Sanremo 2024

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Sanremo 2024 Sanremo 2024: una poltrona per cinque. Le pagelle delle cover e delle canzoni in gara. E le Top10

10/02/2024 di Autori vari

#Sanremo 2024#Italiana#Pop

Dalla poltrona di casa i nostri prodi Barbara Bottoli, Giada Lottini, Giovanna Mentasti, Paolo Ronchetti e Roberta Matticola hanno guardato il Festival di Sanremo per noi: ecco i loro giudizi sulle cover della quarta serata, mentre sui brani in gara arrivano anche le pagelle di Bottoli e Lottini. I punti di vista si moltiplicano, in un dialogo impossibile/a distanza, che allarga la prospettiva. Vi sveliamo inoltre la Top10 di Mescalina delle cover e di tutte le canzoni di Sanremo 2024. In testa Mahmood
Pagelle delle cover

Alessandra Amoroso con i BoomDaBash - Medley

Barbara: mi chiedo, da anni, l’apporto della Amoroso alla musica italiana. La collaborazione coi BoomDaBash è rodata, ma meglio non farci l’abitudine. L’estate a febbraio quindi fuori-stagione.

Giada: un momento di ballo, che nullifica la voce della Amoroso; eccettuato il momento in cui inizia con Le radici ca’ tieni, Il resto è una formula pacchiana, inspiegabilmente padrona di tante classifiche estive. 3,5 

Giovanna: le proprie origini ancestrali in chiave moderna, un omaggio al Salento, la sua terra, che da Le radici ca’ tieni approda a Mambo salentino. 6

Paolo: insomma, vogliono vincere facile! Ma almeno per qualche secondo riescono a farlo divertendosi e divertendo. Poi tutto va in vacca. Non mi aspettavo cose diverse purtroppo. 4. 

Roberta: ma perché chiamarla “serata cover” se cantano le loro canzoni? Voto dato dalla mia insofferenza per questi tormentoni estivi.

 

Alfa con Roberto Vecchioni - Sogna ragazzo sogna di Roberto Vecchioni

Barbara: piacciono tanto, non fingono, sono naturali, quindi credibili, nessuno prevale: uno racconta e l’altro ascolta, dicendo la propria visione. Vince la semplicità e credibilità in un’edizione studiata a tavolino. 9

Giada: portare come cover un grande pezzo di un artista come Roberto Vecchioni, presente sul palco, è un rischio. Finisce che in genere l’ospite si mangia il cantante in gara, cosa puntualmente accaduta. La formula è stata premiata, ma a me non ha convinto fino in fondo. 6
Giovanna: se siete fra quelle persone ciniche che hanno trovato questa coppia e questa cover ruffiana, mi spiace per voi. Alfa ha la mia stessa età, e come io sono cresciuta con questo brano, dal suo sguardo immagino che pure per lui sia stato un momento monumentale. “Manca solo un verso a quella poesia, puoi finirla tu”: lacrime. 9,5 

Paolo: esibizione molto emozionante. Alfa si dimostra autenticamente appassionato e dentro alla canzone. Capace poi di dare un contributo personale in chiusura. Vecchioni canta come se fosse l’ultima cosa che farà nella vita, in un misto tra orgoglio e desiderio! Commovente e bravissimi! 9

Roberta: Alfa, stai cantando con uno dei pezzi più belli che uno dei cantautori più importanti della musica italiana potesse mai scrivere… Tu ci metti una barra, profanandola? Poteva essere un 8, ma è precipitato in un 5,5.

 

Angelina Mango con il quartetto d'archi dell'orchestra di Roma - La rondine di Mango

Barbara: si è parlato tanto di questo brano nelle anticipazioni. La rondine è uno dei ricordi personali, ma non l’ho ritrovata nelle emozioni, forse sviata dall’arrangiamento. Sembra che Angelina abbia voluto strafare (o forse era l’emozione che non trasmette). 5

Giada: credo in vita mia di non avere mai avuto un guizzo per un’esibizione sanremese. Nel suo caso ho avuto i brividi. Tolte le cumbie, si vede la stoffa della fuoriclasse, e non è solo perché porta un pezzo incredibile del padre, è perché è brava sul serio. 9

Giovanna: uno di quegli istanti in cui il tempo si ferma e non è possibile tracciare un confine fra musica e sentimento, un brano che sembra stato scritto apposta per venire cantato così. Che momento non dev’essere stato per lei. 9,5

Paolo: grande passione: rallenta tutto rischiando tutto. Svuota e poi riempie con un lavoro di arrangiamento molto pensato. Ma anche troppa commozione e fatica. Lavorando sull’arrangiamento con queste linee musicali si rischia di produrre banali pianismi alla Allevi mixati con tappetoni di archi. Deve ancora crescere, ma è già ad un livello pazzesco. Io sto, questa sera, un po’ fuori dal coro. Brava, emozionante, coraggiosa, ma ancora non bravissima. 7,5 

Roberta: Credo che ogni parola sia puramente superflua. L’arrangiamento di soli archi ha creato un’atmosfera unica e commovente, il giusto omaggio a Pino Mango che (tutti) aspettavamo da lei: delicata e commovente (era da primo posto). 10

 

Annalisa con La Rappresentante di Lista e il coro Artemia - Sweet Dreams (Are Made of This) degli Eurythmics

Barbara: l’attesa era alta, ma il coro Artemia e Veronica coprono, nascondendo Annalisa che fatica a prendere la scena. Ottima scelta del brano, ma Annalisa non riesce a togliersi dall’immagine degli ultimi anni, 6,5 

Giada: Sweet Dreams è un pezzo importante. La voce di Annalisa in genere è potente, ma qui, dove fa i bassi, non decolla come dovrebbe. La Rappresentante di Lista è più a fuoco nel pezzo, il coro è valido, la platea applaude e loro portano a casa il pezzo. 6,5

Giovanna: grintose e magnetiche, le due cantanti si spalleggiano mentre il coro in sottofondo completa armonicamente l’arrangiamento orchestrale. A riprova che se Annalisa fosse nata dall’altra parte dell’oceano, sarebbe in grado di reggere palchi ben più grandi dell’Ariston. 8,5

Paolo: molto brave e impressionante la preparazione che si vede essere dietro questa esibizione. L’alternanza delle voci, l’attenzione alle dinamiche, gli unisoni e le doppie voci hanno una cura maniacale e, allo stesso tempo, una energia pazzesca. Colpisce come Annalisa riesca a “spaccare” quasi più di Veronica che fa un lavoro di tessitura prezioso. Duetto pazzesco! Veramente di una grandissima potenza e espressività! Ps: Annalisa e Veronica qui non urlano MAI: Annalisa e Veronica CANTANO! Se non si capisce questo, bisogna studiare partendo dalle basi. 9

Roberta: l’intro a cappella ci ha introdotto in una cover energica ed equilibrata. Leggermente incerta la voce di Veronica Lucchesi all’inizio della sua esibizione, esplosa poi in un lungo e sensazionale assolo acuto con Annalisa: rock ed energia. 8 

