Palinurus

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Palinurus Le Canzoni Perse dei Palinurus

18/11/2023 di Roberta Matticola

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In anteprima su Mescalina Canzoni Perse, il nuovo disco della band dei Palinurus: un gruppo caratterizzato essenzialmente dal rock, da molte esperienze e tanta, tanta natura! L'album e' in uscita il 1°dicembre con distribuzione Artist First.
Prima di raccontarvi questo disco, è doverosa una premessa: sarà che quando ho ascoltato l’album il tempo non era dei migliori e che la prima traccia si intitola Castagne, ma Canzoni Perse mi ha fatto immergere subito in un’atmosfera di uggiosità tipica delle giornate autunnali che sfumano verso l’inverno, con quei primi freddi che ci colgono sempre fin troppo impreparati.

Immagini sbiadite come ricordi evanescenti, piani che si sovrappongono e momenti che svaniscono: nei brani dei Palinurus si nascondono tanti istanti di vita trascorsi tra la provincia e le inutili paranoie che attanagliano l’animo di chi ha da poco superato i trent’anni. A raccontare questi momenti, ci sono le undici tracce del disco dove la voce si alterna ad arrangiamenti pop-rock. La musica è sicuramente il punto di forza di questa band ed è ben evidente dallo spazio che prendono gli assoli in tutti i brani non rischiando mai di essere di troppo anzi, gli conferiscono anche delle sfumature più delicate grazie all’utilizzo di un rock non aggressivo; sono molto belle le immagini evocate dalla natura, costantemente citata e richiamata in quasi tutto il disco. In Canzoni Perse ci sono paure ed incertezze e si percepisce una completa e totale libertà nel cantarle - quasi con il desiderio di esorcizzarle - come si ascolta in Tutto grigio in cui le persone sono associate al vetro (“siamo due vasi appoggiati a una finestra / Che stan per cadere / Abbracciami e ci distruggeremo insieme / poi nella nebbia ricostruiremo i pezzi mescolandoci”).

Addentrandoci nelle tracce del disco e rimanendo sempre in tema “agenti atmosferici”, Temporale – il singolo che ha anticipato l’uscita del disco - sfoga il suo impeto in pochi minuti, di getto e con velocità: i ricordi che sovrastano il protagonista sono tanti e troppi e lo colpiscono come un temporale estivo breve ma intenso (“cosa rimane di un'infanzia passata in provincia? Tante piccole istantanee di vita che si infilano come schegge nelle tasche del presente”)Castagne scava più nel profondo, cercando dei ricordi che si nascondono come le castagne nei loro ricci: è un brano con un sapore nostalgico che non si fa sovrastare dalla negatività anzi dice “l’inverno passerà un’altra volta”.

In Se Parto sono protagonisti i nuovi inizi ed il riscatto, in Un nuovo mondo un amore da scoprire, mentre Come polline è uno slancio verso nuovi orizzonti. Il synth pop pervade con energia Philippe Petite in cui si paragona l’impresa del funambolo francese, che ha attraversato le torri gemelle percorrendo un cavo di acciaio sospeso a 400 metri di altezza circa, alle insicurezze che si incontrano in un percorso di vita in cui “ogni certezza cade sempre in un cumulo di macerie”.

I momenti briosi e luminosi del disco si disperdono nelle tracce Un’altra onda e Vertigini pervase da un sentimento più nostalgico e malinconico: per la melodia, il primo brano forse di addiceva maggiormente alla chiusura dell’album, che viene però anticipata dal sapiente finale sospeso del penultimo brano Vertigini.

Abbiamo fatto qualche domanda ai Palinurus per approfondire qualche aspetto del loro lavoro d’esordio e com’è sentirsi giovani adulti in questi anni.

Una domanda semplice - forse scontata - ma, sapendo che non è stato facile (dato che si parla di 2020 e lockdown) lavorare al disco, vi chiedo: come vi siete avvicinati alla scrittura di Canzoni Perse?

