Cristina Donà

live report

Cristina Donà Desio / Villa Tittoni

19/07/2017 di Laura Bianchi

Concerto del 19/07/2017

#Cristina Donà#Italiana

Vent'anni. Vent'anni fa, il capitolo della musica indie era ancora tutto da scrivere, Afterhours e La Crus iniziavano ad avere i primi consensi e le varie cantantesse si stavano facendo strada.
Vent'anni fa, non esisteva quasi internet, Youtube doveva essere inventato e, per farsi conoscere, un artista non doveva passare per le forche caudine dei talent show e dello streaming.
Vent'anni fa, il talento puro emergeva dai dischi, che, se di valore, venivano premiati con Targhe Tenco rispettate da tutti.


Vent'anni fa, Cristina Trombini, in arte Donà, vinceva la Targa Tenco con Tregua, come migliore opera prima. L'artista aveva trent'anni, esperienze come scenografa e animatrice culturale della scena milanese con i coetanei Agnelli e Giovanardi, e un vissuto da raccontare attraverso testi profondi e suoni innovativi. La strada era segnata; una strada lunga vent'anni, sempre percorsa nel segno della coerenza e della poesia, e ancora ricca di sorprese.
Vent'anni dopo, Tregua diventa un tour, che però non ha nulla di celebrativo: Cristina Donà si è circondata dei musicisti di sempre e ha affidato al batterista Cristiano Calcagnile l'arrangiamento dei brani, che, in una veste più arrochita, rugginosa e in qualche tratto quasi noise, assumono una valenza contemporanea, per raccontare un disagio ancora sentito, e insieme il desiderio di superarlo nella tregua della musica.


La programmazione estiva di Villa Tittoni, a Desio, ha saputo cogliere la provocazione, e ha ospitato Donà e la sua band, accolti da uno pubblico eterogeneo: cinquantenni coetanei di quelle esperienze, giovani che vedono in lei una maestra indiscussa, coppie etero e omosessuali, sognanti nei brani più intimistici, o con figli piccoli, scatenati in quelli più movimentati. In fondo, vicino al mixer, trepidante e felice, quel Mauro Ermanno Giovanardi, che divise con lei gli inizi del percorso.
Donà, impeccabile e apparentemente insensibile al caldo, nonostante il tailleur pantalone e i pesanti stivali neri, si dà completamente: una fisicità fortissima, poche parole, gesti efficaci e teatrali, voce inossidabile ed esperta nel modulare le intensità e le sfumature dei testi, offre un'interpretazione sofferta dei brani, trasmettendone l'attualità a tratti sorprendente ( come nel caso di Raso e chiome bionde, o di Ogni sera), coadiuvata dalla band, sostenuta da una sala macchine precisa ed efficace, con Calcagnile alla batteria, percussioni e vibrafono, Danilo Gallo al basso, a cui si aggiungono Lorenzo Corti alla chitarra e Gabriele Mitelli alla tromba, per imbastire un discorso musicale che calza ancora a pennello sulla cantautrice, cucendo spesso i brani l'uno all'altro, come a non interrompere il filo dei pensieri.


Quando, dopo un'ora, l'esecuzione integrale del disco ha termine, il gruppo ricompare per un secondo tempo breve, ma intenso, che si chiude con un omaggio lungo e struggente al Dalla di Com'è profondo il mare, e riconoscente saluto finale: "Grazie Lucio,ovunque tu sia!".
Ma c'è tempo anche per un bis, con due perle acustiche, Universo e quella Goccia, che nell'originale ha l'accompagnamento di Robert Wyatt, e che invano il pubblico aveva sperato di sentire con la tromba di Mitelli; invece Donà dice "posso suonare io la tromba!", e si produce in un accompagnamento chitarra e labbra comunque suggestivo.
Dal tour nascerà un live? Ce lo auguriamo tutti.
 
(Foto di Gianni Gaudenzio e Laura Bianchi)
 
 

SETLIST

Prima Parte: esecuzione integrale di Tregua

Ho sempre me L'aridità dell'aria Stelle buone Labirinto Raso e chiome bionde Le solite cose Piccola faccia Ogni sera Risalendo Tregua Seconda parte

Nido

Dove sei tu

Com'è profondo il mare (L.Dalla cover)

Bis

Universo

Goccia