 

BigMama con Gaia, La Niña e Sissi - Lady Marmalade di Labelle

Barbara: sa fare spettacolo, dal titolo scelto ci si aspetta esattamente quello che si è visto. Ma la voce di BigMama resta interessante. 6

Giada: versione Moulin Rouge per il quartetto, didascalica fino alle parti rappate che, tuttavia, non dispiacciono come in altri casi. Poteva andare meglio, ma poteva andare molto peggio. 4,5 

Giovanna: avviando una petizione per fare diventare queste quattro una girl band fissa. Quanto è bella la solidarietà femminile. 8

Paolo: preparato tutto molto molto bene. Riescono ad essere fresche anche su una delle cover più usurate e su cui si è detto tutto. L’idea degli inserti in dialetto funziona e raggiungono pienamente il loro obbiettivo. Energiche, divertite e divertenti. 7,5 

Roberta: che BigMama portasse energia sul palco di Sanremo lo sapevamo, questa cover ha solo enfatizzato la sua forza. Di sicuro non tra le mie favorite, ma comunque riuscita. 7-


Bnkr44 con Pino D'Angiò - Ma quale idea di Pino D'Angiò

Barbara: divertono, riportano alla mente un brano che noi quarantenni abbiamo cantato - loro meno. Premio la scelta originale ed adeguata, ma non si può fare col resto. 5

Giada: intro piano e voci con dubbioso autotune, poi diventano un mix tra i Neri Per Caso, ma a colori ed una boyband. Scelta comunque coraggiosa, ed il ritmo del pezzo li aiuta non poco. 3

Giovanna: da scappati di casa pop punk, a dei damerini che provano a conquistare una ragazza con Pino D’Angiò come voce della coscienza. Perché è proprio vero, passano le generazioni, ma le idee strampalate sono sempre le stesse. E a volte riescono pure bene. 7

Paolo: simpatica e leggera. Nulla di che, ma niente di male e i fiati si sono sicuramente divertiti! 6,5

Roberta: Quando cantano i Bnkr44, penso ai brani dei cartoni Disney e non cambio idea neanche su questa versione di Che idea con Pino D’Angiò: caruccia, ma dimenticabile. 6-

 

Clara con Ivana Spagna e il Coro di voci bianche del Teatro Regio di Torino - Il cerchio della vita di Ivana Spagna

Barbara: creano lo spettacolo per Sanremo, restando nella classica cornice sanremese. Spagna nasconde completamente Clara che avrebbe potuto aggiungere qualche novità. 6

Giada: quando questa canzone fu concepita, Clara non era ancora nata. Avrà consumato il cartone animato Il re leone, da bambina, e ha realizzato probabilmente un sogno. L’atmosfera suggerita dalle voci bianche è quella. 5

Giovanna: portare un brano dal film Il re leone è senza dubbio una scelta curiosa, ma con il coro e l’orchestra ha il suo fascino. 6

Paolo: nulla da strapparsi i capelli ma tutto molto preciso e curato. Non è poco, anche se lontano dal mio gusto personale. 6,5

Roberta: se Clara avesse utilizzato un po’ più di grinta (la stessa impiegata nel brano in gara) avrebbe acquistato qualche punto in più. Ivana Spagna energica: mi commuove sempre su questo brano. 7-


Dargen D'Amico con BabelNova Orchestra - Omaggio a Ennio Morricone: Modigliani e Dove si balla sulle note di The Crisis

Barbara: D’Amico e Orchestra una dicotomia. Meglio quando invita la gente a ballare è più credibile e onesto. 2

Giada: ci vuole coraggio ad omaggiare il maestro Morricone, e ci vorrebbe anche rispetto. L’orchestra, in qualche modo, ci prova, ma viene sopraffatta dalla personalizzazione peregrina di D’Amico, che conclude citando un suo pezzo. Bisogna sapere quando fermarsi in tempo e quando andare a toccare certe corde. L’esibizione per me più innervosente tra tutte.

Giovanna: più che una cover, un concetto. Con Modigliani, Dargen D’Amico provò a partecipare a Sanremo senza successo. In questa versione parlata che si interseca con Dove si balla, sulla base di The Crisis di Ennio Morricone, il cantante racconta se stesso e la sua parabola artistica. 7,5

Paolo: nulla di che sul brano, ma riesce sempre a dire parole importanti. Accettabili gli arrangiamenti su Morricone. 6,5. 

Roberta: idea originale, ma forse si è un po’ perso l’omaggio a Morricone? 7,5


Diodato con Jack Savoretti - Amore che vieni, amore che vai di Fabrizio De André

Barbara: chi mi conosce sa che non potrei mai essere obiettiva: sono rimasta all’intro di Timi. Per me è stata la scelta e l’esibizione perfetta, quella ideale, anche se Diodato si lascia trascinare - e forse questo lo rende umano. La voce di Savoretti si ascolta e si vola, 9,5 

Giada: Filippo Timi introduce, Diodato interpreta con la giusta sensibilità e il giusto pathos. Savoretti un po’ troppo roco e aggressivo nella dinamica del pezzo. Buono l’arrangiamento orchestrale. 6,5 

Giovanna: ogni sera mi trovo ad apprezzare sempre di più la sua presenza sul palco, e non ho ancora capito da dove tiri fuori quella voce. 7,5

Paolo: molto bella. Molto intensa e bella per tre quarti della esibizione. Peccato che sul finale tendano a strafare (ma sempre con grande classe). Ma mi piace molto il loro dialogare, le seconde voci nei punti giusti e poi… e poi Diodato ha una voce pazzesca!

Roberta: cover semplice e senza eccessi: la semplicità premia. 8

 


Emma con Bresh - Medley di Tiziano Ferro

Barbara: inaspettata la scelta del medley di Ferro e la presenza dell’orchestra in apertura. Piacciono perchè si adeguano alla serata con rispetto, ben amalgamati e anche nella versione karaoke “fanno Sanremo”. 6,5

Giada: interpretare Ferro è un’impresa coraggiosa. Emma appiattisce la parte melodica, Bresh devasta tutto con l’approccio soft trap e l’autotune, qui strumento del demonio. 3

Giovanna: come fece anche l’anno scorso con Lazza, sembra che Emma abbia la straordinaria abilità di essere perfettamente in sincronia vocale con qualsiasi giovane rapper. E il medley Tiziano Ferro convince anche lui stesso. 7

Paolo: compitino fatto bene (per quanto possano con le loro capacità vocali ed artistiche). 6

Roberta: sarà l’effetto dell’infanzia passata, ma ho apprezzato questo riadattamento di Emma con Bresh dei brani di Tiziano Ferro, in particolare su Sere Nere con le due tonalità che ho trovato si incastrassero molto bene. 7

 


Fiorella Mannoia con Francesco Gabbani - Che sia benedetta di Fiorella Mannoia e Occidentali's karma di Francesco Gabbani

Barbara: sono perplessa, non ho capito la scelta sia dell’accoppiata che dei brani scelti. Non ho trovato la linea comune se non riproporre due brani che hanno conquistato il palco negli ultimi anni. 3,5

Giada: ognuno canta un suo pezzo e si inserisce in quello dell’altro. Nel caso del pezzo della Mannoia, poco male; nel caso di Gabbani sono stata proiettata in un villaggio vacanze dove la gente è costretta a divertirsi dagli animatori.

