Once Upon A Different Time<small></small>
Americana • Songwriting

Jaime Michaels Once Upon A Different Time

2016 - Appaloosa / IRD

21/10/2016 di Claudio Giuliani

#Jaime Michaels#Americana#Songwriting #Jono Manson #Stefano Barotti #Pippo Guarnera #Kevin Trainor #Jason Crosby #Marco Barotti #Sam Armstrong

Jaime Micheals è uno di quei cantautori garbati che già qualche tempo fa è transitato sui nostri lidi, quindi è fattibile che alcuni tra coloro che leggono queste righe abbia avuto l’occasione di imbattersi in qualcheduna delle sue canzoni. Jaime annovera tra l’altro anche pubblicazioni per la nostrana Club De Musique  (Once Or Twice Upon The Time  giusto per citare un titolo),  che ravvisano collaborazioni con musicisti di casa nostra e che vede la produzione (fino ad oggi mai ininterrotta) di Jono Manson, ma al suo attivo ha circa una decina di lavori frutto di un songwriting ispirato e sensibile. Tra i titoli della sua discografia citiamo  un po’ a caso Man With The Time Machine (che nel 2011 gli ha fruttato il New Mexico Music Awards); il buon Unknow Blessing ; Crooked ; Fool (acoustic tracks 1994-2007), un amabile album con brani nuovi e altri ripescati rivestiti con paramenti acustici; Wicked Dreams Second Chances (bel titolo e lavoro oltremodo interessante) e l’esordio del ‘99 Angelus.

Originario di Boston, con peregrinazioni tra Cambridge e il South Carolina fino a stabilirsi già da qualche tempo a Santa Fe in New Mexico, il nostro protagonista è in pista già dagli anni settanta con il trio folk Beckett e come componente della formazione rock Truly Dangerous Swamp Band, ma è solo alla fine degli anni novanta che da avvio alla sua carriera di songwriter. Tra le sue principali influenze giovanili indica il Kingston Trio, Peter Paul & Mary, ovviamente Dylan, ma il suo eroe basilare è Tom Rush.

Il suo approccio quieto e sereno alla canzone può rammentare gente come James Taylor, Chip Taylor o qualche canadese gentile; canzoni che sono piccole storie, quadri con pennellate pastose dai toni morbidi, dove i tratti si collocano in spazi arieggiati, marcature acustiche, chitarre e folk d’autore che assemblano songs gradevoli. Anche Once Upon A Different Time, come già accennato, vede sempre Jono Manson in sala di regia; si parte con le gradevolezze melodiche e  le acustiche in fingerpickng della title track, ma è con Warming che arriva la prima freccia che colpisce a fondo, riferimenti ecologisti e qualche nostalgia hippy un po’ Crosby&Nash all’interno di un’atmosfera seducente e suggestivamente accattivante.

La confidenziale Crazy For Me dispensa piacevolezze intimiste con il violino di Jason Crosby in trincea a demarcare tensioni. La graziosa Somewhere In Italy vede un duetto con la seconda voce di Stefano Barotti; A Little More è un’altra perla serafica con Kevin Trainor alla chitarra elettrica che divide la scena con l’acustica di Paolo Bonfanti, Pippo Guarnera all’hammond fa faville, Marco Barotti on drums e Stefano Bertilorenzi al basso. Steal Light ha toni bluesy e palpitazioni swing; tra le altre tracks degne di nota non possiamo scordare la bella e disinvolta Circling Around con il piano strepitoso di Jason Crosby e il banjo di Sam Armstrong e la crepuscolare The Heat con il suo respiro tormentoso dagli umori esplicitamente notturni, tra le songs più affascinanti del cd. Infine Singing For My Supper chiude l’album con brio festoso sulle brezze gioconde di un folk che connette bluegrass e arie irlandesi.

Track List

  • Once Upon A Different Time
  • Warming
  • No Paddle Wheel
  • Crazy for Me
  • Somewhere Like Italy
  • A little More
  • Steal Light
  • Circling Around
  • The Heat
  • Winter Song
  • Singing For My Supper

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