![Amor vincit omnia<small></small>](/foto/musica/recensioni/big/3661-fba-amor-vincit-omnia-20150904103710.jpg)
Fondato nel 1993 da Maurizio Feregalli, il gruppo lombardo formato da ben otto musicisti, è arrivato con questo nuovo disco, Amor Vincit Omnia (Il Caravaggio), al tredicesimo lavoro, allargando ulteriormente i propri confini musicali.
E’ un lavoro particolare e per diversi aspetti molto sorprendente per la ricchezza dei suoni, l’utilizzo di strumenti antichi, la grande attenzione ai particolari e le diverse molteplici contaminazioni musicali.
Si può definire un disco di musica celtica e folk italiano contemporaneo, arricchito dalla riscoperta di suoni e danze popolari antiche (arrangiate in modo splendido da Maurizio Feregalli e dal fisarmonicista Mauro Pievani), con brani che trattano personaggi e situazioni storiche anche poco conosciute ma che spesso hanno analogie con i problemi dei nostri tempi.
C’è quindi una ricca tavolozza musicale che fonde musica irlandese, scozzese, galiziana, bretone, occitana, francese, lombarda, mediterranea, con reels, jigs, hornpipes dalle feste scoto-irlandesi che si susseguono con polke, bourres, contro danze, branles della più classica tradizione continentale europea.
La dozzina di musicisti presenti nel disco utilizza strumenti tradizionali noti come violino,mandolino, organetto, fisarmonica e altri meno conosciuti in Italia come bodhràn, tin e low whistles, bouzuki, cornamusa scozzese, ghironda.
I quindici brani, per oltre un’ora di musica, alternano sapientemente canzoni a brani strumentali, a partire dall’iniziale Il Caravaggio, che fonde folk-rock con ritmi antichi e tradizionali, per raccontarci la vita del grande pittore (da non perdere il bel video girato con abiti d’epoca e strumenti antichi presso il Palazzo Visconti di Brignano Gera d’Adda, Bergamo).
Tra le canzoni sono da segnalare El diluvy universal , canzone d’amore, una polka veloce cantata in dialetto milanese, L’ultima lettera da Lepanto ballata storica sulla feroce battaglia navale tra l’Occidente e l’Islam, tema purtroppo molto attuale ancora oggi e El tirann cantata in dialetto veneto su una musica che è una elaborazione di un’antica aria scozzese.
Tra i brani strumentali, che sotto un unico titolo racchiudono sempre almeno due diverse composizioni, sono da evidenziare Les vieilles bourrèes, due splendide danze antiche francesi, Branle des cheavaux celebre danza rinascimentale del XVI secolo, mentre per quanto riguarda l’area scoto-irlandese, Hector the hero aria della trazione scozzese con un grande tema condotto dalla cornamusa, e Fairy reel set, tre antiche danze con un ritmo incredibile, che “obbligano” chi ascolta a ballare.
Ottima musica, un gradevole ascolto, un grande lavoro di ricerca nella scelta dei brani tradizionali del passato, un riuscito mix di musiche che spaziano dal Nord Europa al Mediterraneo, rendono questo lavoro, in un mare di brutta musica, un’isola dalla bellezza unica ed affascinante.
Da vedere dal vivo nel loro “20 Years Tour” che celebra gli oltre 20 anni di attività “on the road” della band..