Perturbazione

interviste

Perturbazione La rivalsa del pop

30/05/2005 di Christian Verzeletti

#Perturbazione#Italiana#Alternative Synth-pop Indie-rock Pop

Una nuova chicchierata con i Perturbazione, stavolta incastonata tra un soundcheck e un concerto. Con il solito misto di leggerezza e di profondità, di ironia e di malinconia, loro hanno risposto alle nostre domande finendo per sollecitarne delle altre che erano rimaste nascoste … nel gioco di specchi delle loro canzoni.

      
 
La rivalsa del pop
       Intervista ai Perturbazione

Una nuova chicchierata con i Perturbazione, stavolta incastonata tra un soundcheck
e un concerto. Con il solito misto di leggerezza e di profondità, di ironia e di malinconia,
loro hanno risposto alle nostre domande finendo per sollecitarne delle altre che erano
rimaste nascoste… nel gioco di specchi delle loro canzoni.


Mescalina: Cominciamo con una domanda fondamentale, che potrebbe rivelare molto dei Perturbazione: ma voi tifate proprio tutti per il Torino?
Gigi: Beh, in effetti, il calcio è uno degli argomenti preferiti sul nostro furgone … sì, io tifo Torino e anche Tommaso, però gli altri … Stefano tifa per il Bologna, forse Rossano tifa per l'Inter e poi non so, perchè non abbiamo mai parlato di calcio in maniera vera: è più che altro un modo per provocarci e far passare il tempo …

Mescalina: E lo sfondo granata nel nuovo cd?
Gigi: Non era voluto, ma quando l'abbiamo visto ci è piaciuto subito … chiaro che abbiamo rubato l'idea a Mescalina!
Mescalina: Meno male che lo ammettete, altrimenti …
Gigi: Ci avreste citato per plagio?

Mescalina: Eh, sì … ma sai che ci ho fatto caso perché ultimamente ho avuto modo di rivedere un film, "Preferisco il rumore del mare", in cui c'è molto di Torino …
Gigi: Sì, c'è anche Elena perché sulla sigla di coda …
Mescalina: Ah, il pezzo di Lalli?
Elena: Sì, io ci suono il violoncello …

Mescalina: E poi ad un certo punto c'è una battuta di Silvio Orlando che dice che per il Torino ogni partita è una rivalsa …
Gigi: Sì, perché in realtà anche Lalli e in particolar modo Stefano Giaccone erano dei vecchi frequentatori della curva granata ed è rimasto parecchio di quel Torino Calcio inteso come simbolo dell'operaio e di tutto quello che ci sta dietro al Torino che poi adesso stanno smantellando …

Mescalina: E qualcosa di simile è rimasto anche in voi?
Gigi: Sì, c'è qualcosa …
Mescalina: Ogni disco è allora una rivalsa? … nel senso che si porta dietro una storia, si sforza di continuare a far vivere un certo tipo di identità?
Tommaso: Sì, in questo senso sì, anche se poi ogni disco ha una sua storia nel senso che c'è una parte autobiografica e una anche letterale, ma in realtà i dischi sono una forma di contenitore che poi gli ascoltatori riempiono e completano: chi se ne appropria li svuota di quelllo che c'è dentro e li riempie nuovamente …

Mescalina: Beh, già la prima canzone del disco, "Dieci anni dopo", è un contenitore di questo tipo perché potrebbe essere l'immagine di una persona che vuole resistere, ma anche una riflessione sul tempo passato e, perché no, anche alla vostra storia di gruppo …
Tommaso: Vedi che c'hai già messo dentro qualcosa? Per me che ho scritto il testo sembra che parli di una storia d'amore …
Gigi: Il centro di quel pezzo è quando lui canta "mi han costretto all'angolo": lì parlava di una situazione in cui lui si era trovato e proprio perché sembrava parlare di una storia d'amore abbiamo deciso di cambiare il testo in "mi hai costretto all'angolo" …
Tommaso: E poi c'è la frase riferita alla retorica della patria, all'alzabandiera, che parla del non riuscire a fare diversamente da quello che hai attorno, perché non hai a fianco quello che una volta si chiamava un compagno … quindi vedi che i testi sono un formato aperto?

Mescalina: Anche perché questo è un disco più riflessivo rispetto ai precedenti, no? Già il fatto che comincia con "Dieci anni dopo" … vuol dire che state invecchiando?

