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Elettronica • Ambient

Martin Kohlstedt Feld

2023 - Edition Kohlstedt

21/07/2023 di Luca Di Pinto

#Martin Kohlstedt#Elettronica#Ambient #Elettronica #modern classical #Martin Kohlstedt #piano solo

Indissolubile il legame fra Martin Kohlstedt e la natura: dalla rappresentazione in musica di suoni e capricci, di ribellioni e meraviglie, fino all’opera di riforestazione supportata e promossa attraverso l’etichetta che pubblica i suoi lavori.

Ascoltando le opere del Nostro, un nugolo di sonorizzazioni in tripudio che disegnano le traiettorie di documentari e prestigiose campagne TV, la mente è presto assalita da quel che vuol chiamarsi “flusso”. Un traffico di emozioni addomesticato alla maniera dei maestri di scuola tedesca, di cui Kohlstedt è fra i principali artefici contemporanei. Non a caso, in questo raggio d’azione di magistero teutonico, ha facile accesso anche il buon Nils Frahm e chissà quanti altri, per non far torto a nessuno.

Rispetto ai cinque precedenti lavori, Feld è il primo vero disco di Kohlstedt ad introdurre una pronunciata componente elettronica. Non più “solo” serpentine di incursioni pianistiche, fraseggi didascalici su manti in chiaroscuro. Tutto il classicismo in dote non va in soffitta; si scosta appena, in punta di piedi, e ne esalta lo sfondo (SJO, VIM), all’avanzare inquieto di bordoni, breakbeat, elettronica granulare e materia destrutturata. È nei ricami di MOD, DIA e LIN, per dirla in breve, che si annusano i due mondi: il gusto estetico dello Yann Tiersen fresco di combo Kerber / EUSA, in preda all’inasprimento di beats e bassi analogici (qualche passo prima dell’estremizzazione concettuale berlinese sotto giurisdizione Ostgut Ton), cuore pulsante di un talento che stende, fra i cui affiliati si notano volti illustri: da Jon Hopkins ad Alex Banks, passando per Rival Consoles.

Piccola curiosità in scaletta: tutte le tracce, in Feld, sono parole formate da tre caratteri, peculiarità presente anche nei precedenti rilasci (fuorchè in Ströme, che raddoppia in lunghezza).

C’è sempre il tempo di fermarsi, scartare un cioccolatino, godere di un momento languido (ELZ), “osservare” lo spazio fluido e dilatato di piani elettrici (PIX, NOR). Anche qui, Feld, sfoggia il suo progresso e la sua versatilità, concependo una summa equiparabile a quel Mixing Colours (l’estatico laboratorio pensato dai fratelli Eno) di disarmante bellezza, pescando appunti sparsi di prepared piano dal taccuino di Hauschka (ancora l’insegnamento tedesco).

Dalla forma alla sostanza, e viceversa. Kohlstedt non lascia indifferenti e si conferma talento in perenne combustione. Un flusso di mutevole rinnovamento, iterazione di circolare fascino. Eleganza senza opulenza.

Track List

  • LUV
  • DIN
  • ELZ
  • MOD
  • PIX
  • SJO
  • NOR
  • DIA
  • OHM
  • VIM
  • LIN
  • MYN