
Darman Rifugio
2022 - Ayawasca Sciamani Musicali/Audioglobe
Siamo di fronte ad un disco acustico, dove prevalgono chitarra e voce nella loro essenzialità. Una dimensione insolita rispetto all'alternative rock per cui Darman è noto, più intima se vogliamo, con precise scelte stilistiche a livello di suoni. Rifugio potrebbe essere definito un album di ossimori, in cui si evidenzia il viaggio interiore di Mangiacasale con l'intento di ritornare tra la gente, dopo aver acquisito una nuova consapevolezza. Concepito in questi due ultimi anni non facili, spoglio di distorsioni e batterie, più complicato nonostante l'essenzialità, il disco, nell'esperienza che si ha all'ascolto, dà l'impressione di entrare nell'intimità personale del cantautore per uscirne idealmente arricchiti.
Di questo lavoro Darman stesso afferma: "Paradossalmente, grazie alla pandemia ho avuto modo riscoprire la chitarra acustica e, con lei, la mia parte artistica più riflessiva, più leggiadra, più protrusa verso sensazioni di vita quotidiana, di casa, di mare, di vita semplice condita ‘da fioca eccitazione [...] E’ nato così, Rifugio, quel dolce luogo immaginifico dove potersi trovare e ritrovare, nella ricerca perpetua del nostro essere più intimo e reale". Queste parole si rispecchiano nell'uso di effetti sonori naturali come nel brano Cicale, impreziosito dal frinire degli insetti in un quadro campestre: viene realmente da chiedersi il senso del mondo attorno a sé, non senza una velata sensazione di malinconia.
La stessa sensazione la ritroviamo nei primi due singoli che hanno preceduto la pubblicazione del disco, Agay ed Elle: il primo, nato in Costa Azzurra all'inizio dell'estate, è un risveglio dei sensi di fronte alla bellezza del panorama, un riscuotersi dal torpore tramite i colori che risvegliano il processo creativo. Elle invece ci presenta lo stesso mare al tramonto: in questo c'è una totale identificazione con l'elemento, ripercorrendo il processo primordiale di creazione della vita all'interno degli oceani. Se su Agay l'accompagnamento delle congas di Christian Lisi si sposa a rime semplici e parole raffinate, su Elle abbiamo invece un respiro sensuale nei suoni, un ritornello in francese e parole molto più complesse, prese dal linguaggio scientifico, come ad esempio “nucleotidi”. Si continua a percepire anche la matrice rock dell'artista nel modo di usare la voce, spesso più alta rispetto al tappeto acustico, vibrata ed urgente.
Abbiamo poi pezzi come Zabaione o Doposcuola, in cui vengono incorniciati dettagli del passato e osservazioni ambientali nel tentativo di spiegare e spiegarsi il ruolo centrale dell'amore come motore dell'universo. Gli arrangiamenti delle chitarre sono buoni e di nuovo la voce contrasta l'acustica essenziale con l'urgenza di dire tipica del rock: calda e roca il giusto, un po' troppo vibrata quando le note vengono tenute più a lungo. Un esempio definitivo in questo senso è presente nel brano che chiude Rifugio, Come la mente sempre più assisa, il cui testo è di Umberto Alcaro: siamo di fronte a una ballad lunga e non c'è quasi mai una pausa tra i versi che si susseguono. Le parole scorrono in un fiume di accostamenti arditi da una parte, rime efficaci dall'altra e poi uso improvviso di termini tecnici che creano una sensazione di stridore di fondo.
Fondamentalmente il disco è ben suonato, trattandosi di una prima prova totalmente acustica; tuttavia, per essere veramente efficace, l'eleganza dei suoni dovrebbe forse riflettersi anche nella ricerca dei termini testuali per dare uniformità all'atmosfera che si vuole suggerire e la voce dovrebbe alleggerirsi per dare respiro al contesto. Se l'intento era quello di creare ossimori, come abbiamo detto all'inizio, sicuramente Darman ci è riuscito.