Giovanna: se sei Fiorella Mannoia e Che sia benedetta è un tuo brano, allora lo puoi portare alla serata cover. E non solo: se sei Fiorella Mannoia, hai anche la lucidità di sdrammatizzare con uno dei brani sanremesi più divertenti degli ultimi anni. Che sia benedetta la scimmia nuda che balla. 7,5

Paolo: non si capisce cosa succede sull’ultima nota quando la Mannoia scoppia ridere mentre Gabbani, dietro di lei, le fa qualcosa. Ma si divertono da professionisti per tutta l’esibizione. Bravi e leggeri. Chapeau.

Roberta: mi dispiace dirlo ma la Mannoia quest’anno non ne indovina una: Parte timorosa e senza tonalità sul suo brano che viene elegantemente distrutto da Gabbani che, a sua volta, canta perfettamente Occidentali’s Karma. 6 (solo per la simpatia)

 


Fred De Palma con gli Eiffel 65 - Medley degli Eiffel 65

Barbara: credibile come duetto con nulla da pretendere, un momento di distrazione. 5,5

Giada: momento dance che cerca di svegliarci a serata quasi conclusa. De Palma fa freestyle sulle note di Blue e la platea va indietro nel tempo di circa venti anni, niente di più.. 5

Giovanna: Fred De Palma ha scambiato l’Ariston per una discoteca, e in fondo non spiace così tanto. “I’m blue daba dee daba die” scritto sul gobbo come se potessero mai dimenticare il testo vetta di questa performance. 5

Paolo: Livello da boomer TOTALE. 5

Roberta: Voto solo gli Eiffel 65, le “barre” extra di Fred De Palma lasciano a desiderare. 5


Gazzelle con Fulminacci - Notte prima degli esami di Antonello Venditti

Barbara: molto apprezzata la scelta di Venditti e la interpretano con la Capitale nel cuore, facendo percepire un tratto della presenza di Venditti in ciascuno di noi. 7

Giada: la platea, che conosce il pezzo a memoria, canta meglio di Gazzelle. Fulminacci è dignitoso. Non credo si possa spremere di più il carrozzone dell’indie italiano, bisognerebbe cambiare un po’ approccio. 4,5

Giovanna: la scuola romana di oggi incontra la scuola romana di ieri. Un classico intramontabile cantato da due delle voci che più stanno guidando la scena indie giovanile, una cover riuscita in quanto perfettamente incastonata nello stile di entrambi. 8

Paolo: una Notte prima degli esami in versione sonnacchiosa e senza nessun guizzo. Spiace, ma è così! 4,5

Roberta: Gazzelle emozionato, con la voce tremante come la prima sera, roca e grezza si contrappone a quella delicata, dolce, cristallina e sicura di Fulminacci. Due amici più che semplici colleghi, confezionano una cover semplice, lineare e senza sbavature: questa è la nuova scuola romana. Scusate, sono di parte: 10


Geolier con Guè, Luchè e Gigi D'Alessio - Medley Strade

Barbara: perfettamente costruita con l’obiettivo di richiamare l’intero pubblico presente e curioso. Manca la naturalezza, manca il coinvolgimento, cioè l’opposto di quello che ci si aspetta da un certo genere musicale e da Napoli. 4

Giada: il filone del rap partenopeo degno di nota in questo momento storico. Napoli è questa, ed è anche Gigi D’Alessio che, piaccia o non piaccia, è un’influenza non da poco per chi si è esibito. Vincitori del premio, con molti dubbi e diversi fischi da parte del pubblico. 7

Giovanna: è stata un’esibizione che ha saputo fare forza sull’identità del cantante, portando tre miti della musica italiana e napoletana sul palco: questo va certamente riconosciuto, e che piaccia o meno, non è comunque una scusa per attaccare ferocemente un ragazzo solo sulla base di un purtroppo diffuso antimeridionalismo.  6,5

Paolo: molto meglio questa sera. C’è tutto. Con Gue e Luchè che spaccano. Tirano con grande complicità e grande coolness. E anche con Gigi, momento peggiore, va comunque benissimo. Peccato il finale un po’ troncato. 7,5

Roberta: l’esibizione non mi è piaciuta e non la trovo una cover da podio (decisione degli spettatori!), ma devo ammettere che ha portato sul palco di Sanremo non solo il napoletano ma, soprattutto, il rap. Scelta coraggiosa(?). 5,5

 

Ghali con Ratchopper - Medley Italiano vero

Barbara: il binomio Ghali-Italia mi toglie l’aria: ha ormai come marchio di fabbrica questa appartenenza all’Italia che ha reso ridondante con la scelta dei brani delle cover. Riconosco il limite personale, quindi il punteggio non è obiettivo. 3,5

Giada: la trap italiana assume la tinta internazionale che dovrebbe avere. Tematiche serie e pochi vizi e vezzi. L’inserto di Cutugno, oltre l’omaggio, è più attinente di quello che si pensi. 7

Giovanna: italiano e tunisino, due metà, ma anche due interi. La progressione dall’arabo al guardare dritto in camera e dire “sono un italiano vero”... Ghali non è politico, è che la sua esistenza, come quella di tanti altri come lui, è stata politicizzata da chi non è capace di vedere che la multiculturalità non è un limite, ma una risorsa. 9,5

Paolo: grande personalità anche per lui. Riesce a prendersi il palco con intelligenza e decisa sensibilità. Restituisce ad una canzone usurata, mal presentata e mal usata, una sua nuova dignità e bellezza. Una dignità che per anni solo chi ha avuto contatti con la musica popolare africana, aveva scoperto con le centinaia di cover di artisti africani ascoltate a partire dagli anni 80 e 90. E Ghali riesce a fare tutto questo con una pulizia unica!

