Edoardo Chiesa A quello che vedo non credo per niente
2024 - L`Alienogatto/Gaina Records/Lapop/RadioCoop
Detto questo, sarebbe il caso di dire qualcosa su A quello che vedo non credo per niente (il disco di cui si parla in queste righe) di Edoardo Chiesa.
Parliamo di canzoni che scivolano leggere, con più di un guizzo di sincerità dei sentimenti, ma anche di complessità nella scrittura. È un lavoro che non si inceppa in nessun punto. Io l’ho messo alla prova ascoltandolo con attenzione in casa, ma anche distrattamente in auto: funziona. Al secondo ascolto ti entra dentro e le storie che sono raccontate tra le righe le ricordi già.
Del resto, il ragazzo ha già ricevuto parecchi riconoscimenti, quindi non corro il rischio di apparire troppo partigiano. Deve essere per via della sensazione che si intuisce: musicisti e collaboratori che sono certamente una squadra affiatata. Si vede, ma soprattutto si sente, rendendo il tutto fluido e scorrevole.
Due come noi che apre questo album è un traino incredibile, così come la seguente Come si fa: due potenziali hit messe in fila per convincerci che stiamo ascoltando qualcosa che vale la pena. Il sogno e Il necessario accendono il ricordo in canzoni che appartengono un poco a tutti quelli che, come me, sono cresciuti in una terra stretta tra carruggi e mare, disorientati dal poco spazio a disposizione per camminarci sopra.
Del resto, fare il mestiere di chi “canta dentro nei dischi” (come diceva Jannacci) essendo nati e cresciuti in Liguria, mette a confronto con ben più di un “grande”, quindi serve tanto talento e altrettanto coraggio. E qui credo di poter dire che ce n’è abbastanza.
Ah, quasi mi scordavo: la canzone in cui casualmente mi sono imbattuto è Qualcosa cambiare te. Ascoltatela anche voi e ditemi se è o non è un piccolo capolavoro.