Claver Gold

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Claver Gold Recensione e intervista su Questo non e' un cane/Domo

07/04/2024 di Antonio Corcillo

#Claver Gold#Italiana#Alternative

Il rapper Claver Gold, cresciuto in un quartiere popolare di Ascoli Piceno dove e' conosciuto col nome di Daycol Orsini, ha voluto pubblicare una nuova versione del suo ultimo album uscito nel settembre del 2022. Cosi' recentemente ha pubblicato Questo non e' un cane/Domo, lavoro arricchito da collaborazioni inedite con esponenti della scena rap italiana. Ecco la recensione del disco e un'intervista all'artista.
Il 5 aprile, Claver Gold ha pubblicato Questo non è un cane/Domo per Woodworm/Universal Music, una riedizione corale del lavoro precedente integrata da rapper del panorama italiano; anche in questo caso l’intero progetto è stato prodotto da Gian Flores.

Dopo un Intro identico al precedente, si entra nel vivo dell’azione con l’inedito I miei cani in cui si richiama quel senso di aggregazione e condivisione che sta alla base del disco. Con una produzione molto ritmata, in cui la batteria spinge il flow ad un ritmo serrato, l'artista evidenzia la libertà di fare musica nel modo che si vuole e di fare quella critica sociale contro tutti e tutto, come un branco di cani randagi che non risponde a nessuno.

Il secondo nuovo brano è Con i miei brothers in cui ricostruisce in modo sarcastico la routine di chi si discosta da quel rap patinato fatto di materialismo e ricchezza; una critica verso chi tende ad allontanarsi delle origini di questo genere nato dal disagio e dalla strada. Vi è poi la volontà di rimarcare l’aspetto comunitario che si è creato con chi scrive barre come lui.

Così si passa a Malastrada con Kenzie, che, essendo cresciuto nello stesso quartiere, può offrire un diverso sguardo sulla citata Via Nuoro; dopo un veloce giro di piano riportano indietro il tempo agli anni Novanta. Un beat duro si insinua tra le case popolari, le bombe su Sarajevo e l’ultimo rigore sbagliato da Baggio, dove si combatteva contro la fame; l’altro invece ricorda gli occhi tristi della madre e le corse dopo aver suonato i campanelli, mentre in tv davano le stragi di Capaci e Via D'amelio a Palermo.

Se in Mai più, oltre al già presente Davide Shorty, si aggiunge anche SPH, per narrare le troppe brutture della vita in Horror Vacui arriva Mattak; in questa canzone cupa ed oscura si avverte il vuoto da riempire.

In Nak Su Kao Claver Gold è con due combattenti del calibro di Danno e Kaos e si ispira al film con Jean-Claude Van Damme, dove nell’ultima scena il pubblico avverso lo acclama al grido thailandese di “Nok Su Kow” (pronunciato “Nak Su Kao”), ovvero “Guerriero Bianco”. Un pezzo boom bap che parla del dover combattere sempre e comunque.

Una figura femminile ideale compare in Josephine che con Valter Guidi e Djomi, tratta della ricerca dell’amore della vita su una batteria e corde di chitarra iberica. Si prosegue sulla stessa lunghezza d’onda con Rainbow, che, in versione remix e con l’apporto di Bleach, affronta la ricerca della libertà per un bel mondo migliore. Un’altra donna è la protagonista di Gitana, brano con Chicky Realeza narra una storia d’amore interrazziale.

Sala in cattedra Murubutu con Fragole e miele, che è la storia di due persone, che si desiderano ma non possono stare insieme, malinconia che il suono della tromba eleva in maniera esponenziale; essendo agli antipodi, i due non riescono a trovare un equilibrio, un ricordo che diventa poesia.

In Dopo di noi entra in scena Ugo Crepa per rispondere a domande sia esistenziali che sul mondo della musica; cosa verrà dopo? Non resta che scoprirlo.

Con Outro, una raccolta di scratch delle frasi più significative di tutte le canzoni, termina un disco capace di parlare della gente comune e dei loro problemi. Con questa versione Claver Gold vuole dare una casa (in latino Domo) per accogliere chi ne ha bisogno e creare un ambiente famigliare.



In occasione del lancio del disco abbiamo avuto l’opportunità di scambiare quattro chiacchere con Claver Gold: ecco la nostra intervista.

Mescalina: Qual è l’origine del tuo nome d’arte?

Claver Gold: Ho incominciato ad utilizzare questo nickname quando ero più piccolo: facevo l'hip hop tramite i graffiti, con la crew Abilità Progressiva, mi volevo chiamare Clever, ma non volevo avere due parole; poi ho iniziato a fare il freestyle e da lì nasce il nome, è un po’ per avere più giochi di parole.

Mescalina: Qual è l’idea che sta alla base di Questo non è un cane e perché hai voluto proporre questa nuova edizione?