Roberta: un medley politico: una scelta forse retorica ma che ho particolarmente apprezzato. Molto bello l’inizio cantato in lingua araba e l’arrangiamento su L’italiano. 7+


Il Tre con Fabrizio Moro - Medley di Fabrizio Moro

Barbara: Fabrizio Moro sul palco di Sanremo sembra sempre di passaggio, ma si presenta e fa sparire tutto. Le sue canzoni sanrenmesi sono scolpite nella memoria, come succedeva una volta. Il Tre non pervenuto, ma l’abbraccio finale alza il punteggio. 5,5

Giada: problemi tecnici iniziali facilmente superati. Il ragazzo nell’interpretare è più gentile di Moro, ha una buona capacità vocale e tutto passa senza infamia e senza lode. 5

Giovanna: belle voci, brani energici, ma è un classico duetto sanremese fra due voci maschili. 5

Paolo: sono tremendi. Due persone incapaci di andare in sintonia! Peggio del peggio. Sgraziati e tristi nella loro incapacità totale di fare qualcosa assieme con un po’ di senso! E magari hanno pure provato. Ma quando due “artisti” sono troppo autocentrati non può che succedere questo. 2

Roberta: il 3+1= 4

 


Il Volo con Stef Burns - Who Wants to Live Forever dei Queen

Barbara: puntano ai piani alti: beh, le conoscenze aiutano, ma sembrano sempre al locale del sottoborgo di Big Italy negli anni ‘50 col mandolino nella valigia di cartone. Prima o poi si ridimensioneranno (ce lo auguriamo). Aveva senso scomodare Stef Burns? 2,5

Giada: poteva essere un disastro, invece Stef Burns e la sua chitarra funzionano. Ingessati come da impostazione, non si può dire che non sappiano cantare e interpretano un pezzo decisamente nelle loro corde. 6

Giovanna: loro, belle voci, ma imbalsamati. L’arrangiamento cerca di scioglierli, e in parte ci riesce. 4,5

Paolo: oddio! I Queen in mano loro no, vi prego. Cattivo gusto su cattivo gusto mi fa temere il peggio. E infatti… siamo oltre il peggio. Nulla è ascoltabile. Nulla è con un minimo di dignità. Se non se ne accorgono qualcuno dovrebbero dirglielo. Una cosa tremenda e di cattivo gusto come poche! 1

Roberta: mi duole ammetterlo, ma questa cover mi è piaciuta. Potrei dire che hanno distrutto un brano ed in parte è vero ma ho trovato che abbiano cantato molto bene il ritornello di Who Wants to Live Forever in un incastro ben strutturato di voci. 7- 


Irama con Riccardo Cocciante - Quando finisce un amore di Riccardo Cocciante

Barbara: brano emozionantissimo. Cocciante, anche se non piace, piace lo stesso perchè è atmosfera, copre completamente Irama e la sua ricerca vocale. 6

Giada: Cocciante polverizza Irama, la cui prova vocale (parole mangiate incluse) è scarsina soprattutto nei bassi. 5

Giovanna: Cocciante canta, e poi Irama apre bocca e si percepisce la differenza. 3,5

Paolo: bel lavoro. Riescono a tenere una bella intensità nel duetto, con le giuste alternanze delle voci. E si perdona il finale con la nota troppo lunga e pomposa dell’orchestra. (Ma non si perdona la cosa cantata da Cocciante a brano finito: senza senso al di là delle buone intenzioni). 7,5

Roberta: due voci potenti, quella a tratti arrabbiata e graffiante di Irama enfatizza la disperazione per un amore finito.


La Sad con Donatella Rettore - Lamette di Donatella Rettore

Barbara: Lamette cantata dalla Rettore, anche se incartapecorita, vale la visione; che poi sul palco ci siano La Sad o qualcun altro poco importa. 6,5

Giada: personalmente trovo i La Sad imbarazzanti artisticamente. L’arrangiamento pop punk ci può stare, mentre la Rettore si trova a dover gestire degli adulti che giocano sul non crescere ed io non so che dire.

Giovanna: potevano fare questo duetto solo con Donatella Rettore, e solo con questo brano. Punk, autoironici, caotici. 6,5

Paolo: fanno un bel casino divertendosi con una Rettore ben in palla. Divertente, anche se uccidono un po’ la voce della Rettore abbassando la tonalità.

Roberta: ma perché fanno tutta questa confusione sul palco? La Rettore visibilmente confusa: si starà chiedendo perché ha accettato. Brano dal titolo coerente con la “filosofia” emo. 5


Loredana Bertè con Venerus - Ragazzo mio di Luigi Tenco con l'arrangiamento di Ivano Fossati

Barbara: la parte migliore della serata cover è che finalmente si riportano al pubblico dei brani degni di nota. Premiata la scelta, ma la Bertè è sempre meglio nei brani scritti per lei. Anche se in questa edizione del Festival sembra rinata. 6,5

Giada: porta un pezzo incredibile, arrangiato per lei da Ivano Fossati. Venerus alla chitarra è un valore aggiunto. La grinta della Bertè è sempre quella: che gioia sentirli! 8

Giovanna: trasposizione del brano di Tenco nel suo stile rock urlato, non si può dire che non l’abbia fatto suo. 6

Paolo: quante volte con la cassetta della Bertè in macchina a sentire e risentire la sua versione di Ragazzo mio. Anni! Questa sera bella versione. La cosa pazzesca è che quando sale di tonalità canta ancora meglio e con precisione di quando canta su tonalità più comode. Come spesso succede l’artista vero si vede nei momenti in cui potrebbe andare in difficoltà: e invece vola. 7,5

Roberta: forse è la vera rivelazione di questo festival di Sanremo. Una cover rock, affiancata da Venerus alla chitarra, la Bertè rende omaggio ad uno degli artisti forse meno celebrati del cantautorato italiano, Luigi Tenco. La cantante sta nel suo e lo dimostra alla perfezione. 8- 


Mahmood con i Tenores di Bitti - Come è profondo il mare di Lucio Dalla

Barbara: il sardo è già musica e Mahmood potrebbe davvero adeguarsi a qualsiasi sonorità, e in più sceglie uno dei brani più intensi di Dalla. 9

Giada: canta un pezzo meraviglioso di Lucio Dalla in maniera personale e rispettosa, assieme ai Tenores che aggiungono suggestione nel coro. Credo che a Lucio sarebbero piaciuti. 7,5

Giovanna: sguardo in avanti, fermo sul palco. Contaminazione sonora e culturale. Nella sua semplicità, una performance politica, e umana. 9

Paolo: ragazzi, che serata! Bellissima versione intima e potente. Lui è una specie di alieno nel modo di interpretare. Capisco chi non lo ama. Capitemi quanto e quando lo amo, soprattutto come interprete (le infinite piccole variazioni sulla melodia sono da incorniciare quanto sono preziose)! Unico “difetto” dell’esibizione potrebbe essere la voce di Dalla sul finale: un “di più” che apparentemente sposta l’attenzione, ma salvaguarda un certo equilibrio e permette a Mahmood delle straordinarie piccole seconde voci che portano al finale...9. 

Roberta: facciamola risuonare ancora la voce di Lucio Dalla sul palco di Sanremo, glielo dobbiamo. Accostamento quasi azzardato quello di Mahmood con i Tenores di Bitti: sì, azzardato, ma comunque riuscito. Forse avrei optato per una parte dell’esibizione a cappella. Com’è profondo il mare… ma anche questa cover! 9


Maninni con Ermal Meta - Non mi avete fatto niente di Ermal Meta (e Fabrizio Moro) 

Barbara: Ermal Meta sta al palco di Sanremo come il sole d’estate, eppure l’arrangiamento non convince rispetto al conosciuto. Però avere Ermal anche nel 2024 è un punto in più. 6

Giada: versione piacevole, ben arrangiata, non troppo distante dall’originale. La voce di Maninni si addice al pezzo che scorre in maniera adeguata. 6,5

Giovanna: apprezzamento non tanto per la performance in sé, quanto per il messaggio. Sempre tanto apprezzamento per chi, avendo una piattaforma, prova a dire qualcosa. 5,5

Paolo: anche qui qualcosa che non va al cento per cento. Forse la troppa aderenza con l’originale. Ma la sufficienza c’è, anche se sembra un compitino. (Probabilmente con un volume più alto delle percussioni tutto sarebbe cambiato non poco). 6,5 

Roberta: il brano più falso di sempre.