Gigi:
Eh sì …
Tommaso: È nettamente più riflessivo e più malinconico: potremmo dire che la creatura ci si è rivoltata tra le mani, perché alla fine il disco è diverso da come ce lo aspettavamo. Sai, quando ti guardi allo specchio, cerchi di capire in qualche modo chi sei veramente e questo è quello che cercavano di fare queste canzoni e alla fine è come se avessero scoperto un lato nuovo, che non ci aspettavamo …

Mescalina: Beh, in un certo senso le vostre canzoni sono sempre state riflessive, solo che magari lo si notava meno, perché c'erano dei pezzi come "Il senso della vite" e "Mi piacerebbe" che staccavano e suonavano più sbarazzini …
Gigi: Sì, è vero … però è curioso perchè noi avevamo scritto una ventina di pezzi e c'erano delle canzoni come quelle, ma hanno voluto rimanere fuori …

Mescalina: Anche nei testi stavolta c'è meno ironia …
Tommaso: Sì, forse anche per questo quelle canzoni staccavano, sembravano troppo fuori posto e abbiamo preferito fare un disco più omogeneo …
Gigi: … diciamo che la consapevolezza c'è stata fino ad un certo punto, perché abbiamo scelto le canzoni e abbiamo costruito tutto, però, quando ci siamo trovati ad ascoltare il disco finito, ci siamo guardati e ci siamo detti: "Ma come? È un disco abbastanza triste …"
Tommaso: E anche alla Mescal, quando hanno sentito il disco, una volta arrivati a "La fine di qualcosa", c'è stato un attimo di silenzio totale e poi Valerio Soave ha detto: "Questo pezzo va bene per fare il trenino a capodanno!".

Mescalina: In effetti c'è questo sguardo malinconico, quasi un esercizio a compiere degli autoritratti che poi escono da voi …
Gigi: … è vero. Tutto parte da questo, dal guardarci dentro, ma anche dal guardare verso l'esterno, anche se la nostra musica sembra non essere impegnata socialmente. Non tutte le canzoni esprimono necessariamente la società o cercano di prendere una posizione, anzi, magari proprio quelle canzoni che si guardano l'ombelico e sembrano ad un primo ascolto implose in sé stesse, in realtà svolgono una funzione più sociale. Il concetto è questo che spesso, parlando delle cose che sembrano le più banali e personali, riesci a comunicare molto di più con altre persone e questo è molto … sociale!
Tommaso: … penso che in qualche modo ci sia un filtro sociale nelle nostre canzoni: io stesso preferisco ascoltare dischi o lavori che contengono molti dettagli, molti microcosmi penso a Babalot che scrive "La lavatrice e il muro", cioè quello spazio dove spesso si ferma la polvere di "Chiedo alla polvere", oppure penso a Artemoltobuffa con tantissimi dettagli per le piccole cose o anche i Marcilo Agro che hanno fatto una canzone che si intitola "Zanzara". Mi interessa questa ricerca di micromondi ad un livello più interno ed interiore … e questo si riflette e vive anche nelle nostre canzoni …

Mescalina: … è quindi un modo più sottile di far riferimento al sociale: penso ad "Animalia" …
Tommaso: … infatti non è che "Animalia" sia scritta con l'idea di trovare un tema o una verità. Tanto per dirti anche un tronato come Roberto D'Agostino, quello che aveva tirato fuori Renzo Arbore, aveva trovato un termine che era perfetto per gli anni Ottanta, cioè il cosiddetto "edonismo reaganiano", che esprimeva tutta la merda di quegli anni, anche più di quanto lo stesso D'Agostino avesse in mente. E così le canzoni servono per dare un riferimento ad un'epoca, all'epoca in cui la gente vive, in cui noi viviamo, ma a volte lo fanno consciamente, a volte no … a volte cercano di farlo, a volte non si accorgono di farlo. In questo senso sono "Canzoni allo specchio": non tutte le volte che ti guardi allo specchio, vedi la tua immagine o l'immagine del tuo tempo …
Gigi: … paradossalmente adesso siamo in un'epoca in cui davvero si può dire che si stava meglio quando si stava peggio: per esempio stiamo rispolverando tutto quello che poteva essere peggio negli anni Ottanta, come i Duran Duran, che erano la classica merce venduta dalle case discografiche. Se oggi si riscopre addirittura il valore di quello, significa che proprio abbiamo fatto dieci passi indietro e quello che ci rimane appunto è guardarci l'ombelico e vedere se c'è qualche altra persona che se lo guarda!

Mescalina: E di questo tentativo "estremo", quasi "disperato" fanno parte anche quei pezzi come "Il materiale e l'immaginario", "A luce spenta" o "Canzone allo specchio" che sono più lunghi del solito?

