Jafar Panahi

Drammatico

Jafar Panahi ORO ROSSO


2003 » RECENSIONE | Drammatico
Con Hossain Emadeddin, Kamyar Sheisi, Azita Rayeji

di Calogero Messina
Un reale fatto di cronaca (durante una rapina ad una orologeria un ladro era rimasto bloccato all’interno per via dell’allarme e a quel punto aveva ucciso il proprietario prima di suicidarsi) e la sceneggiatura del suo mentore cinematografico Abbas Kiarostami ( si parte da questa situazione d’impasse per poi procedere a ritroso nella storia) sono alla base del nuovo film del regista iraniano Jafar Panahi “Oro Rosso”, Premio della Giuria nella Sezione Un Certain Regard al Festival di Cannes 2003. E dello stile cronachistico e documentario così come dell’essenzialità ed asciuttezza del cinema di Kiarostami è imbevuta questa sorta di thriller (lento e silenzioso) dell’animo umano che cerca di far luce sulle ragioni di un suicidio (e di un malessere di vita, sociale e politico) che vede protagonista il giovane Hossein (il non professionista Hussain Emadeddin, un gigante buono ed ambiguamente pericoloso!). Consegna pizze a domicilio e tutte le sere percorre in lungo e largo le vie dei quartieri ricchi riuscendo ad intravedere la “bella vita” che si conduce dietro quelle porte. Sottilmente affascinato dagli agii e luccichii di una vita altolocata , Hossein ( e con lui il malessere di un’umanità perennemente fuori posto) lentamente matura il disgusto per una vita di miserie e precarietà che non si merita neanche l’umano rispetto per una condotta di vita comunque dignitosa ed onesta. E nello sguardo del gioielliere che gli nega l’accesso nel suo negozio a causa degli abiti miseri che indossa, Hossein (seguito pedissequamente da una regia impietosa ed ossessiva e servito da una scrittura a volte troppo didascalica e pedante) sprofonda l’amarezza e silenziosa disperazione di un’esistenza triste solo a tratti illuminata dalla verità e sincerità di un’umanità che per quanto povera ed umiliata reclama ad alta voce il suo diritto di esistere...

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