Mr.Rain con i Gemelli DiVersi - Mary dei Gemelli Diversi

Barbara: Mr. Rain cerca di prendere il palco anche fisicamente, forse si sente scoperto dalla mancanza di scenografia. Fa piacere risentire Mary, ma la scelta rientra nel piano “sensibile” di Mr.Rain. 3,5

Giada: momento nostalgia dei vent’anni portato sul palco dai Gemelli DiVersi. In questa veste, il Mister mi pare meglio del solito. Ci tende un agguato coreografico portando sul palco le Farfalle olimpiche, che senza dubbio sono meglio delle altalene. Un voto 10 speciale ad Amadeus, che sbaglia i tempi pensando che l’esibizione sia finita e per poco non finisce travolto dalle campionesse. 3. 

Giovanna: una canzone dal significato importante e drammatico, in una performance resa troppo caotica e affollata dai tre uomini e dalle ginnaste sullo sfondo che riempiono ogni angolo del palco.

Paolo: versione ordinaria e pulita. Che dire di più?  6. 

Roberta: senza l’inserimento di Supereroi la cover sarebbe andata bene, però Mr Rain, perché? Io ho capito che siamo un po’ tutti Supereroi quando superiamo le difficoltà, così come la Mary dei Gemelli DiVersi, però potevamo evitarla. 6


Negramaro con Malika Ayane - La canzone del sole di Lucio Battisti

Barbara: due voci interessanti, un classico della storia della canzone italiana, ma resta senza una conclusione emotiva. 5

Giada: ho un problema serio con il modo di cantare di Sangiorgi. La canzone, riarrangiata, non è neanche malissimo, la Ayane piacevole, ma il tutto non mi emoziona. 4,5

Giovanna: provano a ridefinire l’atmosfera della Canzone del sole, prendendo un brano noto per essere suonato grattugiando le corde di una chitarra vicino a un falò in riva al mare, per farlo diventare una ballad orchestrata. Ma la schitarrata continua a suonare meglio. 4

Paolo: ormai non tollero più il modello interpretativo di Sangiorgi. Troppo carico, enfatico, urlato senza grazia. Fa a botte con l’arrangiamento interessante e con una delicata e precisa Malika. Anche il bel falsetto va usato con parsimonia per rendergli il giusto valore. Peccato. Con più misura sarebbe andata meglio...6,5. 

Roberta: prendete il brano più famoso del repertorio musicale italiano, inseriteci la voce di Malika Ayane e, successivamente quella di Giuliano Sangiorgi: vi renderete conto di aver fatto una scemenza. La Ayane è dolce e delicata nell’articolazione de La canzone del sole, Sangiorgi inserisce i suoi virtuosismi e la distrugge. Omaggio a Battisti poco riuscito, peccato. 5,5

 

Renga Nek - Medley dei loro successi

Barbara: un momento di sconforto, mi rattrista questa coppia, perchè qualsiasi cosa facciano mi sembrano uno il bastone dell’altro alla ricerca di un attimo di visibilità. 4

Giada: interpretano loro stessi, non mettendosi certo in gioco e scegliendo la via più comoda. Non sono stati gli unici, comunque. 4

Giovanna: Renga e Nek partecipano a Sanremo con un brano insieme. Serata cover, Renga ha portato Nek come ospite, e Nek ha portato Renga. Dovrebbe esserci una nota nel regolamento per cui questo non dovrebbe poter succedere. 4,5

Paolo: fanno il loro con divertimento senza aggiungere o togliere nulla ma divertendosi. Peccato che questo duo sia a livello zero dal punto di vista artistico. Nessun tipo di riflessione sulla entrata e uscita delle voci; su unisoni/contrappunti/armonizzazioni.  Tutti cantano tutto sovrapponendosi senza criterio. 6

Roberta: già l’aver cantato da soli gli ha fatto perdere dei punti, poi ognuno ha cantato i propri brani (come Jovanotti e Morandi nel 2022) e questa cosa non mi scende: dov’è la cover?


Ricchi e Poveri con Paola & Chiara - Medley di Sarà perché ti amo e Mamma Maria dei Ricchi e Poveri

Barbara: chi non ha ballato dal divano? I Ricchi e Poveri hanno più energia delle sorelle Iezzi, i Ricchi e Poveri si divertono, sembrano immutati e immutabili 5

Giada: dovessero mai ridiventare quartetto, gli Angeli avrebbero trovato una coppia perfetta. Tutto iconico, tutto trascinante. 6,5 

Giovanna: ripeto: una lega a parte. La quintessenza del karaoke da spiaggia, l’inizio in spagnolo, Paola e Chiara. Loro sono qui per divertirsi e divertire, e chi siamo noi per non cantare E VOLA VOLA SI SAAAAA 6,5

Paolo: il trash italiano continua a dare lezione. Basta si prenda la cosa per quello che è: pop e divertimento (che l’arte sta da un’altra parte e qui si sta giocando e scherzando per un attimo di leggerezza!). 7. 

Roberta: percepisco solo un continuo senso di “fuori luogo”. Brutta copia degli ABBA. 5

 


Rose Villain con Gianna Nannini - Medley

Barbara: Gianna Nazionale nei suoi successi passati dà ancora il massimo e si rimane incantati. Rose Villain non trova il suo spazio, ma come si può stare sul palco con la Nannini riuscendo a prendere la scena? Per media 6.

Giada: Gianna si mangia Rose Villain e non potrebbe essere altrimenti. Per fare le canzoni della Nannini è preferibile una voce sporca come la sua. Rose da una parte è troppo pulita, dall’altra chiude ogni verso con una mollezza costruita. Non convince. 4

Giovanna: un’altra potente coppia di donne. L’ammirazione di Rose Villain per Gianna Nannini è palpabile, con il rischio di mettersi da sola in secondo piano rispetto all’icona rock in un omaggio comunque visibilmente sincero e sentito. 6,5

Paolo: la Nannini è tiratissima, ma Rose non tiene l’esibizione, se non le prime battute. Non sembra esserne all’altezza. Soprattutto negli unisoni l’effetto è da coraccio da serata alticcia. Non si intendono sulle intenzioni del cantato (che è più importante delle note stesse) e il risultato è accettabile solo per chi ha la bocca buona. 4,5

Roberta: voci incerte, stonate ed insicure: l’esperimento Villain + Nannini era partito con le giuste intenzioni, ma si è trasformato in un karaoke mal riuscito. Peccato. 6 -



Sangiovanni con Aitana - Medley di Farfalle e Mariposas di Sangiovanni

Barbara: Carissimo Sangiovanni, sono pochi anni che ci proponi canzoni, non ho capito se la cover del suo stesso brano e la cover della cover è perchè non c’era un brano in cui riconoscersi o per poca conoscenza musicale. 2

Giada: di tutte le canzoni italiane esistenti da cui pescare sceglie di autocelebrarsi portando il pezzo con cui partecipò a Sanremo nel 2022. Assieme a lui una star latina che fa solamente una differenza estetica. Il pezzo è tremendo in qualsiasi lingua lo si canti. 2

Giovanna: alla sua seconda partecipazione al festival porta una “cover” del brano che ha presentato alla prima...Un’operazione così egoriferita per un cantante che non ha né l’età né la discografia per farla è sfacciata e pigra.

