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Tommaso Imperiali Meccanismi di difesa
2023 - Autoprodotto
Ne risulta un insieme di otto canzoni composite, eppure compatte, che spaziano attraverso suoni e ritmi diversi, pur dimostrando, nei testi, tutti composti dal cantautore, un profondo lavoro di riflessione e introspezione. Ne è dimostrazione Ragazzini viziati, una canzone che definire autobiografica è limitante: piuttosto, una sorta di inno generazionale, in cui la voce narrante è perfettamente aderente al punto di vista che rappresenta.
La voce, dicevamo: certo Imperiali deve ancora trovare la propria cifra, ma comunque è piacevole ascoltare un Bennato dei primi tempi, che, nella bellissima I motivi degli altri, canta in modo schietto, diretto e incisivo: "io sono quello che mio padre mi ha insegnato nei momenti morti...io sono tutti i cantautori che tu proprio non sopporti, però poi li ascolti...e diventiamo grandi per imitazione, rubando dettagli dalle altre persone, cercando fra i loro difetti la consolazione".
I suoni, dicevamo: un disco tutto analogico, senza l'aiuto del computer, suonato, e benissimo, con i Five Quarters, un gruppo di veri amici, con cui il cantautore ha calcato i palchi per anni: il sax di Tommaso Roscio, la tromba di Diego Albonico, la batteria di Riccardo Cappi e il trombone di Simeon Caccia, a cui si aggiungono Nicolò Bombelli (trombone in Mi Sento Il Più Grande), Filippo Mango (batteria in Nico), Gonzalo Sarmiento (batteria in Meccanismi di difesa e Tom Waits). Ed è importante la vena d'oro, che si può trovare in ogni brano, dal ricamo della chitarra (nella title track, dal ritornello accattivante e profondo), al tappeto di piano e tastiere, che esalta il riferimento all'Asbury Sound, insieme ai fiati, protagonisti, ad esempio nell'aggressiva e dolente Mi sento il più grande. Un verso in particolare di questo brano declina in modo originale e fresco la tematica del giovane che va "via da questa città di perdenti" (ogni riferimento a Thunder Road non è assolutamente casuale), proponendoci una visione diversa dei "sogni che restano sogni/ per paura di essere infranti".
Una caratteristica di molte composizioni è abbinare una linea melodia orecchiabile, fresca e solo apparentemente leggera, a testi profondi, dolenti, nostalgici o rabbiosi: come se Imperiali volesse entrare nell'ascoltatore per restarci a lungo, con la forza di versi come nel bridge di Farne un dramma: "E non mi dire che è solo un bacio se ogni tanto ci ripenso e mi spiace...": perfetta descrizione di una posizione sentimentale sospesa fra disimpegno e tentazione di lasciarsi andare, finalmente, a un amore vero e coinvolgente, poetico e concreto, fra "Whitman e Zerocalcare". La stessa emozione che trapela dell'intensa ballad Tom Waits, col contributo essenziale del piano di Lorenzo Cazzaniga (polistrumentista, autore con Imperiali di tutte le musiche e degli arrangiamenti): una Easy like Sunday Morning, ma con tremori e paure, delicato specchio delle indecisioni dei vent'anni.
Diego, Nico, Sandro...i testi sono ricchi di nomi propri di amici, a testimoniare la sincerità dell'ispirazione, tratta dalla vita reale di un ventenne acuto e sensibile. Così, ci potremo ritrovare in Diego, che torna con il protagonista da un concerto, assistendo e condividendo i suoi dubbi (cantando Tom Waits); in Nico, che "ascolta Guccini chiuso nella sua stanza, voleva nascere prima", e vorrebbe vivere "un'estate degli anni Settanta"; o Sandro, che riflette sul dolore con cui "si diventa grandi", e può dire agli altri Cosa vi siete persi (a non soffrire), con la stessa energia di No surrender.
Un'ottima prima prova, ricca di idee, ben scritta, energica e suonata con gusto e passione, destinata a convincere gli ascoltatori più giovani, e a coinvolgere anche quelli che gli anni Settanta li hanno vissuti davvero.
Dicono che il live sia altrettanto trascinante e ben suonato: è importante che esistano ancora giovani che credono nella musica rock in italiano, suonata e sudata. Non avete ancora ascoltato Tommaso Imperiali? Cosa vi siete persi...