Storii - tra il serio e il faceto<small></small>
Italiana • Canzone d`autore • folk

Oriana Civile Storii - tra il serio e il faceto

2022 - Suoni indelebili

12/08/2022 di Max Giuliani

#Oriana Civile#Italiana#Canzone d`autore

Il borgo di Naso sta aggrappato sui Nebrodi da milleduecento anni prima di Cristo, quando lo fondò nientedimeno che uno dei figli di Eolo. Sta a tre chilometri dal mare e a un’ora e passa di autostrada da Messina passando per Barcellona Pozzo di Gotto e Patti.

Da Naso, nel 1908, partì per l’America in cerca di fortuna il calzolaio Antonino Germanotta (chi è? Che c’entra con questa storia? Niente fretta, continuate a leggere), a Naso un bel po’ di tempo dopo è nata Oriana Civile, cantante, attrice, studiosa di tradizioni orali siciliane, fra le altre cose presidente della sezione ANPI di Capo d’Orlando. Arte e impegno nella biografia di Oriana Civile sono sempre un tutt’uno: lo testimoniano riconoscimenti come quello di quattro anni fa, il Premio Antimafia Salvatore Carnevale tributatole per l’impegno culturale di attrice e cantautrice, “sempre congiunto a meritevoli battaglie di legalità e alla valorizzazione del ruolo di coraggiose figure femminili del movimento antimafia”.

Dopo alcuni album legati al teatro-canzone e al suo lavoro di valorizzazione della musica tradizionale siciliana, esce — per l’etichetta Suoni Indelebili, distribuzione IRD — Storii. Tra il serio e il faceto, reso possibile da un generoso crowdfunding. Il cd contiene tredici canzoni scritte da Oriana e registrate in presa diretta col solo apporto della chitarra di Nino Milia, per restituire la semplicità e l’estemporaneità di quello che accade su un palco.

Il serio e il faceto, dice il sottotitolo: e infatti il sorriso è un momento imprescindibile in queste storie non perché ti offra un temporaneo sollievo dalla tragedia, tutt’altro: perché costituisce quell’attimo in cui la tragedia la guardi da fuori e ti si para davanti nelle sue mostruose proporzioni. A volte con un effetto sorprendente e paradossale. Per esempio Punti di vista è un apologo sulla discriminazione che nasce da un fatto vero, lo sbarco di cinquanta ragazzini africani in un piccolo centro del messinese (esperienza dalla quale è nato il Coordinamento Senza Frontiere: Oriana lo definisce “la più bella realtà di accoglienza che abbia mai vissuto”). "Ma che vogliono questi?”, “I nostri figli non sono al sicuro”, sono le reazioni della gente. Ma che succederebbe se a un certo punto il cardinale annunciasse che i cinquanta non sono dei giovani disperati ma seminaristi al quinto anno? L’uguaglianza fra gli esseri umani non vale se sei povero e del colore sbagliato, è l’amara riflessione del finale. E poi un pensiero sulla diversità e sulla convivenza può partire da un pretesto come la disputa tra “arancino” e “arancina”: come facciamo a chiudere la contesa? Lo spiega la gustosissima ‘A risurvemmu, ma non vi svelo dove va a parare.



Quello che uno non si aspetta è la dedica a Lady Gaga, all’anagrafe Angelina Germanotta (la bisnipote newyorkese del Germanotta che era partito con la valigia di cartone, eccolo qua!) che diventa l’emblema dell’oblio al quale sono condannati i paesi dell’entroterra siculo (Lady Gaga nun nni caca si intitola la canzone, e non mi dite che avete bisogno della traduzione).

E insomma, sorridiamo finché si può. Perché poi arriva anche il momento in cui il dolore può solo confrontarsi con sé stesso e con la propria incurabilità: Attilio manca è la lamentazione funebre per Attilio Manca (nel gioco di parole il cognome diventa la constatazione disperata del vuoto lasciato dalla scomparsa), giovane medico viterbese che si ritrovò suo malgrado a costituire una minaccia per la latitanza di Bernardo Provenzano. La spiegazione della sua morte fu affidata a una ricostruzione che fa acqua da tutte le parti e che lo dipinse come un tossicodipendente che si era procurato una overdose, ma la sua storia resta uno dei crimini italiani in cerca di colpevole.

E ancora c’è Claudio e Luciano, sulle ultime ore di Claudio Traina, che va a pescare col fratello ma viene richiamato per un cambio turno di scorta: è il pomeriggio che sarà ricordato per la strage di via D’Amelio.

Sullo sfondo di queste storie, come a costruire una scenografia che le inquadri, talvolta Oriana Civile disegna acquerelli della sua terra e della sua gente, e lì la rabbia lascia il posto a una tenerezza senza fine. E c’è spazio anche per una fantasia erotica (Unni sini) che chiude l’album. Ed è un bel finale, persino liberatorio, dove quel desiderio che irrompe è l’ennesima e più incoercibile insurrezione della vita in mezzo alla morte. 

Oriana Civile, come i cantastorie, rinsalda il legame tra la cronaca e l’immaginario collettivo. E, come Rosa Balistreri, rende quelle storie un patrimonio che interroga le coscienze. Lo fa nel modo che le appartiene, che sta dentro una tradizione e ci sta con un proprio stile, grazie a una scrittura struggente e a qualità interpretative che le permettono di alternare pianto e sorriso.

Non voglio trascurare di segnalare le immagini in bianco e nero che accompagnano le canzoni nel libretto del cd, dal progetto Life (serie Faces and Hands) del fotografo calabrese Raffaele Montepaone. Sono assai più di un ornamento, sono quasi parte integrante del progetto, la parte visuale del racconto di quel mondo che questo album restituisce nelle sue luci e nelle sue ombre, e di cui mette in scena la tragedia insieme a quella indispensabile forma di resistenza che è l’arte di raccontare storie.

 

Track List

  • U me ritrattu
  • Punti di vista - 14 luglio 2017
  • `A risurvemmu
  • Uncia e Sduncia
  • Lady Gaga nun nni caca
  • Sabbaturani Annaca-pucceddi
  • Galatisi Zzappulia-sardeddi
  • Ficarrisi` Nfurna-cannili
  • Attilio manca
  • Claudio e Luciano
  • `Na nuci
  • U boi e u Sciccareddu
  • Unni sini