Gigi: Sai, dopo il tour di "In circolo" ci siamo accorti che molto spesso alcuni pezzi, che magari su disco si chiudevano in un certo modo, assumevano invece una coda tra virgolette psichedelica, più sviluppata, e allora abbiamo cominciato a mettere su disco certe atmosfere più rarefatte, più strumentali, senza cambiare la funzione dei nostri pezzi. Ne "Il materiale e l'immaginario", per esempio, ci sono i fiati in più …
Elena: È stata anche una concessione quella che abbiamo fatto ne "Il materiale e l'immaginario", perché questi tre ragazzi di Pistoia hanno avuto veramente la libertà di decidere che cosa suonare, hanno improvvisato e le loro takes ci sono piaciute così tanto che ci è sembrato esprimessero al meglio la fine di questo percorso del disco, quindi non è poi che sia stata una scelta vera e propria, ma anche una concessione, un lasciare che la tensione si sciogliesse, si liberasse …












Mescalina: Avete comunque fatto un disco più complesso …
Gigi: Sì, è vero e in questo senso, appena uscito, sono arrivate subito un paio di critiche e lo dico perché anche questo rispecchia veramente il mondo in cui viviamo: non è possibile che dopo due giorni o addirittura prima che il disco esca, tu ti sia già formato un giudizio e abbia giù incasellato tutto. È allucinante che dopo due giorni sono già lì a dire che eravamo molto meglio con "In circolo", anche perché - lo dico proprio a livello di rivalsa personale - quando è uscito "In circolo", non se lo è filato nessuno …
Tommaso: Se questo disco ha qualcosa in comune con "In circolo" è che è un disco diesel, cioè carbura piano, ascolto dopo ascolto …
Gigi: Sì, hanno in comune una cosa fortissima: non sono due dischi che tu metti sul lettore e ti piacciono al primo colpo e un disco deve avere secondo me questa forza. Ma quando tutto viene etichettato, è una cosa che fa paura … non perché succede a noi …

Mescalina: Hanno detto che manca una "Agosto"?
Gigi: Sì, ma anche in "In circolo" ci dicevano che mancava una "Agosto" prima che "Agosto" riuscisse a far breccia!
Rossano: … manca "Agosto" è la tipica considerazione finta intelligente nel senso che io vorrei vedere tutti quelli che dicono questa cosa dov'erano quando è uscito "In circolo" e c'era dentro "Agosto" che nessuno l'ha notata fino a quando MTV l'ha presa e l'ha resa quello che è diventata! Cioè mi fa rabbrividire questa gente che professa gusti in virtù di qualcosa che una grossa corporation, una multinazionale, gli ha reso popolare … allora se "Se mi scrivi" avrà successo, nel prossimo disco mancherà una "Se mi scrivi"?

Mescalina: Infatti non è vero che al disco manca un vero singolo, perché "Se mi scrivi" …
Tommaso: Difatti quello è il prossimo singolo! Esce a maggio…
Gigi: In realtà i singoli non ci sono, non esistono: è una nostra concezione che viene dopo …

Mescalina: Non ci sono fino a quando non lo diventano …
Tommaso: Esatto. Uno non scrive i singoli: noi in realtà scriviamo dodici pezzi che nel nostro mondo ideale sono dodici singoli … se poi il nostro mondo ideale finisce per incontrare i gusti ideali di altri, può darsi che qualcosa diventi un singolo, ma non è che scriviamo dei pezzi per fare dei singoli …
Gigi: È un po' come la concezione di Philip Dick secondo la quale ognuno ha il proprio mondo interiore e il nostro mondo interiore di sei persone è quello: nessuna delle canzoni è un singolo e ognuna lo è … proprio perché nessuno di noi è un singolo, ma ognuno di noi lo è …

Mescalina: E invece lavorare con Paolo Benvegnù com'è? Un altro tipo di mondo ideale? Un altro mondo interiore?
Gigi: Lavorare con Paolo è affascinante perché lui è un personaggio intrigante: è una persona che è insieme sia nerissima che allegrissima e lavorare con lui è bello, ma anche estenuante, perché ha dei ritmi di lavoro incredibili, non dorme mai … Con lui c'è stato un momento di forte empatia a livello umano prima del disco, poi abbiamo convissuto quaranta giorni come nelle migliori tradizioni alchemiche, cioè quaranta giorni durano sempre i processi alchemici e in questi quaranta giorni i metalli si trasformano in oro e lasciano anche dei residui di merda, ma siamo riusciti comunque a compiere questo processo … poi lui ha anche un modo di lavorare molto diverso rispetto al nostro, nel senso che noi eravamo abituati a portare in studio le cose più finite possibile anche per ragioni di costo, mentre per questo disco c'era più tempo e molte cose sono state anche rielaborate …
Tommaso: Paolo veramente lavora per strati infatti alcuni pezzi sono un po' più sinfonici …

