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Jazz Blues Black • Jazz

Bandler Ching Coaxial

2023 - Sdban Ultra

31/07/2023 di Luca Di Pinto

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A siglare uno dei dischi più incredibili di questo 2023 ci ha pensato il compositore e sassofonista Ambroos De Schepper, la cui idea di “fusione” insita nel titolo (e alla base di questo progetto dalle tinte jazzistiche) trova terreno fertile nelle vertiginose steppe della Sdban Ultra, etichetta belga dedita al groove.

A foraggiare il trionfo del collettivo Bandler Ching, altre tre menti ammaliate dal paradiso global beats, sapientemente individuate da De Schepper nelle figure di Alan Van Rompuy (tastiere), Federico Pecoraro (basso) e Olivier Penu (batteria). Chi più chi meno, tutta gente plasmata da esperienze in territori world, elettronici e jazzistici, con Pecoraro recentemente pizzicato in quegli stessi salotti della suddetta label (a bordo del progetto ECHT!), e Penu già “affarista” con la banda Kel Assouf in Glitterbeat Records, altra miniera di talenti sempre più sedotta dai suoni di “altri mondi” (e che, nell’appena citato progetto, sforna un’eccellente chiave di lettura del blues desertico di stampo tuareg).

Ogni cosa è al suo posto, in queste stanze di fatata alchimia. E non può essere altrimenti, per l’abbagliante naturalezza con cui si snoda il processo. Il che conduce al pezzo d’apertura, di estasi gioiosa in un clima da sollazzo, prima che il vortice polifonico spinga sul pedale, alzando gli scudi sull’onda di una progressione radioheadiana.

L’obliquità dello spartito assume connotati kraut e indietronici, quando in principio Awpril è presa d’assalto da certi Notwist, anticamera di un soggiorno frequentato da felpati spasmi di sax e danze sincopate.

In Dag Na Naamdag e Smooch la creatura Bandler Ching spalanca le imposte e infonde un climax distensivo; nel primo caso servendosi di un dialogo morigerato fra i vari strumenti, crescente e malinconico, mai esagitato. Nel secondo il sospetto è che, partendo da basi a struttura balearic, il tallonante incalzo di bpm ne restituisca un formidabile esemplare a più giri (discorso poi proseguito da Rave Fever ma senza star lì a tirar giù la maschera ad un downtempo camuffato).

Non mancano sussulti hip-hop (RoodGroen), a conferma di una trasversalità da applausi, in cui la vera protagonista è l’eccentrica performer Vieze Meisje, perfettamente a suo agio nel conferire un tono urban al disco.

In Delice, efferati fremiti elettronici ricordano quanto seminali siano state le lezioni di Mark Pritchard nelle vesti di Harmonic 313, prima che al tramonto Coaxial affoghi le sue sfumature in orizzonti dal marcato sentimentalismo (You Have Got Me e i fiati spossati di Kitsune, chiara testimonianza di quanto De Schepper provi a spingere il suo sax verso nuove e ineffabili soluzioni).

Quarantaquattro minuti in un sorso, imperdibile compendio per gli spasimanti di Jaga Jazzist, Red Snapper e Now Vs. Now (soprendente collettivo anche questo, dalle turbolenze più votate all’improvvisazione, alla psichedelia e ad un approccio futuristico).

Non ci si sbagliava a considerare che la Sdban Ultra servisse finissima qualità su un vassoio d’argento. Che aggiungesse anche del caviale non era affatto scontato.

Track List

  • You Call It
  • Awpril
  • Dag Na Naamdag
  • RoodGroen
  • Smooch
  • Rave Fever
  • Delice
  • You Have Got Me
  • Kitsune