Paolo: molto piacevole, lo spagnolo spesso fa festa…e lei è un bel peperino.

Roberta: apre la serata e si inserisce subito tra le esibizioni peggiori della serata con il primo (e poi ennesimo) brano autoreferenziale: era necessario cantare Farfalle in spagnolo? 5


Santi Francesi con Skin - Hallelujah di Leonard Cohen

Barbara: per Skin gli anni non passano, ma la scelta di Hallelujah è scontata ed inflazionata. Non riesco a capire la mia stessa idea dei Santi Francesi, mi sembrano sul palco solo per essere osservati. 5

Giada: mi chiedo se l’idea di portare l’inflazionatissima Hallelujah sia stata coraggiosa o meno. La voce di Skin ha una particolarità: o la si ama o la si detesta. Io mi colloco a metà, subisco l’effetto gospel esattamente come il Santo cantante che preme sul clic appena lei apre bocca e resto impassibile. 6

Giovanna: non è un brano facile, serve la voce. E con quella eterea di Skin, sommata a una performance tanto semplice quanto intensa e a un arrangiamento che non prova a imitare i grandi, eccome se funziona. 8

Paolo: che lui avesse una bella bella voce con tessitura molto alta l’avevo detto ieri. Che Skin sia brava si sa. Che Halleluja sia un brano bello, ma che ha strarotto e usurato nelle sue mille versioni lo si sa. Bene, questi due non inventano nulla, ma evitano il più possibile la cosa ritrita e già sentita milioni di volte. Basterebbe questo; basta questo. A partire dall’ostinato pianistico iniziale, l’elettronica che fa capolino, gli accordi cambiati, l’intenzione stravolta a metà esibizione. Per fare queste cose bisogna pensare provare e riprovare gli equilibri. L’artista lo vedi qui! 8

Roberta: mi chiedo perché non sono sul podio o, quantomeno, in top 5. Dopo un timido inizio in sordina, le voci di Alessandro (cantante) e Skin sono esplose in un lento crescendo in cui si sono mescolate con incredibile naturalezza. L’arrangiamento ha conferito al brano un’incredibile delicatezza. Santi (Francesi ed Inglesi) ora e sempre. 10

 

The Kolors con Umberto Tozzi - Medley dei successi di Umberto Tozzi

Barbara: mi sono sentita utile perchè suggerivo le parole a Tozzi delle sue stesse canzoni: che tuffo nel passato. Mi sono divertita più io della coppia sul palco, ma il divertimento è passato quando hanno concluso con “questa non è Ibiza”. 4,5

Giada: medley didascalico, lasciando forse troppo spazio a Tozzi (e del resto i pezzi son suoi) e rispettando le canzoni portate. La platea gradisce e balla. Terribile il “non è Ibiza” finale, ma c’è chi ha fatto di peggio.

Giovanna: Umberto Tozzi = vincere facile. Brani così iconici come Ti amo e Gloria non si possono sbagliare, e suonano trascinanti anche suonati dai The Kolors (che non aggiungono molto di nuovo). 5,5 

Paolo: non provano a spostarsi dagli originali se non per andare verso la tamarragine più inutile. Tozzi in difficoltà seria (scrivo vocalmente, ma penso mentalmente) sino a quando, pian piano, non mandano tutto in vacca! Uno spreco (ma non di tempo perché questi hanno fatto forse solo mezza prova tutti assieme, e si vede). 4,5

Roberta: “Questa non è Ibiza!”… infatti è Sanremo! Al di là di questa parentesi, tributo a Tozzi senza infamia e senza lode. 7- 

La Top 10 (o meglio 11 per due artisti a pari merito) delle cover di Sanremo 24 secondo i nostri collaboratori:
1.  Mahmood con i Tenores di Bitti -
Come è profondo il mare di Lucio Dalla
2.  Angelina Mango con il quartetto d'archi dell'orchestra di Roma -
La rondine di Mango
3.  Diodato con Jack Savoretti -
Amore che vieni, amore che vai di Fabrizio De André
4.  Alfa con Roberto Vecchioni -
Sogna ragazzo sogna di Roberto Vecchioni
5.  Annalisa con La Rappresentante di Lista e il coro Artemia –
Sweet Dreams (Are Made of This) degli Eurythmics
6.  Santi Francesi con Skin -
Hallelujah di Leonard Cohen
7.  Ghali con Ratchopper -
Medley Italiano vero e Loredana Bertè con Venerus - Ragazzo mio di Luigi Tenco con l'arrangiamento di Ivano Fossati
8.  BigMama con Gaia, La Niña e Sissi -
Lady Marmalade di Labelle
9.  Geolier con Guè, Luchè e Gigi D'Alessio -
Medley Strade
10.  Clara con Ivana Spagna e il Coro di voci bianche del Teatro Regio di Torino – 
Il cerchio della vita di Ivana Spagna


Pagelle sui brani in gara, a cura di Barbara Bottoli e Giada Lottini

Alessandra Amoroso - Fino a qui

Barbara: elegantissima e basta. Forse non ho nemmeno ascoltato per intero il brano per la linea piatta e senza enfasi. 2

Giada: un pezzo in stile Amoroso, con vocalità sforzata in alto per evidenziare l’estensione dell’artista. Come prima partecipazione al Festival mi pare a fuoco, ma le manca la freschezza.

 

Alfa - Vai!