Mescalina: Ma avete scelto lui proprio perché volevate lavorare in modo diverso ed arrivare a qualcosa di più complesso?
Gigi: No, più che altro abbiamo scelto lui per una questione di percorsi di vita: ci siamo proprio trovati e conosciuti. Lui ha fatto dei concerti a Rivoli, uno organizzato da Tommaso e uno acustico da me, poi è venuto a vederci dal vivo e per combinazione abbiamo avuto la possibilità di condividere momenti anche al di fuori del concerto. A noi poi piaceva molto il disco suo e ci siamo attratti come persone oltre che come musicisti. E poi essendo lui un produttore, quando abbiamo pensato ad una settima persona da mettere insieme a noi in modo che potesse rappresentare una sorta di sponda critica rispetto al nostro mondo imploso, il nome che ci metteva d'accordo tutti era quello di Paolo Benvegnù …

Mescalina: È stata la prima volta che avete avuto un produttore?
Gigi: In realtà Fabio Magistrali in "In circolo" ha svolto quel ruolo, anche se poi si tratta di co-produzione nel senso che su alcune cose lui ha veramente messo una mano forte, come ha fatto anche Paolo …
Mescalina: Come su "Canzone allo specchio"?
Gigi: Eh, sembrerebbe "Canzone allo specchio", ma invece è "Spalle strette" che è diventata quasi una sua creatura. L'equivalente di "In circolo" è "Per te che non ho conosciuto", che addirittura stavamo per mettere fuori dal disco, perché non avevamo trovato una formula con cui farla quadrare … Fabio si era innamorato di "Per te che non ho conosciuto" e Paolo di "Spalle strette": mi viene dire che sono stati i pezzi in cui siamo stati più snaturati tra virgolette, perchè sono stati proprio cambiati … meno male!

Mescalina: Con lo stesso criterio basato sui rapporti umani avete scelto anche gli altri ospiti che ci sono nel disco?
Gigi: Assolutamente sì, anche perché pensavamo ad un momento celebrativo in cui raccogliere alcuni musicisti della nostra generazione visto che c'è questa specie di scena musicale italiana indipendente, che poi in realtà indipendente non lo è più e che è diventata in un certo senso una scena che sta sotto quella che è la realtà del nostro paese … speravamo di raccogliere in questo disco anche gli echi della nostra generazione poi per questioni di soldi, di tempi e di spostamenti non ci siamo riusciti …

Mescalina: E a proposito di scena mi sembra che con il progetto Cassetta Acustica stai mettendo insieme parecchi elementi interessanti, non solo di Torino …
Gigi: Sì, è venuto Bugo, è venuto Davide Toffolo, poi abbiamo chiamato Marcilo Agro e anche Paolo Benvegnù: una delle cose belle è scoprire che ci sono certe realtà e proporle umanamente … soldi ce ne sono pochi, però cerchiamo di offrire il massimo, c'è un clima bello e poi davvero nascono delle serate interessanti, delle collaborazioni … il minimo comun denominatore è che tutti quelli che vengono li abbiamo conosciuti e poi questo progetto per me nasce in reazione ai concerti che ha organizzato Tommaso: una cosa per cui mi piaceva lui come persona era che si sbatteva per certi ideali e per la musica dal vivo anche dove nessuno la faceva …
Tommaso: Ma io non ho più l'età, cioè non ce la faccio più!

Mescalina: Quindi è stata una sfida nei suoi confronti?
Elena: Guarda, sei uno dei pochi a cui lo dico, ma io e Gigi siamo sposati solo che marito e moglie sono loro due!
Mescalina: Altro che sfida, questa è gelosia!
Elena: Eh, loro hanno questo rapporto di dipendenza anche un po' perverso: è la vera natura del loro rapporto …
Gigi: no, siamo solo molto solidali Poi sai, ad un certo punto Cristiano ha messo su l'etichetta de I Dischi dell'Amico Immaginario, Elena insegnava musica nelle scuole, Tommaso organizzava concerti e Stefano anche lui ogni tanto si dava da fare, così l'unico che doveva lavorare sempre all'esterno della musica ero io! Per cui mi sono rotto i coglioni e ho detto "Adesso organizzo anch'io qualcosa!" … quindi alla fine è solo rivalsa!!!
Mescalina: … e viene sempre fuori la natura dei tifosi del Toro…