelta?
***Andhira: Forse è proprio così, un brano “fuori dal tempo”. Per la Leva, l´abbiamo scelto  per dare risalto ad un testo in lingua sarda, lingua minoritaria ricca di metafore, modi di dire e simbologie che alimentano l´aspetto narrativo. Thule è nato alcuni anni fa insieme all´amico compaesano e co-autore Pietro Lorrai, durante le nostre escursioni in Supramonte seguite da memorabili serate davanti al caminetto di casa. Racconta la storia di un popolo dell´est che inizia un esodo verso le terre d´occidente e che per via di un sortilegio ad opera di una “Jana”(fata), finisce per perdersi in un labirinto sotterraneo dove decide di fermarsi e fondare una città. E´ metafora di un viaggio attraverso un percorso tanto geografico quanto dell´anima, e nel disco questo aspetto è stato colto e bene interpretato da Mauro Pagani attraverso il suo contributo sapientemente discreto e prezioso. A nostro avviso, Thule può rientrare proprio in una proposta di ampliamento del modello “cantautorale” del far canzone.

***Mescalina: Pensate che il Progetto Leva stia dando i risultati che vi aspettavate sia in termini di visibilità che di crescita? E che stia segnando un momento di svolta nel variegato “sommerso” musicale italiano?
***Andhira: E´ sicuramente un passaggio importante, una bella possibilità, forse è ancora troppo presto per valutare i risultati. Quanto al variegato “sommerso” musicale italiano, il progetto Leva ne indica sicuramente una buona parte, è un inizio, penso che per documentarlo in modo esaustivo occorrano altri due o tre album. A cercar bene, fuori dall´ambito televisivo e di consumo, in Italia possiamo trovare una notevole quantità di produzioni musicali più o meno “sommerse”, molto più varie e interessanti di quanto non si creda.

***Mescalina: Probabilmente avrete avuto modo di confrontarvi anche con altri autori della Leva. Chi vi ha maggiormente colpito e pensiate che abbia modo di spiccare il volo?
***Andhira: Non avendo ancora avuto l´onore di partecipare ad un evento/concerto live della Leva, non c´è stata ancora l´occasione di un contatto diretto con gli altri artisti del progetto. Ascoltando l´album ci siamo soffermati su qualche nome, alcuni per il testo, altri per la musica, altri ancora per l´insieme : Erica Mou, Roberta Carnieri, Farabutto, Patrizia Laquidara e alcuni altri, ma per  riuscire ad avere un idea complessiva su un autore, l´ascolto di un solo brano non è sufficiente (per Andhira questo è particolarmente evidente).

***Mescalina: La canzone d’autore italiana è ancora molto legata a mostri sacri come De Gregori, Guccini, Battiato,Vecchioni,De Andrè, che oltre al talento hanno dalla loro il fatto di aver attraversato periodi come gli anni ’60 e ’70, ricchi a livello musicale e storico. Pensate che oggi abbia ancora senso parlare di canzone d’autore in tal senso o piuttosto che essa in Italia debba staccarsi dalla figura del musicista engagé? Come vi rapportate con il passato ed il presente della canzone d’autore? Pensate di inserirvi in qualche modo in questo eterogeneo filone e definirvi cantautori?
***Andhira: La canzone d´autore, nel senso più ampio e attuale del termine, è uno dei diversi ambiti espressivi che percorriamo, per questo non possiamo definirci prettamente cantautori, ma a nostro avviso una parte del nostro repertorio si può inserire in questo eterogeneo filone, anche se forse alcuni addetti ai lavori potrebbero non esser d’accordo…chissà... Noi intendiamo la canzone d´autore come espressione di un certo approccio artistico e non necessariamente di una forma stilistica, per questo non la possiamo identificare e cristallizzare in un modello né in un ristretto periodo storico, né in un solo luogo, lo stesso fenomeno cantautorale degli anni ´60 e ´70 è stato generato dalla confluenza di diverse correnti culturali, filosofiche, stilistiche ed estetiche, arrivate sia dalla nostra stessa cultura,  che da quella d´oltre confine. La musica, per sua natura, vive continui mutamenti, più o meno veloci e tangibili, ma purtroppo in Italia si fa molta fatica ad accogliere e vivere i cambiamenti, forse perché il punto non dovrebbe essere quello di “accettarli”, ma di “esserne parte”.

***Mescalina: Ascoltandovi sembra che De Andrè abbia avuto una notevole influenza sul vostro lavoro, penso soprattutto a Crêuza de mä  , composto proprio con Mauro Pagani. E alla vostra collaborazione con Dori Ghezzi. Cosa pensate vi abbia insegnato Faber? E ci sono altri autori che ritenete importanti nella vostra cultura musicale?
***Andhira: De Andrè ci lascia in eredità un opera di altissimo valore artistico, storico, sociale ed etico. Ha notevolmente inciso sul nostro percorso ma senza esercitare un influenza stilistica sul nostro lavoro. La nostra passata esperienza sulla sua opera, insieme alla collaborazione e all´incoraggiamento di Dori Ghezzi, ci ha permesso di approfondire diversi aspetti del suo “gesto” umano e artistico, e, cosa per noi importante, di comprendere meglio il suo rapporto con la nostra isola. Sul piano musicale e letterario ci insegna l´importanza del rigore e della responsabilità di un atto artistico. Per noi è stata una vera crescita. Crêuza de mä è un opera straordinaria nella quale ci rispecchiamo per via di alcune coincidenze di intenti(ovviamente nel nostro piccolo e con le dovute differenze di livello, non sia mai …!), tra cui il desiderio di attraversare e valorizzare culture e linguaggi minoritari, sommersi, che testimoniano immensi patrimoni espressivi. Ci sono molti autori e culture musicali che hanno segnato profondamente il nostro percorso e che appartengono a generi, luoghi e linguaggi diversi, evito l´elenco, sarebbe troppo lungo...