Barbara: Piccino...ricorda tanto i partecipanti al Sanremo Giovani degli anni Ottanta, ben lontano da tutto ciò che gira attorno alla macchina del Festival, però non porta nulla di nuovo e viene apprezzato solo per la semplicità. 3

Giada: Alfa porta un pezzo abbastanza fresco, quasi primaverile, con fischi alla LP e un impianto non spiacevole, ma non incide particolarmente e l’inserto rap di poche righe non aiuta. 5

 

Angelina Mango - La noia

Barbara: naturale, si diverte e si vede, ha una voce interessante e riconoscibile, eppure il brano manca della potenza di Madame, rendendola una “ solita canzonetta” se non fosse per la parte a cappella. 6,5

Giada: la canzone è trascinante, l’energia di Angelina Mango e la scioltezza con cui canta sono contagiose, la tecnica vocale che possiede la rende capace di cantare di tutto. Speriamo che passi il trend delle cumbie e del latino-americano, così da far vedere realmente di che pasta è fatta. 7

 

Annalisa - Sinceramente

Barbara: è passato più di anno è mezzo da quando Annalisa ha capito che può anche non essere cercata, ma la si trova in testa coi suoi ritornelli. Sinceramente è un ottimo connubio per il suo nuovo tormentone, assemblandone vari, raccolti nel passato musicale. 6,5

Giada: non appena si è presentata sul palco, è stato già tormentone. Annalisa è brava, ha una voce ottima, è bella ed è anche intelligente. La formula rodata di unire il pop all’elettronica, la capacità di costruire dei ritornelli orecchiabilissimi da parte degli autori e la presenza scenica fanno di questo pezzo un successo assicurato. 7

 

BigMama - La rabbia non ti basta

Barbara: Bigmama è un insieme di personalità che al primo ascolto cancellano il brano, ma il pianto liberatorio incuriosisce nell’aggressività melodica. Arriva subito, anche se renderà più radiofonicamente. 7

Giada: la presenza scenica di questa artista e il tema affrontato nella canzone, oltre alla notevole estensione vocale e alla base che ricorda vagamente il pezzo di Lazza in gara lo scorso anno, rendono il pezzo più interessante di altri sulla stessa riga. 7

 

Bnkr44 - Governo Punk

Barbara: arrivano sul palco e spariscono, si presentano come punk, ma si confondono col periodo carnevalesco. 2,5 

Giada: non trovo un motivo valido, se non la giovane età, per giustificare un pastrocchio musicale del genere. Pronuncia compresa. 3

 

Clara - Diamanti grezzi

Barbara: inizialmente ricorda Origami all’alba, poi l’immagine si copre con quella di Crazy J senza mai liberarsi completamente.

Giada: l’abbiamo conosciuta per Mare Fuori, vincitrice di Sanremo Giovani, porta un pezzo ballabile, e piacevole ma manca ancora qualcosa per essere completamente a fuoco. 6

 

Dargen D'Amico - Onda alta

Barbara: ma non credo di averla colta, forse sviata dal sound o dagli elementi eccessivi … vedremo col passare dei mesi. 2

Giada: se c’è una cosa che D’Amico sa fare, è far ballare la gente. La sua formula mette d’accordo sia il pubblico che cerca una certa serietà (ed il tema del pezzo è serissimo) che quello che invece cerca intrattenimento. Mi riservo di dare un 10 alla giacca con i peluche sfoggiata durante la prima serata…7

 

Diodato - Ti muovi

Barbara: Diodato è Diodato: sa scrivere, sa stare nel contesto e ci ricorda di essere a Sanremo, poi se si aggiunge D’Erasmo il gioco è fatto. Non ha la potenza di Fai rumore, ma è l’ennesima conferma che Diodato non delude. 7,5

Giada: la canzone non è male, una delle poche ad avere una certa rilevanza nel panorama festivaliero. Interpretazione vocale ottima, tema romantico, Rodrigo D’Erasmo come maestro d’orchestra. 6,5

 

Emma - Apnea

Barbara: autodefinirsi rock non significa inserire “c@zzo” nel brano sanremese o un ammiccamento continuo, il rock è altro. Premiando la coerenza (o comfort zone). 5

Giada: come molte artiste in gara quest’anno, porta un pezzo dove la melodia si mischia a un po’ di rap e un po’ di dance, ma personalmente non mi è arrivata e ho subìto un effetto noia inevitabile. 5

 

Fiorella Mannoia - Mariposa

Barbara: sta sul palco meravigliosamente, ma il brano è quasi banale, gli unici punti che guadagna sono per l’interprete. 6

Giada: l’abbiamo vista in tutte le vesti, stavolta in quella più pasionaria. Il pezzo, che si salva perché lo canta lei, non è niente di speciale. Segnalo invece i Mariposa che hanno fatto una canzone a tema dal titolo Fiorella Mannoia. 5

 

Fred De Palma - Il cielo non ci vuole

Barbara: sta sul palco serenamente, non si snatura pur adeguandosi aiutato dagli archi che affascinano sempre. Usa la vetrina in modo adeguato. 6

Giada: si presenta con un pezzo che strizza l’occhio alle radio, indistinguibile tra molti. Ha una buona vocalità, ma non mi è arrivato come avrebbe dovuto. 5

 

Gazzelle - Tutto qui

Barbara: non ci aspettavamo nulla di diverso: è Gazzelle…va bene così…ogni palco è identico (forse anche ogni brano), però si ascolta senza alzarsi dal divano per l’ennesimo caffè e senza entusiasmo. 5,5

Giada: si presenta da una parte dimesso, dall’altra simile a un fratello Gallagher a scelta. Il testo mostra una qualità delle rime abbastanza mediocre, la voce non è intonata, l’indie forse dovrebbe cominciare ad essere un capitolo chiuso. 4

 

Geolier - I p' me, tu p' te

Barbara: a cadenze regolari le origini campane sbaragliano e pongono la bandiera sul terreno sanremese. Oltre l’orecchiabilità non mi lascia nulla. 4,5

Giada: effetto Mare fuori per Geolier, che già lo scorso anno era terzo in classifica FIMI, nonostante Sanremo. Quest’anno partecipa anche lui, con un pezzo che sicuramente, anche per merito del dialetto napoletano, è cantabile, ballabile e ci farà compagnia per diverso tempo. 6

 

Ghali - Casa mia

Barbara: non riesco a essere oggettiva e non riesco a capirlo, percepisco che il brano merita, ma non mi trasmette quello che, forse, dovrebbe. 5

Giada: la canzone ha un tema importante, lui nel suo genere è preciso. Può non piacere, ma affronta problemi non da poco. Unico, forse, assieme a D’Amico a questo giro. Per me il miglior pezzo del festival. 7,5 

 

Il Tre - Fragili

Barbara: passa inosservato: sia lui che il brano adolescenziale. 3,5

Giada: le radio e il televoto lo premiano. Io l’ho trovato simpatico e nello stesso tempo di una banalità disarmante.

 

Il Volo - Capolavoro

Barbara: che pesantezza (si può dire ??!?). Ogni volta che Il Volo viene definito come l’Italia nel mondo mi ricordo l’importanza della globalizzazione. Stile trapassato, presenza scenica non pervenuta, solo “uno studio a tavolino”. 2,5

Giada: l’impianto melodico tenorile che tutto il mondo ci invidia, per me fa di questi ragazzi, da sempre, dei Benjamin Button. La voce e la tecnica sono indiscutibili, ma la formula è vetusta.

