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Green On Red Bbc sessions
2007 - Cooking Vinyl
Ai Green On Red vengono buone per entrambi i “mali” sia cioè per lottare contro il tempo che passa sia per colmare l’assenza sul mercato, magari in attesa di un nuovo disco in studio (…). Da circa un paio d’anni Dan Stuart e Chuck Prophet sono infatti alle prese con una reunion altalenante (eh sì, anche loro) che ha dato risultati a sprazzi dal vivo.
Come per il dvd “Valley fever” (2005) queste sessions sono più che altro un’occasione per i fans di tornare a sentire i Green On Red live. A quanti invece sono all’oscuro della loro parabola va raccomandata una dieta a base di vecchi dischi.
Il materiale qua raccolto va dal 1989 al 1992, ovvero gli anni del declino in cui Stuart e Prophet producevano attriti che esulavano dalle loro canzoni portando al culmine sulla loro stessa pelle quel rock’n’roll style che tanto li aveva alimentati.
Pur non essendoci nulla che non sia già sentito, i Green On Red suonano ancora sporchi e informali come ogni rock band dovrebbe essere. E come probabilmente alla BBC non sarà piaciuto.
È Stuart stesso ad offrire un quadro della situazione nelle sleeves notes del cd: tra una pennichella e una birra le sessions venivano affrontate nel migliore dei casi come una pausa dal tour e a chi si aspettava prestazioni impeccabili o duetti con ospiti d’alto lignaggio la band rispondeva portandosi in studio musicisti appena incontrati come un fisarmonicista di sedici anni.
È infatti il carattere randagio della voce di Stuart e della chitarra di Prophet a rendere interessante il dischetto. Giusto per ribadire questa natura da outlaw la scaletta inizia con “Busted” e “Are you sure Hank done it this way?”, due pezzi in cui i riferimenti a Johnny Cash e ad Hank Williams sono evidenti (non si era forse capito a quanto del country più bastardo abbiano attinto i Green On Red?). Sulla stessa linea sono le parti di chitarra che tagliano “D.T. blues” e “Hair of the dog” e alcune ballate desolate come “Good patient woman” e “Baby loves her gun”. Colpiscono meno invece i rock’n’roll che ingranano la marcia dei Rolling Stones, anche perché i dischi da cui è tratta la maggior parte delle tracce sono tra i più crepuscolari della band: difatti è presente per ben due volte “Little things in life” e fa un figurone “Sun goes down”.
Sembra proprio che Dan Stuart e Chuck Prophet si stiano ostinando a non far tramontare il sole sui Green On Red.