L´almanacco terrestre<small></small>
Italiana • Alternative • Indie-pop, synth-pop

Vegetable G L´almanacco terrestre

2011 - Ala Bianca/Warner

29/09/2011 di Annalisa Pruiti Ciarello

#Vegetable G#Italiana#Alternative #Indie-pop #Synth-pop

Se siete stanchi dell´almanacco di Frate Indovino, è uscito il 12 settembre L´almanacco terreste dei Vegetable G. A due anni dalla presentazione di Calvino, la band capitanata da Giorgio Spada cambia rotta, abbandona l´inglese a favore della lingua italiana, e le embrionali melodie proposte nel precedente lavoro si arricchiscono e prendono corpo. La band pugliese sulla scia dell´insegnamento di Galileo, Copernico e Keplero, investiga nell´astronomia, tra pianeti lontani e sentimenti terreni. Riscopre il rapporto con la natura, da qualche secolo impolverato, per riscoprirne un primitivo e materno legame con l’uomo.

Questo nuovo e particolarissimo album orbita – ed è proprio il caso di dirlo – attorno all´elettronica, a quel synth-pop in stile eighties, ma non disdegna il rock, come nel caso de L´uomo di pietra. Dopo quattro lavori in lingua inglese, un esplosivo ritorno per il quartetto monopolitano, che, dopo averci deliziato con l´EP La filastrocca dei nove pianeti, che anticipava l´album, adesso ci serve su di un piatto d´argento una porzione d´universo, con tutti i suoi colori e le sue mille sfaccettature.

L´amore come una funzione, con incognita in x, descritta in L´aritmetica che non capisco, avvolta in un’atmosfera ipnotica, fatta di ritmi ripetuti n volte, che sul finale lasciano spazio ad un´ampia distesa strumentale fatta di percussioni e riff graffianti.“Nelle viscere del cielo” i Vegetable G compiono un viaggio, e compongono l´illogica Le avventure dell´oblò, schivando meteoriti a colpi di rima baciata. Giocosa è La filastrocca dei nove pianeti, tra scambi di ruolo planetari; il brano è potente di fiati, dovuti alla presenza dell´ormai onnipresente Enrico Gabrielli, colui che impreziosirà la titletrack, L´almanacco terrestre, in un parallelo tra l´infinito e il mondo finito, dove i confini sono chiari e netti.

Cupa in apertura è La voce di Pan, rimanda nel recitato al rock di Battiato, ma le nebbie si disciolgono per lasciare spazio a suoni luminosi. Il giardino delle sfere è uno dei pezzi migliori dell´album, ruota attorno ad un fiabesco pop delicato ed essenziale, privo di sbavature, in cui le melodie stanno appese ad un filo in perfetto equilibrio.

C´è chi in amore sente le campane, a Spada in questo caso gli si accende il “razzo nucleare”, e tra violini e lampi di genio si accende pure Il cielo di Van Gogh. Un’ulteriore esperienza onirica è Galaxy express. Alzi la mano chi di noi non ha mai sognato di elevarsi oltre la volta celeste “per vedere da lontano l´effetto che fa”.

L´almanacco terrestre è un viaggio interstellare, su di una navicella spaziale, ma poco spaziosa, alla volta dell´universo e dei suoi misteri. Tra supernove e satelliti i Vegetable G hanno plasmato un sogno. Questa è musica leggera, ma a tal punto da sollevarti da terra e farti fluttuare in assenza di gravità. Non resta quindi che allacciare le cinture per abbandonarsi al disordine cosmico.



 









Track List

  • L´ARITMETICA CHE NON CAPISCO
  • L´ALMANACCO TERRESTRE
  • LA VOCE DI PAN
  • IL CIELO DI VAN GOGH
  • L´UOMO DI PIETRA
  • IL GIARDINO DELLE SFERE
  • LA FILASTROCCA DEI NOVE PIANETI
  • L´IDEA DEL PLANCTON
  • GALAXY EXPRESS
  • LE AVVENTURE DELL´OBLò

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