The Urban Folk Quartet The Urban Folk Quartet

The Urban folk quartet è il primo disco dell’omonimo quartetto costituito dagli inglesi, originari di Birmingham, Joe Broughton, Frank Moon, Tom Chapman e dalla violinista spagnola, di origini galiziane, Paloma Trigás. E’ uscito nel 2010 da Fellside Recordings, etichetta inglese specializzata nella pubblicazione di musica folk e tradizionale e si caratterizza per essere una proposta musicale fresca ed interessante che rilegge in chiave originale elementi di musica folk, world music e rock unendo in modo armonioso gli interessi e le influenze musicali dei quattro componenti della band. Joe Broughton e Paloma Trigás, infatti, hanno suonato con i maggiori esponenti del genere nei rispettivi Paesi ovvero gli inglesi The Albion Band e il galiziano Carlos Nuñez portando in dote al gruppo un’influenza rock, nel caso di Joe Broughton, che suona violino, mandolino e chitarra, e un’influenza di musica tradizionale spagnola nel caso della giovane violinista Paloma Trigás. Frank Moon, invece, polistrumentista appassionato di strumenti a corda utilizza nei vari brani oltre alla chitarra, l’oud, una specie di liuto a manico corto di origine araba. Tom Chapman, infine, è il percussionista che ha arricchito il suono della batteria attraverso l’utilizzo del cajón, uno strumento di origine peruviana ormai molto diffuso in Europa ed utilizzato anche nel flamenco. Le dieci tracce del disco sono per lo più interamente musicali e solo tre pezzi hanno anche parti cantate dalle tre voci maschili in coro come The Wedding Dress oppure con una voce guida che si staglia sulle altre come The Swallow (Tom Chapman) o Gamberro (Frank Moon). I pezzi migliori che contribuiscono a definire le atmosfere variegate dell’album sono: Upstart/Platform 2, brano di apertura che comunica una forte carica di energia all’ascoltatore ed è perfetto da ascoltare mentre si va al lavoro. The Stoney Steps Set è un pezzo folk rock con una lotta tra violini che si inseguono e si incendiano di note. Suspiro del Moro è un pezzo lento e malinconico: il titolo si riferisce alla storia di un re bandito e la musica vuole comunicare un senso di frustrazione e inconsolabilità per le cose perse nel passato che non torneranno più. Da ultimo il brano Perejil Reel/Gamberro/Samba de Ankara che attraverso i suoi tre atti riunisce l’essenza di questo disco di fusione musicale e culturale. La storia del ragazzo definito ´gamberro´ per non voler scegliere una sola casa, una sola donna, un solo genere musicale, ma voler rimanere libero, spaziare, variare e tenere un piede in Brasile, uno a Cuba, uno in Turchia è la sintesi dell’anima musicale del disco che, partendo da una base di musica tradizionale di influenza celtica, propone un suono ricco ed una fusione di stili di culture diverse.