Coanda Le vite altrove
2024 - Angapp Music
Il primo incontro si chiama La vita che volevi ed è una forte e dolce dedica di un padre al figlio, in cui il primo invita il secondo a cogliere il bello e il senso della vita nel rapporto con gli altri. Ispirata dalla poesia If di John Rudyand Kipling, la musica è caratterizzata da un arpeggio malinconico nelle strofe e da un suono più energico nei ritornelli, a simboleggiare il rinnovarsi della fiducia nella propria vita. Da una poesia di Mara Venuto, invece, è tratta Immaginare un amore: è una dedica al dolore vissuto dalla città di Taranto e dai suoi abitanti, traditi dall’illusione di poter realizzare i propri sogni. Intreccio tra un sound elettro-pop e strumenti classici, come il piano preponderante per buona parte del brano e gli archi.
Miele da accudire parla dell’essenza che ognuno di noi custodisce in sé, ovvero la complessa architettura che costituisce il carattere di ogni singola persona e tutte le emozioni da lei vissute e che hanno formato il carattere stesso. Quando ridi è una dedica molto dolce al sorriso di una donna e a tutto quello che cela dentro di sé, dalla luce che può portare fino ai segreti e alle malinconie che nasconde; sound pop-rock. Si arriva a Canzone nuda, un brano molto intimo in cui vengono messe a nudo paure, inquietudini e le insicurezze di chi sente di aver perso la propria direzione, anche se spicca una voce amica che guida l’autore a riprendere in mano la propria felicità, a far scorrere ed approdare le inquietudini a un porto sicuro. La musica di Leo Gadaleta denota il crescendo di questo brano, la melodia introduce prima la paura e poi la calma.
Talea, ispirata da una poesia di Venuto, è una dedica all’esilio e alla lontananza dalla propria terra d’origine. Il brano invita a fare come la talea: nonostante il distacco dalla pianta d’origine, bisogna rinascere come nuova vita e trovando nuovi sogni, amori e motivi per vivere. La lontananza è anche il motore della title track del disco, Le vite altrove. Qui avviene l’incontro tra alcune persone in una parte del mondo che non è vicina alla propria terra d’origine, in cui questa compagnia si ritrova dialogando di musica e poesia e su quanto sia forte l’unione tra le due componenti. Le sonorità sono un mix tra il pop e quelle classiche, con gli archi ad accompagnare. Il brano viene chiuso dalla poesia di Marisa Martinez Persico, INVÁLIDA EN EL DESIERTO DE MI DESEO DE VOS, e da uno squillo del telefono a vuoto (presente anche a inizio canzone).
Due canzoni d’amore chiudono l’opera: la prima è Incabloc, una riflessione di un uomo innamorato sulla volatilità del tempo, schiavo delle trappole e degli ingranaggi, mentre la donna della canzone vive il sentimento più liberamente e senza essere incatenata alle paure legate ai meccanismi del tempo. Il tempo sembra fermarsi in Dalla tua notte alla mia, una ninna nanna in cui lui resta sveglio a vegliare sul sonno di lei e nel mentre s’immagina il futuro. La melodia che caratterizza il brano è molto dolce: fa risaltare la leggerezza delle atmosfere l’unione tra gli archi e il sax di Gaetano Partipilo.
Le vite altrove dei Coanda è un disco molto riflessivo, introspettivo, poetico, filosofico e che scandaglia vari aspetti dell’essere umano: dalla volatilità del tempo fino alla lontananza e all’incontro, passando per l’amore e il futuro. Il disco è un dolce tratto che sa d’umanità, di fratellanza e di quanto la poesia e l’incontro possano unire le persone.