Aleph<small></small>
Derive • Suoni • Avantgarde

Terry Riley Aleph

2012 - Tzadik

17/03/2013 di Paolo Ronchetti

#Terry Riley#Derive#Suoni #Avantgarde

  Monumentale improvvisazione questa Aleph ad opera del maestro del minimalismo Terry Riley. Si tratta, infatti, di un lunghissimo brano di quasi due ore, qui diviso in Aleph Part 1 (Cd1 45:47) e Aleph Part 2 (C2 67:48), che Zorn commissionò a Riley nel 2008 per l’Aleph-Bet Sound Project presso il Contemporary Jewish Museum di San Francisco.

  Diretta discendenza di quelle All Night Concerts che il Maestro praticava tra la fine degli anni’60 e tutti i ’70 Aleph è una meditazione in forma di composizione dedicata alla prima lettera dell’alfabeto ebraico.

  Aleph, secondo Riley, “è una meditazione sulle energie che, dalla terra, salgono supplicanti e sulle energie che, dal cielo, ritornano alla terra sotto forma di benedizione”. Ma non pensiate che la musica espressa sia banalmente mistica o rassicurante. Ai movimenti ascendenti e discendenti si alternano soste e orizzontalità, ritorni e false partenze, vortici e grappoli di suoni esattamente come avviene nelle meditazioni, nei pensieri e negli atti dell’uomo. Questo procedere articolato, se rende il primo ascolto meno fluido, da la possibilità, ai successivi ascolti, di apparire quasi interattivo con il proprio pensiero e movimento. Il tutto, con una forte avvolgente energia e usando una timbricha che tra sax e organo, difficilmente definibile come minimalismo per la quantità di frasi utilizzate, ma più definibile come flusso continuo di coscienza interstellare apparentemente senza inizio né fine.

  La registrazione, realizzata negli studi privati di Riley partendo da un fortunoso Mp3 registrato da Zorn con uno Zoom portatile appoggiato su di un cuscino, è stata “ingrossata” nei suoni grazie alla cura di Scott Hull che ha masterizzato il tutto con maestria. 

  Il risultato è un sublime flusso di note che Terlaugh O'Rahalleigh, così si firma bizzarramente Riley nelle note del disco, cava dal suo Korg Triton 88, da lui accordato riprendendo la scala, detta a “giusta intonazione”, usata da Lou Arrison per l’opera “Nek Chand for Just Intonation National Steel Guitar”.

  Segnalando i bellissimi disegni di Terry Riley in copertina, e il brano di Kerouac tratto da Some Of The Dharma sul retro del libretto, non posso che consigliare questo lavoro sicuramente adatto alla contemplazione come al movimento e ad un ascolto che rimanda e risuona piuttosto che ad un ascolto pieno o, tantomeno, distratto.

Track List

  • Aleph Part 1
  • Aleph Part 2

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