 

Irama - Tu no

Barbara: la voce, se non c’è, di certo non esce sul palco di Sanremo. Ripresenta la formula della sofferenza, del tormento interiore per una fine, stavolta, d’amore e, probabilmente, rende di più nei brani estivi. 3

Giada: si presenta con un pezzo romantico ed arrangiamenti e cori da anthem. Banalissimi gli effetti sulla voce, che per altro contribuiscono a non far capire una parola di quanto dice per buona parte della canzone  Ha il potenziale virale che aveva Mr. Rain lo scorso anno. 4

 

La Sad - Autodistruttivo

Barbara: è irritante quando si vuole colpire “ sfruttando” un tema sociale, in un’interpretazione che si discosta dal messaggio. 2,5

Giada: over 30 dall’outfit colorato che forse è il minore dei problemi. Portano la parodia di una canzone di Avril Lavigne, spacciandola per punk. Il testo è di un Pinguino Tattico Nucleare e si sente. Imbarazzante.2

 

Loredana Berté - Pazza

Barbara: può piacere o non piacere, ma è un simbolo che sta presentando un inno, canta la liberazione, il perdono verso sé stessa e l’accettazione ( forse anche l’auto-ironia). Scommetto che la maggior parte delle donne dopo il primo ritornello ha iniziato a canticchiare.

Giada: Loredana è una fuoriclasse da cui c’è solo da imparare. Un pezzo un po’ rock, un po’ Dedicato, ma meno a fuoco rispetto ad altri che ha portato al Festival. Tuttavia, ce ne fossero!  7,5. 

 

Mahmood - Tuta gold

Barbara: ormoni a parte, Mahmood sa perfettamente vestirsi col brano che presenta. Come sempre al primo ascolto non capisco 10 parole di seguito, però quello che entra in testa non esce. Abbiamo ancora nella testa Soldi e Brividi. Radiofonicamente ha vinto e all’Eurovision sarebbe perfetto ( forse punta a quello). 8,5

Giada: oltre alla presenza scenica da statua greca, i suoi pezzi, in cui elettronica e trap vanno a braccetto, entrano in testa e non se ne vanno. 7. 

 

Maninni - Spettacolare

Barbara: voce interessante, testo visto e rivisto, ma fa tanto Sanremo, anche se non ricordo nemmeno una parola. 5,5

Giada: il suo pezzo, nonostante i miei sforzi, non riesce a farsi ricordare. La voce è buona, tuttavia.  5 

 

Mr.Rain - Due altalene

Barbara: l’anno scorso i bimbi, quest’anno le altalene .. questo è l’unico cambiamento rispetto a ciò che ha proposto nel 2023 e considerando che non era tra le mie scelte prima, possono solo confermare 3.

Giada: il tema della canzone è triste ed è forse l’unica cosa che si salva. Trovo terrificante il resto: dalla melensaggine al creepy delle altalene, che starebbero da dio come scenografia di un film horror. 3

 

Negramaro - Ricominciamo tutto

Barbara: ricordo i primi album…ma non serve continuare a riproporli: non trovo la novità. 6

Giada: i Negramaro portano una canzone dei Negramaro, gorgheggi di Sangiorgi in grande spolvero inclusi. Non so se è un pregio o un difetto. 5

 

Renga Nek - Pazzo di te

Barbara: sappiamo che Renga a volte la voce la cerca inutilmente, Nek, invece, sembra Ranieri a Tale e quale. Ricordiamoli com'erano.

Giada: canzone in linea con la tradizione sanremese più melodica, fuori tempo massimo. Un pezzo senza infamia e senza lode, dove Renga in certi punti sforza anche troppo rispetto alla voce di Nek. Voto 5

 

Ricchi e Poveri - Ma non tutta la vita

Barbara: ci provano ancora, ma senza riuscirci. La leggerezza dei Ricchi e Poveri ora sfocia nella “pacca sulla spalla”. 5

Giada: nella loro carriera sono stati paragonati mille volte agli Abba, che oggi suonerebbero proprio così. Angela la vera trascinatrice dell’ormai duo. Si giocano anche loro la carta della dance moderna, con in più il bonus di avere una solida carriera alle spalle. 6,5

 

Rose Villain - Click boom!

Barbara:ha una bella voce sicuramente, presenza scenica e sicurezza. Il brano è ben confezionato e proseguirà il successo estivo, però se avesse puntato di più sulla parte meno “ orecchiabile" sarebbe stata più interessante. 5,5

Giada: anche lei “la copia di mille riassunti” per citare Samuele Bersani. Graziose le onomatopee nel ritornello.

 

Sangiovanni - Finiscimi

Barbara: ha dichiarato che Finiscimi sarà il brano della svolta, discostandosi dai singoli che lo hanno fatto conoscere...meglio la prima versione, però è tenero. 5

Giada: porta una canzone che parla dei suoi problemi d’amore. Come il compagno di Amici Irama, non si capisce quasi quello che dice e forse è un bene.3,5 

 

Santi Francesi - L'amore in bocca

Barbara: sale e scende con la voce, ricorda altro e ci sono troppi rimandi, oltre alla ciclicità che crea noia.

Giada: portano una canzone dove l’uso dei synth è un attimo più interessante del solito. Il cantante ha una buona vocalità, e la bella presenza aiuta non poco a ricordarsi di loro…

 

The Kolors - Un ragazzo una ragazza

Barbara: non ho ancora assimilato Italodisco e, forse, non siamo pronti per imparare il testo nuovo. Da tormentone a tormento il passo è breve. 4

Giada: salvatemi da questo pezzo. Le influenze duraniane alla Girls on Film ci dimostrano che i ragazzi sanno suonare; sanno come si costruiscono inoltre un ritornello, un tormentone e un pezzo che farà ballare mezza Italia. Spopoleranno in radio ed è questo il senso di Sanremo. Fare una carrellata sul mainstream. 7,5

La Top10 (anzi, 12, con due ex aequo) dei brani in gara a Sanremo 2024 secondo Mescalina (oltre ai voti di Barbara Bottoli e Giada Lottini, sono stati conteggiati quelli di Giovanna Mentasti, Paolo Ronchetti e Roberta Matticola, di cui potete leggere le pagelle qui).

1. MahmoodTuta gold
2. Angelina Mango La noia e Loredana BertèPazza
3. Diodato Ti muovi
4. Annalisa Sinceramente
5. Ghali Casa mia
6. Big Mama La rabbia non ti basta
7. Gazzelle Tutto qui
8. Dargen D’Amico Onda alta
9. Fiorella Mannoia Mariposa
10. Rose Villain Click boom! e Santi FrancesiL’amore in bocca

Credits foto
Foto Sangiovanni e Aitana: fonte Close2Me (Nicoletta Zagone) e Sugar Music
Foto Alfa e Vecchioni: fonte Ufficio stampa MA9Promotion
Foto Emma di Bogdan @Chilldays Plakov, fonte Ufficio Stampa Emma, Tatiana Lo Faro
Foto Santi Francesi di Mattia Guolo, fonte Ufficio stampa About srl
Foto Renga Nek di Beppe Gallo, fonte Ufficio Stampa: ON – Out Now
Foto Alessandra Amoroso: fonte Ufficio Stampa: ON – Out Now
Foto Maninni di Jessica De Maio, fonte Ufficio stampa Astarte
Foto Fred De Palma: fonte Warner Music
Foto Angelina Mango: fonte pagina Facebook https://www.facebook.com/photo?fbid=824602519683339&set=a.422862233190705