James Maddock

live report

James Maddock Cantù / 1e35

15/12/2014 di Laura Bianchi

Concerto del 15/12/2014

#James Maddock#Americana#Songwriting

E’ lunedì sera. Piove. Si prepara una settimana di lavoro e di tensione prenatalizia. Ma un centinaio di persone si spinge nelle brume della Brianza, guidato dalla passione per la buona musica e dal desiderio di condividerla con i propri simili. Scendere i dieci gradini di accesso al club Allunaetrentacinquecirca di Cantù assume allora il significato di un percorso iniziatico, comune a una setta, devota alle emozioni che un pugno di belle canzoni sanno far nascere.

James Maddock lo sa. Conosce bene il club, che definisce "my home in Italy", e regala sorrisi aperti e cordiali a tutti, riconoscendo, fra il pubblico, "familiar faces". E' grato al destino, felice di essere qui, di avere una chitarra in mano e di presentare, accompagnato dal virtuoso con l'anima Alex Valle, il suo ultimo disco, di cui si definisce fiero, quel "The Green",  che rappresenta, a detta di molti, non solo il consuntivo di un'esistenza, al passo dei cinquant'anni, ma anche la definitiva, matura consacrazione del suo songwriting.
E  tutti i brani del disco (tranne uno, forse perché poco in sintonia con la serata: è infatti "Let's get out of here”... nessuno lo seguirebbe!) sono presentati nel lungo set, 24  brani, in cui Maddock ricostruisce, insieme agli amici italiani, quella che non è solo una carriera professionale, ma una vita, tutta intera, coi suoi sogni, i disincanti, le passioni, gli amori e le sofferenze, porgendoli con un'interpretazione vibrante, a tratti commossa, comunque emozionante per quanti partecipano e formano backing vocals sui pezzi più noti, o ascoltano quelli nuovi, in un silenzio quasi miracoloso, perché segno tangibile del rispetto e dell'affetto del pubblico per un artista generoso.

Instancabile Maddock: usa la voce, arrochita dalle tempeste della vita, destreggiandosi fra il soul alla Van Morrison e il pop d'autore di Rod Stewart, trascina il pubblico in un percorso ricco di sfumature di stili e ritmi, racconta le vicende di un'esistenza instabile, e crea un'atmosfera sospesa, euforica, magica, ricca di empatia ed entusiasmo, chiudendo con una You and Jean nuda, voce e chitarra, intensa e magnetica.

E' martedì mattina: le ore di sonno sono poche, la settimana è tutta da lottare ... ma il ricordo di una splendida serata farà compagnia a lungo.

 

Fotografie di: Federico Sponza