Simone Tempia

Intervista Simone Tempia

13/02/2023 di Laura Bianchi

Simone Tempia, autore della fortunata pagina "Vita con Lloyd", che ha ispirato tre libri, esce con un romanzo, "Il Piero o la ricerca di una felicità", di cui abbiamo scritto qui.
Ha accettato di chiacchierare un po' con noi.

Domanda classica, rivisitata: da quanto tempo vivevi con Lloyd e non lo sapevi?
Da anni. O forse da sempre. Certe realtà sono parte integrante della nostra personalità. E forse sono quella cosa chiamata talento che tutti hanno. E che a volte va solo scoperta.


E come l'hai scoperto dentro di te?
Ci ho parlato insieme per la prima volta. Strano ma vero.

 

Sir siamo un po' tutti noi; quale aspetto del suo carattere senti maggiormente tuo? L'inquietudine, il senso di inadeguatezza, lo stupore, l'ingenuo velleitarismo…o che altro?
Tutto questo, con l’aggiunta del fatto che non so gestirlo.


I dialoghi fra i due richiamano quelli socratici, e hanno lo stesso spirito maieutico, anche se il tono ironico alleggerisce il peso di quanto scrivi. La filosofia è fra i tuoi interessi?
Sì ma non sono un filosofo e sono un grande ignorante in questo campo. Le mie conoscenze arrivano fino a Wittgenstein, White e Croce, approcciati da autodidatta e purtroppo senza aver avuto gli adeguati strumenti. Ciò premesso: non sono filosofo e men che meno penso di potermi avvicinare a questa definizione.


Veniamo all'ultima tua produzione, Il Piero…com'è nata l'idea del passaggio dalla scrittura aforistica al romanzo?
Io sono un narratore di racconti. Sempre stato. E credo sempre lo sarò. Avevo delle storie da raccontare, le ho raccontate a mio modo.


Sotto l'apparenza dimessa, il Piero affronta temi gravi, importanti. Qual è stato quello che ti ha coinvolto maggiormente?
Tutti quanti. Non c’è nulla del Piero che non senta mio. Non c’è nulla del Piero (inteso come libro) che non sia io. Esattamente come in Vita con Lloyd, ho raccontato solamente cose che mi toccano personalmente. Che smuovono la mia emotività. Che ritengo rilevanti.


Gli splendidi disegni che corredano il romanzo sono di Marco Paolini; e sappiamo che con Paolini hai collaborato per uno spettacolo. Come vi siete conosciuti?
Neri Marcorè ha fatto da tramite e di questo gli sarò sempre grato. Il resto è stata una richiesta un po’ peregrina che ha trovato un grande maestro che mi ha fatto la grazia di accoglierla.

La tua scrittura è molto musicale; ascolti musica? Di che genere?
Ascolto tanta musica e di tutti i generi. Con la preferenza verso la black music, l’elettronica sperimentale, la colta contemporanea e qualche (selezionassimo) autore trap.

L'ultima domanda è la meno facile: esiste la possibilità di trovare una felicità, anche per i lettori della ricerca del Piero?
Certo.
E dirò di più. C’è la possibilità di trovare più di una felicità.
Perché le felicità sono molte. Più di quante osiamo ammettere.

FOTO DI STEFANO MOSCARDINI