Tim Burton Beetlejuice Beetlejuice
2024 » RECENSIONE | Horror | Fantastico | Commedia
Con Michael Keaton, Winona Ryder, Catherine O`Hara, Jenna Ortega, Monica Bellucci, Willem Dafoe
13/09/2024 di Roberto Codini
A volte ritornano. E tornano alla grande. Il titolo di un famoso film horror si addice molto bene a Beetlejuice Beetlejuice, l’ultimo, bellissimo film di quel genio assoluto di Tim Burton.
Viene in mente un altro titolo, “Tutti defunti tranne i morti”, film di un altro grande, che nasce come regista horror, Pupi Avati: come non ricordare “La casa dalla finestre che ridono”. Nel film di Burton c’è infatti anche un omaggio all’Italia (viene citato testualmente Mario Bava), ma un omaggio soprattutto al cinema, il suo cinema, l' horror e la sua visione dell’horror, appunto, spaventosa, ma allegra, irriverente e scanzonata.
Torna, soprattutto, dopo quasi 40 anni, Beetlejuice, il bio-esorcista, e torna, meravigliosa, Winona Ryder, Lydia, la terapista che vede i morti, che vive nella Ghost House ed è sempre terrorizzata, ma più consapevole, più grande, di età e non solo, circondata da quei pazzi che continuano ad essere i vivi.
Meglio i morti dunque? Non in assoluto, ma certo i morti sono ora i più vivi, i più vivaci e più capaci di comprendere il senso delle cose. Non vogliamo svelare nulla, ma certamente questo capitolo di Beetlejuice è molto divertente e riuscito, un horror che non spaventa nonostante i morti, i teschi e lo splatter, anche grazie a una nuova linfa vitale (sì, vitale!) portata dai nuovi personaggi, uno su tutti Monica Bellucci, l'ex moglie del protagonista, ora resuscitata come un novello Frankenstein in gonnella, la bellissima Delores. Poi c’è Astrid, la figlia, Jenna Ortega (già nella parte di Mercoledì), semplicemente fantastica.
C’è davvero tutto in questo film: c’è Nightmare, c’è La bambola assassina, c’è Dune (i vermi del deserto), ci sono tante di quelle citazioni che qualcuna sicuramente può sfuggire; poi, c’è la danza, c’è una colonna sonora incredibile e c’è, soprattutto, il regno dei morti.
Le pagliacciate lasciamole fare ai vivi, diceva Totò, noi siamo seri, apparteniamo alla morte. E quanto è vero. Tim Burton si conferma uno dei registi più geniali e originali ta quelli vivi (meno male!) e ritorna alla grande, con un film che non è solo un omaggio, ma è anche, se non soprattutto, una dichiarazione d’amore per il cinema.
Ci sarà un terzo capitolo? Noi ce lo auguriamo, ma intanto ci godiamo questo. Se pronunci per tre volte il suo nome, Beetlejuice compare sulla scena.
Io proverò a farlo. Fatelo anche voi. Ci sarà da divertirsi.