***Mescalina: Come nascono le vostre canzoni? Che ruolo hanno la vostra terra d’origine, la Sardegna, e le vostre letture, penso a Rosso Malpelo? E per che pubblico vi immaginate di suonare?
***Andhira: Devo precisare che Andhira non pratica la composizione collettiva, se non in minima parte; il mio ruolo è quello di compositore e direttore artistico, Elena mi affianca spesso per gli arrangiamenti e la direzione e con Egidiana e Cristina formano un trio vocale molto versatile che permette un grande  spazio creativo, Giancarlo e Alessandro, musicisti eclettici, costituiscono la composita sezione delle percussioni, con loro si sperimentano nuovi linguaggi ritmici e timbrici . I brani possono nascere da stimoli quotidiani, storici, sociali o anche semplicemente da temi e frasi musicali che poi trovano un alleato letterario, o viceversa. Il caso di Rosso Malpelo, per esempio, appartiene all´ambito delle esperienze teatrali e nasce da un testo di Carlo Antonio Borghi (scrittore cagliaritano) ispirato alla novella di Verga e ricontestualizzato in ambienti di archeologia industriale mineraria nei quali abbiamo rappresentato lo spettacolo. Musicalmente è la “reprise” di un altro nostro brano, Granito e cemento, scritto a quattro mani con Sergio Pira. La Sardegna ha un ruolo importantissimo, è una terra di grande ispirazione sia per il suo patrimonio musicale che per la natura del suo territorio, il suo mistero, la sua gente, le sue contraddizioni, alimenta un animo introspettivo e insieme un forte desiderio di esplorazione oltre il mare. Si paga un po’ il prezzo dell´isolamento (che per altri aspetti invece è un vantaggio). Quanto al nostro pubblico, siamo felici di portare la nostra musica ovunque ci sia qualcuno disposto ad ascoltarla. Fin ora il nostro pubblico è stato eterogeneo, molto riconoscente e gratificante.

***Mescalina: Pensate che oggi sia possibile, in Italia vivere solo di musica? E voi ci riuscite? Ma forse non è proprio barcamenandosi tra mille esperienze che si riesce a mantenere il contatto con la linfa della realtà e a non isolarsi su una torre d’avorio?
***Andhira: Vivere di musica esclusivamente attraverso l´attività concertistica direi che oggi in Italia è veramente difficile. La nostra attività, chi più chi meno, è principalmente quella musicale, e comprende, oltre all´attività concertistica del gruppo, diverse collaborazioni, insegnamento, progetti di ricerca, attività di divulgazione ecc. Per il resto la nostra vita comprende altre necessarie e piacevoli attività: orto,galline, pasta fresca, artigianato....

***Mescalina: Dopo tanto parlare della realtà musicale che vi circonda e dei singoli braniarriviamo ad affrontare  Nakitirando, il vostro ultimo lavoro, nella sua globalità. Come lo presentereste?
***Andhira: Se nessuno si offende, propongo un bel “copia e incolla” della nostra presentazione contenuta nel libretto dell´album : Una raccolta eterogenea di composizioni, dà vita al nostro nuovo appuntamento discografico. In quest´album proponiamo il frutto di un ciclo compositivo caratterizzato da una frequente relazione con differenti forme d´arte e di ricerca, da incontri e collaborazioni con artisti di diverse provenienze culturali. Questo repertorio, mutevole nella forma e nello stile di ogni singolo brano, attraversa tradizioni classiche e popolari, labili confini mediterranei, agili profili di sardità e altro ancora. Eppure, in questa eterogeneità, vogliamo sottolineare alcuni elementi conduttori o ricorrenti che evidenziano i rapporti di parentela tra i diversi brani, per affinità tematiche dei testi o per assonanze di ambientazione sonora :
Demiraia/Nakitirando, Thule, Rundines de Andhira : una possibile via di libertà, tra migrazioni geografiche e dell´anima… desiderio di riconciliazione
Pioggia di cajù, Jala : Struggente manifestazione della natura, sua bellezza e preziosità, sentimento, passione, eros, sacralità degli elementi, memoria …
Granito e cemento, Rosso Malpelo : Nefandezze umane generano disagi, ridicole illusioni e profonde solitudini
Pregadorìa
è un gioco di puro godimento canoro, con polifonie vocali ispirate alle sonorità di alcuni canti paraliturgici di tradizione orale della Sardegna.”

***Mescalina: Quali sono i vostri progetti futuri in termini di concerti e collaborazioni?
***Andhira: Per ora la priorità è promuovere il nuovo disco, abbiamo iniziato nel mese di maggio con alcuni show case e concerti in Lazio, Emilia Romagna, Friuli, Trentino e Lombardia. Alcuni appuntamenti ci attendono da Luglio a Settembre in Umbria, Toscana Emilia Romagna e Abruzzo. A fine luglio saremo ospiti del “Premio Lunezia 2011” dove riceveremo un premio legato tematicamente al rapporto tra musica e lingue minoritarie. Intanto, manteniamo sempre una relazione con altri linguaggi artistici(teatro, danza, arti visive, poesia ecc.). Anche la collaborazione con la poetessa Marcia Theophilo, prosegue verso la realizzazione di uno spettacolo teatrale.

***Mescalina: Ancora grazie ed un grosso in bocca al lupo da Mescalina!
***Andhira: Un saluto a tutti voi e tutti i lettori.