Palinurus: Stavamo già lavorando ad alcune canzoni prima della pandemia e continuare a lavorarci senza però potersi trovare fisicamente a suonare è stato strano ed alienante, come tante altre cose di quel periodo. Altre canzoni dell’album invece sono nate in quel momento e, dovendo fare di necessità virtù, abbiamo approfondito l’uso di programmi per creare e registrare musica, il che è stato fondamentale per condividere tra di noi le nostre idee e registrare una prima demo del disco.

Ascoltando il vostro disco c’è un elemento che ritorna in quasi tutti i testi ed è la natura: che sia un elemento in particolare (vento, acqua, pioggia) o meno, sembra che il vostro intento sia quello di far calare l’ascoltatore in un preciso ambiente “fisico”. Vi chiedo se c’è un particolare legame tra voi e la natura o se siete semplicemente influenzati (anche a livello inconscio) dalla vostra zona di provenienza.

Palinurus: Il fatto che la natura sia un elemento ricorrente non è una cosa ricercata, ma del tutto spontanea: un aspetto che ci accomuna è l’essere cresciuti nello stesso paese ed essere affezionati al nostro territorio e ai suoi paesaggi. Oltre a questo, abbiamo sempre apprezzato artisti/cantautori/scrittori che attraverso un testo o un racconto parlano della vita di provincia e di campagna, con i suoi pregi e difetti, riuscendo a farci immedesimare in quelle storie e in quei personaggi. 

Un altro aspetto non scontato, che si coglie nell’ascolto di Canzoni Perse è sicuramente l’importanza che ha la musica: oserei dire che mettete in mostra il vostro vero “io”, la vostra essenza. La musica si prende (come la natura) i suoi spazi nei brani senza alcuna difficoltà, scivola tra le parole senza essere mai di troppo bensì completandola. Come nasce una vostra canzone? Parole e musica si completano insieme o seguono due strade diverse?

Palinurus: Grazie innanzitutto! Siamo tutti e quattro a scrivere, ma generalmente la parte essenziale di una nostra canzone, “il nocciolo”, nasce da un giro di accordi di chitarra e un’idea di testo, da cui si espande la melodia e il concetto. In altri casi invece il testo arriva in un secondo momento e lo si adatta alla musica.

C’è una frase nella vostra biografia che mi ha fatto molto sorridere “le loro canzoni sono un riflesso […] delle pippe mentali tipiche di chi ha superato i trenta”: io forse, avevo più complessi prima e non adesso che ho varcato le soglie della terza decade ma voi come vi sentite nei confronti del futuro e come vedete la nostra generazione?

Palinurus: Sì, abbiamo cercato di riassumere in una battuta i pensieri che derivano dal superamento dei 30 anni, che non è di per sé una questione anagrafica ovviamente, ma come si scherza spesso su quest’età, non sai ancora se considerarti un giovane adulto o un vecchio adolescente. Sono stati anni per noi carichi di cambiamenti familiari, lavorativi, di studio, ecc.., e abbiamo dovuto rapportarci a tutte queste nuove situazioni e i nuovi ritmi che ne derivano. Come vediamo il futuro è una gran domanda, è difficile essere ottimisti. La nostra canzone Philippe Petit è ispirata alla scomparsa delle basi, che un tempo si davano per scontate per i nostri coetanei, per poter progettare un futuro e realizzare i propri sogni.

È davvero difficile riuscire a trovare un brano che non sia bello in Canzoni Perse: gli arrangiamenti sono coinvolgenti e giustamente ritmati. Forse più che “canzoni perse”, possiamo parlare di canzoni ritrovate! Che ci sia il sole o il freddo, Canzoni Perse merita un ascolto… perché poi il secondo vi verrà in automatico!




Biografia
I Palinurus sono una band formata da quattro amici di Varzi, un paese dell'Oltrepò pavese. Le loro canzoni sono un riflesso della vita provinciale di collina oltre che delle pippe mentali tipiche di chi ha superato i trenta, nascono in una cantina adibita a sala prove, umida, buia, più adatta alla stagionatura del salame che a comporre canzoni.
 
Crediti
Produzione: Palinurus, heysimo, Andrea Castelli.
I Palinurus sono Fabio Bergamini, Andrea Matti, Paolo Balzarini, Carlo Dirotti


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