Enrico Brizzi E Yuguerra La vita quotidiana in Italia
2011 - Irma Records
La Vita Quotidiana In Italia, denso di passione civile come Draquila - L´italia che trema (2010) di Sabina Guzzanti, amaro come Habemus papam (2011) di Nanni Moretti e beffardo e vibrante come una stoccata di Cyrano, legge attraverso la capitale del catto –comunismo (Rialzati Bologna che ricorda il sex – gate di Del Bono a causa del quale “una città intera finisce alla gogna”)il declino dell’Italia malata di berlusconismo anche prima che il Cavaliere scendesse in politica.
Un rock dai riff taglienti con sfumature shoegaze incornicia i vari scorci di vita felsinea, a partire dall’infanzia. Dio salvi Bologna racconta un’infanzia in una “città perfetta” all’insegna del culto della Resistenza (e quanto si è dibattuto sull’ahinoi soltanto mito della superiorità morale della sinistra?). La donna di pane tra pulsazioni di basso ricorda il dualismo, percepibile già dall’infanzia tra “visi pallidi dei quartieri alti” e “figli dei fornai” di una città ricca e proletaria insieme, con alternanza tra strofe narrate e refrain-cori da concerto punk, che si conclude con un liberatorio “Io sto coi figli dei fornai”. Tenerissima è Lettera a Pertini, lo stesso Pertini tanto disegnato da Andrea Pazienza, qui impegnato a lottare contro “il terrorismo, la mafia e le logge massoniche deviate”. Pur con l’ironia verso “il culto di Sandro Pertini” a cui viene introdotto Enrico bambino, emerge una certa nostalgia per un periodo in cui ancora si riusciva a provare ammirazione sincera e stima per un politico. Il risultato è un dolce amarcord con arpeggi di chitarra e i cori pinkfloydiani di Alice Albertazzi.
La chicca del disco, è però Silvio Summer, che racconta di quanto la tv, all’epoca di Tangentopoli, influì sull’ascesa politica di Silvio Berlusconi. La storia si snoda tra il glam rock dei T-Rex e il ritornello tra ska e musica da jingle pubblicitario irresistibile: “E’ arrivato dritto da Milano e fa il trenino e saluta con la mano[...]ecco a voi Silvio il Caimano”.Verrebbe voglia sul serio di mettersi in coda per il trenino, se non si scorgesse l’umorismo pirandelliano dell’apparentemente spensierato refrain.
Pet Shop Boys e rock ( viene quasi in mente Irresponsible Hate Anthem di Marilyn Manson)si incontrano in Silicio Sigelli. Ma non è solo la massoneria a insinuarsi nell’italica coscienza. La TV con le lusinghe dei reality corrode anche anime “pure” come quella di Yuri, figlio del fornaio (già presentato ne La donna di pane) e amico del nostro Girardengo.
Se “Dio è morto, Marx è morto, e anch´io non mi sento troppo bene” (Woody Allen), la conclusiva
Un’altra primavera lascia un po’ di speranza nella possibilità di riappropriarsi di spazi (“sarà possibile vedersi senza pagare il biglietto”) e sentimenti. Tra auspici onirici e riff taglienti si delinea un mondo di cui ci si riappropria partendo dalla strada, liberi dai diktat televisivi, fino a scoprire con immenso sollievo che “Sapremo sorridere anche quando il Silvio non ci sarà più, e sarà la rivincita migliore che potremo prenderci ai suoi danni”.
La Vita Quotidiana In Italia è reading musical più che un disco vero e proprio. Le parole forse finiscono con l’oscurare la pur interessante proposta sonora. Però ascoltate con attenzione tutto, leggete i brevi racconti riportati nel booklet, arrabbiatevi, amareggiatevi. Poi tramite i libri ed Internet (pensate alle rivoluzioni in Africa) riappropriatevi della possibilità di scelta che la TV generalista toglie... e poi via, dove preferite, con le persone che amate.