Maggiorelli Solo Noi
2024 - Luppolo dischi
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Bastano queste righe a introdurvi nell’universo musicale scritto e composto da Maggiorelli, cantautore romano che ha da poco pubblicato il suo disco d’esordio Solo noi per Luppolo dischi e distribuito da Artist First. L’attitudine a cantare di Maggiorelli e il suo modo di comporre e scrivere mi hanno subito portato con la mente ai brani di Franco126 in cui Roma e la nostalgia si fondono per dare vita a pezzi a volte ironici, altre volte più introspettivi e tristi. Questi elementi costituiscono una chiave di lettura anche delle canzoni di Maggiorelli, le quali si inseriscono in un lavoro che è rivolto agli ultimi romantici, a detta dell'autore, che spiega così il concept di Solo noi: “Ho creato un album per chi come me, nonostante abbia deciso di assecondare il destino, spesso cinico e spietato, non smette di credere in un romanticismo che troppo spesso viene sotto stimato. Io ho voluto scrivere un disco per gli ultimi romantici”.
Seppur siano facilmente intuibili alcune rime e passaggi musicali, le otto tracce del disco d’esordio di Marco Maggiorelli arrivano chiare all’ascoltatore, come delle fotografie nelle quali prova a immergersi e immaginarsi il racconto che sta ascoltando. Amori finiti, allontanamenti e necessità di proseguire per la propria strada, provando a tenere lontano il passato, sono le tematiche principali che si rincorrono in questo disco in cui i luoghi dell’infanzia del cantautore fanno da sfondo alle vicende raccontate. A tal proposito, la title track Solo noi costituisce il fulcro di tutto il lavoro, una canzone in cui si parla di allontanamenti ma anche di riavvicinamenti: una scelta lasciata al destino che, nel bene o nel male, deciderà per le persone cosa sia più giusto.
La melodia fresca ed estiva funge solo da copertura per un testo che nasconde indecisioni e insicurezze, un po’ come accade in Domani (feat. Viaggi Andromeda), la traccia successiva, dove il ritmo vagamente raggae accompagna delle parole dedicate ai procrastinatori seriali in cerca di responsabilità. Ne Il buio che c’è si percepisce maggiormente quell’ambiente decadente, triste, ma fortemente intimo, che tanto caratterizza le canzoni di Franco126, grazie anche alla inflessione del canto e all’arrangiamento: il testo si proietta nel futuro e mette al centro le incognite e le insicurezze dei passi da compiere. Stesse percezioni si hanno nel brano successivo, Fortuna, dove i ricordi diventano una prigione dalla quale è difficile svincolarsi.
Il disco di Maggiorelli è un’altalena di emozioni in cui si alternano luci e ombre: introspezione e ironia si fondono per creare dei brani che, sotto la leggerezza, nascondono momenti vissuti più o meno felici. Un disco dall’ascolto piacevole grazie al quale poter cogliere diverse sensazioni e vivere (con l'immaginazione) il fascino decadente di Roma... e di amore perduto.