Never<small></small>
Derive • Suoni

Micachu And The Shapes Never

2012 - Rough Trade

22/10/2012 di Andrea Rossi

#Micachu And The Shapes#Derive#Suoni

Mica Levi è una giovane musicista britannica, classe 1987, che si sta facendo conoscere con una serie di progetti intriganti e trasversali a dimostrazione del suo innegabile talento.
Forte di studi musicali classici alla Purcell ed alla Guildhall School, la ragazza mostra eclettismo e curiosità fuori dal comune, avendo messo in fila, in pochi anni, il proprio coinvolgimento nella scena hip hop londinese, composizioni orchestrali eseguite dalla London Philarmonic Orchestra, un disco live insieme alla London Sinfonietta (Chopped and Screwed del 2011), inviti prestigiosi tipo SXSW ed ATP via Jeff Mangun dei Neutral Milk Hotel, fan non casuale in quanto ottimo esempio di esploratore del pop, ed il progetto Micachu and The Shapes, in cui è affiancata da Raisa Khan alle tastiere e da Marc Pell alle percussioni.

Never, pubblicato da Rough Trade a fine luglio 2012, è il secondo disco registrato in studio dallo strano terzetto, che, mescolando post punk, tribalismo nevrotico e ironia, cerca di indirizzare la cara, vecchia, pop song verso un altrove forse non ancora messo del tutto a fuoco.
Varie suggestioni vengono in mente all’ascolto del disco: le geometrie isteriche dei Devo, il minimalismo canzonettaro di They Might Be Giants, il frullato elettronico di Beck, il new weird degli Animal Collective, e l’anima industrial di tanta New Wave inglese, Cabaret Voltaire in primis.

Indubbio che Mica sappia sintetizzare compiutamente cotanti spunti: i 14 brani di Never, brevi tracce di durata media sui 2 minuti, disegnano un non pop lunare, intelligente e godibile, costruito su riff di chitarra elettrica, a volte volutamente rozzi ed energici, percussioni ossessive e su un tappeto di suoni eterodossi: distorsioni, strumenti home made, coretti, rumori assortiti, synths in libera uscita.
Easy, Low Dogg, Heaven e Nowhere sembrano uscite da una compilation di gemme nascoste dei fine ’70 riviste in salsa elettronica.
Fall è una allusiva jazz ballad, affascinante per l’atmosfera sospesa che sa evocare in quanto ripulita di tutti i  fronzoli, Holiday è un rock’n’roll marziano, una sorta di Jonathan Richman suonato da una banda di soldatini di latta, mentre Slick e Nothing offrono gli esempi migliori dell’avvicinamento ad una forma canzone più compiuta, e tradizionale, in cui non si teme la banalità melodica e ritmica, ma si prova a maneggiarla arrivando ad un interessante equilibrio tra veccio e nuovo.

Siamo però nel 2012 e quindi ben lontani dal nichilismo e dalla disperazione del ’77, e forse è un po’ di questa profondità che manca al disco, che alla fine risulta lucido, originale ed intrigante, ma dominato da un self control molto britannico, da una attitudine un pò troppo cerebrale e da un’ironia giovanile ben rappresentata dalla serie di video diretti da Chloe Hayward che potete trovare su YouTube. Quindi, un pò freddino.
Ma Mica e i suoi compari hanno molto tempo davanti a sé per completare ed approfondire questo interessante tragitto che è appena iniziato.

Track List

  • Easy
  • Never
  • Waste
  • Sick
  • Ok
  • Low Dogg
  • Holiday
  • Heaven
  • You Know
  • Glamour
  • Top Floor
  • Fall
  • Nothing