Ryan Adams

live report

Ryan Adams Gardone Riviera (BS) / Anfiteatro del Vittoriale

12/07/2017 di Giovanni Sottosanti

Concerto del 12/07/2017

#Ryan Adams#Americana#Songwriting

Ormai è acclarato: Ryan Adams ha un fratello gemello, ieri sera a Roma ha suonato il gemello più scoglionato, questa sera a Gardone Riviera era di scena il Ryan Adams  originale, sempre in equilibrio sopra la follia ma infinitamente più empatico con il pubblico e calato nella dimensione live rispetto alla sera precedente.

L'Anfiteatro del Vittoriale presenta un colpo d'occhio naturale da urlo e il pienone che l'evento merita, sempre più un pugno allo stomaco il Parco della Musica semideserto nella puntata precedente. Il concerto parte come a Roma con Do You Still Love Me? e Gimme Something Good, stessi pezzi ma impatto completamente diverso, il suono è decisamente più definito, corale e omogeneo, il discorso fila dritto in un'ambientazione suggestiva e affascinante. Già al terzo pezzo arriva Am I Safe, non in scaletta a Roma, come Outbound Train, tratta da Prisoner. Anche Cold Roses, Let It Raid e Sweet Illusion sono new entry in scaletta rispetto a ieri e omaggiano nel migliore dei modi il meraviglioso disco con i Cardinals. 

Questa sera ho anche la rivelazione  inconfutabile che Ryan, oltre a saper cantare, è in grado di salutare il pubblico e ringraziare, a Roma non ci era proprio riuscito. Sicuramente l'ambiente più caldo e il pubblico numeroso hanno predisposto diversamente l'artista, anche la band è sembrata decisamente più efficace e legata, il suono finalmente degno di un concerto rock, ogni strumento percepito al giusto volume di suono. Dopo una sempre convincente Doomsday, arriva l'attimo di follia che potrebbe mandare a monte tutto quanto costruito fino ad allora, Ryan inizia When The Starts Go Blue poi all'improvviso si interrompe per inveire violentemente contro un individuo delle prime file che a suo dire gioca con il cellulare invece di seguire il concerto. Momenti imbarazzanti e brividi lungo la schiena per il terrore che lo show possa finire qui, invece da lì in avanti il concerto decolla, forse consapevole di aver un po' esagerato il folle genietto dà il meglio di se, scherza e ride con il pubblico, prova a riconciliarsi con il malcapitato smanettatore di smartphone e tira fuori dal cilindro una splendida versione acustica di English Girls Approximately.

Improvvisa poi una mai sentita Walter Grey, ma soprattutto ci spiattella Halloweenhead, che è sempre un bel sentire, Everybody Knows e New York New York, tanto per ricordarci che disco fosse Gold. Dopo To Be With You e Trouble, tutto il parterre corre sotto al palco e Shakedown On 9th Street chiude le danze come la sera precedente, stavolta però con un senso di compiutezza e di soddisfazione. Valli a capire i geni...

Foto: Barley Arts