Uscita Nord Provad´artista
2010 - WideProduction
Gli Uscita Nord non sono propriamente degli esordienti, anche se il loro nome purtroppo non è sempre arrivato al grande pubblico. L’ensemble pescarese, attivo sulla scena della canzone di autore con chiari riferimenti a Conte e al jazz, si propone al mondo con il suo quarto album perfezionando tutte le qualità già intraviste in precedenza.
L’attacco di Gli amanti del cinema richiama immediatamente il Paolo Conte di Vieni via con me, anche se la venatura è più ironica e densa di citazioni d’attualità come il televisore, l’economia, il petrolio e la guerra santa; la musica si basa su quell’un – due da avanspettacolo d’arte con una voce sardonica, meno fumé rispetto a quella del grande d’Asti e più prossima a quella di Peppe Servillo degli Avion Travel.
Le coordinate si confermano nella verve tangata della title track, anch’essa colorata da sapienti tocchi di piano e clarino che sanno essere caldi, eleganti, raffinati ed incisivi nello stesso tempo; la band sa esprimere infatti una ricchezza di riferimenti musicali ben oltre la dimensione cantautorale realizzando un perfetto e raffinato equilibrio tra testi e note. Una base di New Orleans compare in Danza, brano nel quale il vintage di fondo si fonde al tema sempreverde della solitudine in una stanza buia in cui si sogna il bacio virtuale; che ci si riferisca alle alienazioni moderne di finti mondi alla Facebook? Che sia vero o meno resta il fatto che l’immaginazione vola leggera nell’ascolto di questo disco in perfetta simbiosi tra gusto passato e sensibilità presente, tra sensualità fallita e insistenza dell’immaginazione, tra apparenza e schiettezza perfettamente sintetizzati in Come Maschera o in Cabaret.
Marco Belisario alla voce e Marcello Malatesta al pianoforte sono l’anima del progetto che, in perfetta empatia, vengono sostenuti da Angelo Albano al basso, Mauro de Federicis alla chitarra, Bepi D’Amato al clarinetto e Sergio Malatesta alla batteria; un gruppo che maneggia con totale confidenza swing, jazz, tango, musica latina e pop in una miscela davvero efficace. Si ascolti l’intro di Storia di un calciatore per apprezzare la capacità di virare da un ambito all’altro in perfetta continuità.
Ma il lavoro non esprime tristezza, pessimismo ed introspezione; numerosi sono i momenti di serena ironia e i richiami alla vita, come il riferimento al vino in Preghiera o l’inno all’amore della bonus track finale di Modugno, o ancora quegli Appunti di Viaggio con un ritmo che richiama il Walter Valdi di Una Busa Noeva.
Questa sapienza nel dosare ingredienti diversi rappresenta l’elemento di maggior rilievo di un disco che merita attenzione e dedizione per la capacità di divertire ma anche di far riflettere; Prova d’Artista risulta alla portata di molti, basta che ci si accosti con il dovuto rispetto.
L’attacco di Gli amanti del cinema richiama immediatamente il Paolo Conte di Vieni via con me, anche se la venatura è più ironica e densa di citazioni d’attualità come il televisore, l’economia, il petrolio e la guerra santa; la musica si basa su quell’un – due da avanspettacolo d’arte con una voce sardonica, meno fumé rispetto a quella del grande d’Asti e più prossima a quella di Peppe Servillo degli Avion Travel.
Le coordinate si confermano nella verve tangata della title track, anch’essa colorata da sapienti tocchi di piano e clarino che sanno essere caldi, eleganti, raffinati ed incisivi nello stesso tempo; la band sa esprimere infatti una ricchezza di riferimenti musicali ben oltre la dimensione cantautorale realizzando un perfetto e raffinato equilibrio tra testi e note. Una base di New Orleans compare in Danza, brano nel quale il vintage di fondo si fonde al tema sempreverde della solitudine in una stanza buia in cui si sogna il bacio virtuale; che ci si riferisca alle alienazioni moderne di finti mondi alla Facebook? Che sia vero o meno resta il fatto che l’immaginazione vola leggera nell’ascolto di questo disco in perfetta simbiosi tra gusto passato e sensibilità presente, tra sensualità fallita e insistenza dell’immaginazione, tra apparenza e schiettezza perfettamente sintetizzati in Come Maschera o in Cabaret.
Marco Belisario alla voce e Marcello Malatesta al pianoforte sono l’anima del progetto che, in perfetta empatia, vengono sostenuti da Angelo Albano al basso, Mauro de Federicis alla chitarra, Bepi D’Amato al clarinetto e Sergio Malatesta alla batteria; un gruppo che maneggia con totale confidenza swing, jazz, tango, musica latina e pop in una miscela davvero efficace. Si ascolti l’intro di Storia di un calciatore per apprezzare la capacità di virare da un ambito all’altro in perfetta continuità.
Ma il lavoro non esprime tristezza, pessimismo ed introspezione; numerosi sono i momenti di serena ironia e i richiami alla vita, come il riferimento al vino in Preghiera o l’inno all’amore della bonus track finale di Modugno, o ancora quegli Appunti di Viaggio con un ritmo che richiama il Walter Valdi di Una Busa Noeva.
Questa sapienza nel dosare ingredienti diversi rappresenta l’elemento di maggior rilievo di un disco che merita attenzione e dedizione per la capacità di divertire ma anche di far riflettere; Prova d’Artista risulta alla portata di molti, basta che ci si accosti con il dovuto rispetto.