Claver Gold: Volevo fare un disco che parla dei problemi della gente, storie di persone normale, ceto medio, parla di scene che ho visto da ragazzo e vedo ancora ora. L’esigenza di fare Domo è arrivata quando ho pensato che avesse ancora da dire qualcosa, non bastava più solo la mia voce, ma serviva anche quella di altri che ampliassero la storia.

Mescalina: Tra le tante collaborazioni quella più frequente è col rapper emiliano Murubutu; infatti lo troviamo in Fragole e miele: com’è nata questa unione e in che modo riuscite a trovare il giusto equilibrio nei brani?

Claver Gold: Con Murubutu ci conosciamo da 15 anni ci siamo incontrati in un live a bologna al centro sociale Xm24. Ha un modo particolare di fare rap, siamo molto amici, quindi abbiamo un equilibrio oltre la musica e stiamo bene anche facendo altre cose. C’è una grande amicizia e non abbiamo problemi a dirci le cose, ci stimiamo molto.

Mescalina: Spesso nei tuoi testi descrivi i tuoi sentimenti ed emozioni, eppure l’ascoltatore riesce ad identificarsi nelle tue parole: come si riesce a unire l’aspetto personale ad una narrazione in grado di coinvolgere l’ascoltatore?

Claver Gold: Do la mia personale spiegazione: credo che quando si scriva bisogna immedesimarsi in se stessi e non nel viaggio che si sta facendo, in questo la scrittura è importante. Faccio un esempio, se dico “Sono uscito in un giorno di pioggia e incontro un signore con il cane” è una situazione che in molti possono aver vissuto; invece se so lo dico in modo più dettagliato aggiungendo particolari e dettagli, si comprende meglio in significato del testo, ma in pochi si rivedono.

Mescalina: Questa versione, come quella originale, è stata prodotta da Gian Flores: in che modo riesci a comunicare la tua idea del beat e poi a trovare l’aderenza col testo?

Claver Gold: Inizialmente non abbiamo mai lavorato insieme, poi ci siamo riavvicinati. Lui lavorato su una versione suonata di La maggior parte, lui si è immedesimato riscrivendo le tracce. Da questo percorso formativo è nata una sinergia: lui mi manda le idee di produzione che sono vicine a ciò che mi piace, ed io mando a lui degli spunti. Ci troviamo molto bene fino ad arrivare al risultato finale, è un grande professionista e polistrumentista, quindi gli risulta molto facile immedesimarsi negli artisti che produce.

Mescalina: Come ti sei avvicinato al genere del rap?

Claver Gold: Quando ero più giovane avvicinandomi al writing: ascoltavo alla radio le canzoni e le registravo su una cassetta quelle che mi piacevano. Così mia sorella mi ha fatto notare che registrava solo rap, allora ho iniziato a comprare riviste come Bitz ed Alleanza Latina erano la mia bibbia che mi permetteva di informarvi su questo mondo; poi anche tramite qualche amico.

Mescalina: In Con i miei brothers parli del senso di comunità che si crea con i propri simili, nell’ambito del rap: quanto è importante il riconoscersi come parte del gruppo?

Claver Gold: Nel rap è molto importante riconoscersi parte di un gruppo, come in qualsiasi gruppo di lavoro. Il rap, come sottocultura giovanile, ha creato aggregazione, ma ora i centri sociali si sgretolano, writer ecc. ce ne sono sempre meno; volevo ricreare Con i miei brothers e con i featuring quel senso di comunità.

Mescalina: Qual è la canzone dell’album a cui sei più legato oppure ti ha soddisfatto di più, e nella nuova versione quale altro rapper hai voluto assolutamente?

Claver Gold: Le canzoni a cui sono più legato sono Malastrada ed Il coraggio di dirti: la prima parla del quartiere dove sono nato; la seconda invece parla di mio padre, del coraggio di dire le cose dove l’omertà la fa da padrona. Nella versione Domo rapper che ho voluto fortemente sono Danno e Caos, è un’onorificenza in versi.

Mescalina: Hai appena annunciato il nuovo tour: cosa si prova ad esibirsi davanti a molta gente?

Claver Gold: È super emozionante, la parte che mi colpisce di più è vedere l’emozione degli altri, vederli ridere ed abbracciarsi. Ora ho un tour di quattro date, è davvero difficile raccontare cosa si prova; si tratta di un riconoscimento emozionale immenso.

Mescalina: Spesso nei tuoi testi descrivi storie cupe e dal finale tetro: quanto c’è di vero e quanto invece di romanzato?

Claver Gold: Solitamente lascio il finale aperto, così non si capisce come finisce. Diciamo che per il 90 percento è tutto vero, come quando parlo di storie legate al quartiere ed altre cose personali; a volte però viaggio con la mente, tipo vedo una coppia in pullman e immagino come vivono ed a cosa stanno pensando: ad esempio così è nata Gitana.

Mescalina: Ti ringrazio per il tempo concesso e spero di sentire presto dei tuoi nuovi brani!



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