Calvino<small></small>
Italiana

Vegetable G Calvino

2009 - Olivia Records

07/01/2010 di Ambrosia J. S. Imbornone

#Vegetable G#Italiana

Visitatori di galassie immaginarie, affascinati dalle infinite combinazioni dei suoni, i Vegetable G dedicano il loro quarto album all’amato Calvino, esploratore inesausto di mondi possibili come di possibili giochi combinatori narrativi in linea con gli esperimenti dell’Officina di letteratura potenziale francese, l’Oulipo. Sospesi a tre palmi dal suolo in un microcosmo onirico di Rhodes, carillon e synths surreali, i Vegetable G, partiti da Monopoli ma ormai band di ´culto´ al livello nazionale, giocano a sognare. Il trio si muove con una leggerezza che è ironia disincantata e bonaria, poco intellettualistica, molto calviniana, eppure con la voglia di perdersi in un labirinto affascinante di suoni. Così i Vegetable G viaggiano tra sunshine pop ed ascendenze harrisoniane/beatlesiane, tra space-rock che emula nei suoni l’elettronica da videogame ed il pianoforte del cantante ed autore delle canzoni Giorgio Spada, tra i violini e lo scintillio di piccoli suoni quasi di un’orchestra giocattolo nella magnifica, struggente ´Satellite Tune´. E proprio da A Toys Orchestra rapiscono nel loro viaggio interstellare che fa sgranare gli occhi dell’immaginazione Enzo Moretto per una collaborazione che è stata probabilmente lievito ulteriore di crescita. Campane e percussioni accentuano la solarità estatica di brani come la title-track, con tanto di rallentamenti sognanti, o ´Starchild´; però tocca a brani più accorati e malinconici spalancare emozionanti universi fantastici come le magnifiche ´Saucerman´, ballata eterea e fragile come un incantesimo, e ´American Lessons´, con la voce di Moretto, tremolo e synths come una pioggia di stelle e di brividi, che sanno commuovere molto prima dell’originale citazione del’Inno di Mameli con tanto di marcetta. Synths siderali aprono la porta all’infinito anche nella più rock ´BW´ (ancora con la voce degli A Toys Orchestra), divertente e coinvolgente nella ritmica del basso di Luciano D’Arienzo e della batteria di Maurizio Indolfi. Un esempio di un inedito barocco in salsa sintetica (con tanto di spinetta o clavicembalo) è offerto da ´Hal´; infine, dopo aver abbracciato contrade spaziali e spazi musicali illimitati, i nostri cosmonauti ci lasciano con una chiusura intima, acustica e raccolta dell’album tra piccoli fuochi domestici, grazie a ´Xclock´, intrinsecamente poetica nelle sonorità. A proposito di questo disco si sono fatti i nomi del Bowie ´fantascientifico´ e dei Blur, ma preferiamo pensare che questa gita tra le stelle di carta e di synths da cui non vorresti più tornare sia organizzata solo dal trio vegetale, ormai maturo a sufficienza per lasciare in bocca il suo caratteristico sapore. Quello che diffondono la serenità e la nostalgia dei sogni (im)possibili.

Track List

  • ARCADE LOVERS
  • CALVINO
  • AMERICAN LESSONS
  • ELECTRIC SHOW
  • SATELLITE TUNE
  • SPACE FORMS
  • STARCHILD
  • SAUCERMAN
  • BW
  • HAL
  • XCLOCK

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