DELREI Desolation and Radiation
2023 - Projekt Records
#DELREI#Americana#Other Americans #spaghetti western #Folk Blues
Un mondo postatomico; un'atmosfera da film di David Lynch o del Ridley Scott di Blade Runner, ma ambientato in un West a Occidente di tutti i West possibili; e, sul tutto, suoni lacerati, eppure miracolosamente coordinati tra loro. È questo lo scenario musicale, visivo, cinematografico e si direbbe storico, evocato dal chitarrista e polistrumentista veneto Alessandro Mercanzin, alias Delrei, nel suo sorprendente lavoro dal significativo titolo Desolation and radiation.
L'eroe che descrive il musicista è un loner (e infatti si intitola Solitario una delle tracce più intense), un errante dal passato inquieto, un uomo che viaggia cercando compagnia nella natura e negli echi che essa sa evocare nella sua immaginazione, e che lotta con rimpianti e ricordi, come suggerisce Mysterious traveler, dal riff che rimanda a Wicked Game di Chris Isaak. Un abitante di deserti, che Delrei riesce a mettere a fuoco nella poliedricità delle sue esperienze, senza aggiungere parole, ma privilegiando i suoni, che spaziano liberamente tra le epoche e le ascendenze, ricreandole in modo originale.
Si ascolti, per esempio, la morriconiana Ensenada, per capire che non siamo solo in quei paraggi, ma possiamo spingerci anche altrove, più vicini a noi, o persino anticipando i tempi. Circola in tutte le tracce, infatti, un'inquietudine postmoderna, come se i suoni rifuggissero dalla descrizione di situazioni cinematiche, per fissarsi nella dinamica del sogno - o dell'incubo -, più che della realtà (come in Dusk).
Chissà se Delrei ha in programma una collaborazione col connazionale Don Antonio, o coi Guano Padano; ne emergerebbe una sintesi efficace e modernissima, che demolirebbe una volta per tutte lo stereotipo che crocifigge lo spaghetti western in una dimensione caricaturale, quando non grottesca. Questo lavoro costituisce già un importante passo avanti.
L'eroe che descrive il musicista è un loner (e infatti si intitola Solitario una delle tracce più intense), un errante dal passato inquieto, un uomo che viaggia cercando compagnia nella natura e negli echi che essa sa evocare nella sua immaginazione, e che lotta con rimpianti e ricordi, come suggerisce Mysterious traveler, dal riff che rimanda a Wicked Game di Chris Isaak. Un abitante di deserti, che Delrei riesce a mettere a fuoco nella poliedricità delle sue esperienze, senza aggiungere parole, ma privilegiando i suoni, che spaziano liberamente tra le epoche e le ascendenze, ricreandole in modo originale.
Si ascolti, per esempio, la morriconiana Ensenada, per capire che non siamo solo in quei paraggi, ma possiamo spingerci anche altrove, più vicini a noi, o persino anticipando i tempi. Circola in tutte le tracce, infatti, un'inquietudine postmoderna, come se i suoni rifuggissero dalla descrizione di situazioni cinematiche, per fissarsi nella dinamica del sogno - o dell'incubo -, più che della realtà (come in Dusk).
Chissà se Delrei ha in programma una collaborazione col connazionale Don Antonio, o coi Guano Padano; ne emergerebbe una sintesi efficace e modernissima, che demolirebbe una volta per tutte lo stereotipo che crocifigge lo spaghetti western in una dimensione caricaturale, quando non grottesca. Questo lavoro costituisce già un importante passo avanti.
