Dario Zigiotto

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Dario Zigiotto Grazie, Dario Zigiotto: una vita spesa per la musica

31/01/2024 di Laura Bianchi

#Dario Zigiotto#Italiana#Canzone d`autore

Si e' spento, dopo una lunga malattia, l'agitatore culturale Dario Zigiotto, cofondatore, tra l'altro, del Festival Villa Arconati. Lo ricordiamo con affetto, cosi'.
Inserendo questo ricordo, che mi tocca in modo profondo e personale, ho sentito una fitta particolare: la piattaforma mi chiede di scegliere tra SPECIAL e INTERVISTE. E proprio di un'intervista si era parlato, l'estate scorsa, l'ultima volta che avevo incontrato Dario Zigiotto, in quella sua seconda casa, la splendida Villa Arconati di Bollate, alle porte di Milano, per la quale egli aveva ideato e cofondato uno dei Festival italiani più longevi, il Festival di Villa Arconati.

Poi, ci hanno allontanati dal progetto la vita e le sue difficoltà legate alla lunga malattia, che stanotte l'ha stroncato, a 69 anni. Così, sono costretta a inserire nella piattaforma solo SPECIAL. E va comunque bene. Perché speciale è la figura che oggi ci è venuta a mancare.
Per lui, poco si adattano le varie definizioni di manager, ufficio stampa, animatore culturale, addetto alle pubbliche relazioni, giornalista; Zigiotto è soprattutto un agitatore, un appassionato di bellezza, di cultura, e in particolar modo di musica, e ha cercato, nel corso dell'intera sua esistenza, di rispondere incessantemente a un'unica domanda: come condividere la bellezza e la cultura nel modo più vero, capillare e ricco possibile.

Uomo raffinato, colto, ma per niente snob, impegnato civilmente, dai trascorsi di operaio, ma laureato in giornalismo a Urbino, amico dei grandi della musica italiana (Vanoni, Jannacci, Fossati, De André, Tosca) per cui ha lavorato con l'agenzia Cose di Musica, ma anche, dal 2005, scopritore e sostenitore dei giovani talenti, attraverso la società CCM - Comunicazione per le Culture e le Musiche, da lui fondata, Zigiotto attraversa decenni tormentati da profonde trasformazioni nell'ambito della comunicazione musicale con un piglio deciso, ma sempre corretto, animato dalla passione per la comunicazione, con intelligenza, preveggenza e sensibilità.

Il suo gioiello assoluto è proprio quel Festival di Villa Arconati, che ha curato personalmente, seguendo la visione di una serie di eventi multidisciplinari, e ospitando, nel corso di ben trentacinque anni, immensi artisti, della canzone italiana (Conte, Testa, De Gregori, Mannoia, Gaber, Dalla, Battiato, Capossela, Bersani, Silvestri, Guccini), del balletto (Savignano, Nureyev), del rock anche sperimentale (Sinèad O' Connor, Nash, Patti Smith, Sigur Ròs, Kraftwerk, Laurie Anderson), del jazz (Bollani, Gillespie, Hancock, Intra, Fresu) della classica (Einaudi, e tutti i concerti di divulgazione di sinfonica e melodramma) e del teatro (Paolini, Pennacchi, Celestini), nel segno della contaminazione, dell'unione tra generi, del buongusto e della qualità.
Altre sue creazioni, il festival Midnight Jazz, all'interno di Palazzo Mezzanotte, nella Borsa Valori, o Tu prova ad avere un mondo nel cuore - Rassegna artistica per l'inclusione sociale, dal titolo preso da Un matto, di De André, teso a combattere lo stigma del pregiudizio nei confronti del disagio psicologico e mentale, facendo riferimento anche al fondamentale ruolo delle arti espressive in genere. Mescalina ne aveva dato notizia qui.

Per capire il carattere, generoso, visionario, illuminato di Dario Zigiotto, non basta ascoltarlo nel suo intervento del breve video, tratto dalla presentazione di quest'ultimo festival. Zigiotto afferma: "L'esigenza di comunicare il sentimento si affida ai vari linguaggi, e lo ricordo anche agli artisti grandi e a chi ci lavora: senza questa esigenza, l'arte si perde e si perde il senso sociale della musica e della cultura".

Forse, però, questo è sufficiente per comprendere il profondo dolore di tutto il mondo della comunicazione, per non vedere più all'opera un gentiluomo, che ha saputo trasformare gli ideali in idee, e le idee in realtà.

Grazie, indimenticabile Dario.