Coez, Frah Quintale Lovebars

Cosa succede quando due fuoriclasse nel loro genere decidono di collaborare non per un singolo, ma per un intero disco? Il successo è scontato, ma il resto? Nel caso di Lovebars di Coez e Frah Quintale, il resto è un disco molto coinvolgente, con sonorità che fanno muovere le teste su e giù dall’inizio alla fine, con un rap a cui si aggiunge l’inconfondibile stile dei due artisti.

Diciamolo subito: Lovebars non vi deluderà. È il disco che vi farà ballare, alzare su le mani a tempo, con rime pronte a parlare al vostro cuore. È sicuramente uno dei dischi dell’anno e questo grazie non solo alla bravura di Frah e Coez, ma per la loro capacità di collaborare senza far vincere il proprio ego, rispettandosi a vicenda.

E così, quello che è un rapporto d’amicizia di 12 anni prende vita in 12 tracce che tengono fede al rap (le barre del titolo appunto) e che sfociano in più generi tutti amabilissimi, anche per chi non va matto per lo stile street.

L’emotività delle persone nelle varie sfaccettature - amore, amicizia, passione, lavoro - è il tema del disco: il racconto dei rapporti fra le persone, a cui oggi si guarda spesso con superficialità, perché ci si rifiuta di guardare il lato profondo delle cose.

Lovebars è una bomba d’emozioni, di umori e di ritmi, in cui i due si amalgamano perfettamente, senza che l’uno prevarichi sull’altro, mai, perché, per dirla con loro, “non si vince da soli, ma ci si allea” (Alta marea). 

Difficile preferire una delle 12 tracce, perché si parla di 12 potenziali hit, a partire dal singolo Alta marea, passando dalla pazzesca e profonda Vetri fumé, alla collaborazione con Guè in DM. Senza dimenticare la stessa Lovebars, Era già scritto, l’intensa Se esiste un Dio.

Intimità e fratellanza sono le due parole che rappresentano al meglio Lovebars; non a caso è anche il messaggio che vuole trasmettere la cover realizzata da Daniele Attia, in arte Bufer.

Un disco da 10, che non deluderà le aspettative né dei fan fedeli, né degli ascoltatori casuali.