Italian Dream<small></small>
Americana • Country

Skip Battin Italian Dream

2018 - Appaloosa Records / IRD

30/03/2018 di Maurizio Galli

#Skip Battin#Americana#Country

Nato a Gallipolis nello stato federato dell’Ohio Clyde "Skip" Battin (18 febbraio 1934 - 6 luglio 2003) è stato membro di Byrds, New Riders of the Purple Sage, The Flying Burrito Brothers senza contare gli iniziali Pledges, il duo Skip & Flip e il canyon-rock quintet Evergreen Blueshoes. Ma facciamo un passo alla volta.

Freelance e membro del duo Skip & Flip nei Byrds (dal 1969 al 1973) è subentrato a John York poco prima dell'uscita di Ballad of Easy Rider dando così vita alla formazione McGuinn-White-Parsons-Battin ovvero la più stabile e longeva dei Byrds ed estendendo l’eredità della band con i tre album: Untitled (1970), Byrdmaniax (1971) e Farther Along (1971). Sennonché il 10 febbraio 1973 a Ithaca (New York) dopo uno spettacolo Battin venne licenziato da McGuinn (pare mettendo in dubbio le abilità del bassista). Dopo l’esperienza con i Byrds dal 1974 al 1976 prese parte al progetto country rock del cantautore John "Marmaduke" Dawson e del bandleader dei Grateful Dead Jerry Garcia con New Riders of the Purple Sage registrando con loro gli album: Brujo (1974), Oh What a Mighty Time (1975), New Riders (1976) e la raccolta The Best of New Riders of the Purple Sage (1976).

Nei The Flying Burrito Brothers lo troveremo nella line-up dal 1976, con il quinto album in studio Airborne (in cui sostituirà Ethridge al basso), a poco prima dell'uscita di Hearts on the Line nel 1981 salvo poi essere richiamato da Sneaky Pete Kleinow nella band nel 1984.

Storia davvero lunga quella di Skip Battin che pur essendo considerato, a ragione, un grande bassista, compositore e cantante ha avuto la “sfortuna” di unirsi a band importanti solo dopo i loro periodi di maggior successo.

Quest’oggi ci troviamo dinanzi alla ristampa su unico cd, intitolato Italian Dream, di due album realizzati per l’etichetta milanese Appaloosa all’epoca di Franco Ratti. Italian Dream si compone dei due album, entrambi gli album sono fuori catalogo da moltissimi anni, Navigator (uscito nel 1981), Don't Go Crazy (uscito nel 1984) e il Live in Bolzano del 1988: Family Tree (Skip Battin al basso, John York alle chitarre e basso, Beppe D'Angelo alla batteria e Ricky Mantoan alle chitarre e steel), quest’ultimo lavoro presente fino ad oggi solo come bootleg.

C’è indubbiamente da riconoscere l’acume dell’etichetta Appaloosa che in un periodo non tra i migliori per il genere, ricordiamo che ci troviamo negli anni ’80, decide di dare carta bianca a Skip Battin per la realizzazione di due più che discreti album di country-rock.

All’interno dei due cd ad accompagnare Battin tra gli altri troviamo: Sneaky Pete Kleinow alla  pedal steel guitar, Greg Harris alla chitarra e banjo e Brian Elliott al piano. La maggioranza dei brani presenti in Italian Dream è stata composta dallo stesso Battin con lo storico collaboratore Kim Fowley.

Il primo dei due lavori, Navigator, si apre all’insegna del country-rock con Skyscraper Sunset. Tra i brani migliori dell’album c’è da segnalare l’honky-tonk di China Moon, Here Comes Love, la rilettura in country style di Lonely Weekends di Charlie Rich (presente sull’omonimo album) ed infine la rivisitazione Citizen Kane, brano precedentemente inciso con i Byrds.

In Don’t Go Crazy l’apertura è demandata alla splendida western-song Santa Ana Wind, ricordiamo giusto un altro brano, la ballad Tonight che vedremo decisamente bene nel canzoniere dei Byrds. In questo caso mi soffermerò su ciò che a parere di scrive forse poteva essere anche evitato come Non è Francesca di Lucio Battisti e La Gatta di Gino Paoli; in entrambi i casi i due brani sono cantati con la classica pronuncia traballante di chi si ostina a cantare in italiano invece di tradurre i brani. Di ben altro spessore invece il brano Fango dell’amico Ricky Gianco.

Con il secondo cd, contenente la registrazione live del 1988 con i Family Tree, ci troviamo davanti una serie di cover ben suonate. Troviamo, aAd esempio, il classico rhythm and blues, di Louis Jordan, Smack Dab In The Middle, ben quattro brani di Bob Dylan: Mr. Tambourine Man in una inconsueta versione con intro a cappella, Blowin’ In The Wind (oltre nove minuti di versione elettrica), la dilatata (sette minuti) She Belongs To Me ed infine You Ain’t Goin’ Nowhere tutta piano e steel guitar. Dei Burrito Brothers invece nel carniere sono presenti Wheels, Sin City e Long Black Veil e White Line Fever questi due ultimi di Merle Haggard (incisi anche dai Burrito senza di Battin però).

In estrema sintesi ci troviamo dinanzi ad un lavoro decisamente piacevole all’ascolto.

Track List

  • Navigator:
  • Skycraper Sunset
  • Willow In The Wind
  • China Moon
  • Here Comes Love
  • Lonely Weekends
  • Captain Video
  • Zig Zag
  • North By Northwest
  • America East
  • Citizen Kane
  • Don’t Go Crazy:
  • Santa Ana Wind
  • Wintergreen
  • Don`t Go Down The Drain
  • Do Not Disturb
  • Relax With Me
  • Non E` Francesca
  • La Gatta
  • Speranza
  • Fango
  • Tonight
  • Live in Bolzano del 1988: Family Tree:
  • Wheels
  • Mr. Tambourine Man
  • Smack Dab In The Middle
  • Whitci Tai To
  • Long Black Veil
  • White Line Fever
  • Sin City
  • Blowin` In The Wind
  • If You Got The Money, I`ve Got
  • She Belongs To Me
  • You Ain`t Goin` Nowhere