Ultimo D ` Annunzio<small></small>
Italiana • Canzone d`autore

Alfredo Marasti Ultimo D ` Annunzio

2022 - La Stanza Nascosta Records

09/09/2022 di Laura Bianchi

#Alfredo Marasti#Italiana#Canzone d`autore

La vulgata tradizionale considera ancora Gabriele D'Annunzio un precursore del fascismo, un fedele gregario di Mussolini, come venne defiito in un comunicato ufficiale in occasione della sua morte. Davanti al Vittoriale a Gardone Riviera, la sua ultima dimora, in cui venne rinchiuso proprio per non intralciare il successo di Mussolini e l'avvicinamento di questi al nazismo, pullulano bancarelle da denuncia per apologia del fascismo, fra orpelli del Ventennio e calendari con l'effigie di quello che in troppi si ostinano a chiamare Duce.

Eppure, D'Annunzio fu una figura troppo complessa per essere incasellata in una sola definizione, e sicuramente è stata a lungo, ed è tuttora, fraintesa, soprattutto nei suoi rapporti col fascismo; ad esempio, la stanza del Mascheraio, al Vittoriale, è così chiamata dai versi sopra lo specchio del camino, composti in occasione della visita di Mussolini al Vittoriale, nel maggio del 1925: “Al visitatore: Teco porti lo specchio di Narciso? / Questo è piombato vetro, o mascheraio. / Aggiusta le tue maschere al tuo viso / ma pensa che sei vetro contro acciaio“. D’Annunzio fece attendere Mussolini in quella stanza, a meditare su quei versi, e il fatto che non l'avesse accolto all’ingresso venne considerato un’onta.

Ad aprire l'ultimo, vertiginoso concept album del cantautore e docente Alfredo Marasti, intitolato Ultimo D'Annunzio, è proprio Al visitatore, a delineare fin da subito il perimetro, artistico e morale, nel quale il progetto intende muoversi. Alla voce del cronista dell'Istituto Luce, che definisce il poeta fedele gregario di Mussolini (caro e grande compagno), Marasti sovrappone il canto dei versi sopra citati, in una sorta di litania, che ricorda in qualche punto il Capossela di Marinai, profeti e balene, nell'intenzione sincretica di fornire all'ascoltatore più di una cifra interpretativa. Il violino di Teresa Dereviziis si intreccia con la registrazione del Quartetto che suonava al Vittoriale, e apre un racconto compatto, cinematografico, che parte da La Stanza della Musica, che ha la voce narrante (al canto, Rebecca Cinquina) di Luisa Bàccara, pianista veneziana, compagna di Gabriele per vent'anni nella villa sul Garda.

L'ascoltatore diviene dunque anche spettatore di una serie di sequenze narrative definite, in cui i suoni creati dal produttore, Salvatore Papotto, e i punti di vista si alternano, senza però creare disorientamento: l'io di Fiume! è quello del Comandante, fra eroismo e cocaina, relitti di Ottocento e velleità superomistiche, mentre un arpeggio di chitarra ci introduce alla Eleonora Duse di Da dietro il Velo, che canta ma io, che ti conosco, ora ti vedo così piccolo e indifeso con quel troppo amore che ti basta appena e che ti fa infedele, e mostra di essere più vicina al romanzo Il fuoco che alla celeberrima Pioggia nel pineto.
La voce di Pier Paolo Pasolini si avverte invece nella conclusiva, deandreiana Notturno, che richiama l'ultima, sperimentale, opera di D'Annunzio, e in cui Marasti sembra scoprire le proprie intenzioni in modo più diretto: costruire un'opera su un protagonista del primo Novecento, per invitare noi, un secolo dopo, a riflettere su differenze e analogie, corsi e ricorsi, valori e disvalori, lo scarto fra pensiero e azione. E ne abbiamo, tutti, bisogno.



 

Track List

  • Al Visitatore
  • La Stanza della Musica
  • Fiume!
  • La Stanza della Leda
  • Il dono
  • Sala del Mappamondo
  • Da dietro il velo
  • Sala delle Reliquie
  • Notturno