interviste
I Boschi Bruciano Oltre la noia della provincia, la nostalgia e l'American Dream
Abbiamo intervistato la band di Cuneo, che ha da poco pubblicato un nuovo album come duo tra alt-rock e punk, un disco presentato come schietto, energico e generazionale.
È uscito il 24 marzo il secondo album dei Boschi bruciano, intitolato Riserve, che il gruppo, che oggi è un duo, composto da Pietro e Vittorio Brero, presenta così: "Parla di ciò che ci sta a cuore, del mondo che sembra impazzire ogni giorno di più, delle provincie italiane, del rapporto noia/degrado, della necessità di urlare "io esisto!", per pogare e cantare a squarciagola. Sostanzialmente è un nuovo debutto e noi siamo felici di viverlo come tale. Ha una lunga genesi che va dal primo lockdown del 2020, quando ci siamo chiusi in sala e abbiamo scritto e suonato finché non avevamo più niente da scrivere e da suonare. Nonostante il cambio di formazione e le sfide tecniche che ne conseguono è un disco che ci è uscito davvero naturale, un ideale di scrittura che è rimasto fedele a sé stesso in tutte le sue fasi, dai primi provini fino al mastering. Nasce con l'intento di unire un sound rock grezzo da power duo alla vocalità italiana e a sonorità più "moderne" e sperimentali. Sentiamo di aver trovato uno stile che ci calza a pennello e non vediamo l'ora di viverlo live per poi distruggerlo in visione di un nuovo disco". Il disco, che segna appunto un nuovo inizio per la band, è caratterizzato da chitarre elettriche corrosive e basi ritmiche impetuose in bell'evidenza tra alt-rock e quasi punk-rock, tra Ministri e Verdena (per questi ultimi, si ascolti per esempio l'attacco di Il mio futuro), ma anche da synth ed elettronica, che risuona contemporanea e oscura, sfumata di malinconie '90s, quasi à la Placebo; in tal senso si ascolti per esempio il sound di Supero ogni limite, una canzone che tra l'altro potrebbe suonare tronfia e proterva e invece appare quasi una richiesta d'aiuto: "fosse la prima volta che mi sento morire / dammi un buon motivo per resistere". Superare i limiti, passare con il rosso, ecc. risultano infatti solo modi estremi e pericolosi per non farsi inghiottire mortalmente dalla noia, forse per sentirsi ancora vivi nel rischio e quasi nel desiderio recondito (ma non troppo e a cui resistere) di morire.
Tra ritmi rutilanti, decisi e incisivi dal retrogusto amaro, il duo di Cuneo canta infatti inni per una generazione confinata nella noia e nel vuoto della provincia italiana, per ragazzi a "chilometri zero" che non si sentono arrivati e forse al giorno d'oggi non potranno "arrivare" mai, che sanno che il proprio futuro è "ubriaco / canta e balla sul cubo". Appaiono illusori i sogni che la società stessa impone in un presente limitato, che ha pesantemente influito negli ultimi anni sui giovani tra pandemia, guerra, crisi economiche e modelli irrealizzabili di una perfezione impossibile. E un'illusione è anche il proiettarsi lontano, verso il sogno americano, di cui si parla in America, verso mete ambite in base a visioni distorte della realtà, o solo come scusa per scappare anche da sé stessi e per "vendere l'anima". Abbiamo parlato con il duo del disco, che è presentato come “la voce arrabbiata, biografica e generazionale di chi si sveglia la mattina frustrato, di chi lotta per rincorrere un sogno, alla ricerca del proprio posto nel mondo".
Mescalina: Il titolo Riserve rimanda un po’ all’idea di sentirsi a volte “una busta di plastica” (Saranno altri) e di essere ragazzi “a chilometro zero”, al rifiuto dei traguardi che caratterizzano maggiormente le generazioni precedenti e in fondo erano tipici anche di una società diversa e delle sue possibilità di emancipazione e realizzazione?
I Boschi bruciano: Assolutamente sì! Riserve vuole essere un titolo provocatorio. Fa riferimento alle riserve indiane (ecco il perché del trucco rosso sugli occhi) e a come il progresso inevitabilmente emargini chi non sta al passo coi tempi. A come ci siano persone di serie A e di serie B, a come nel gioco della vita ci sia chi gioca titolare e chi fa da riserva.
Mescalina: Il vostro nuovo disco è caratterizzato da sonorità abrasive e decise tra alt-rock e punk-rock, con chitarre elettriche e base ritmica in grande evidenza, ma non mancano a volte anche synth ed elettronica: quali sono i vostri punti di riferimento musicali?
I Boschi bruciano: Ci consideriamo un duo rock, ma abbiamo cercato di proporre qualcosa di diverso dai classici chitarroni. Guardiamo molto a progetti stranieri come Cleopatrick, Blue Stones e Two Feet con l'obiettivo di portare un po’ di quella “freschezza” in Italia. Diteci voi se ci siamo riusciti.
Mescalina: Due tra le parole-chiave del disco potrebbero essere “noia” (menzionata in Rosso) e “nostalgia” (citata in Saranno altri): come si combattono e quanto sono legate anche alla dimensione a volte limitante e asfittica della provincia italiana, che offre poco e niente ai giovani, a cui spesso non resta che sballarsi e tentare di dimenticare anche il “vuoto” delle loro città?
I Boschi bruciano: Ognuno di noi combatte con quel vuoto maledetto che sarebbe la “nostalgia” di Saranno altri. Non siamo psicologi, non sappiamo come combatterlo, ma ci proviamo scrivendo e suonando. La stessa cosa vale per la “noia”, anche se si tratta di un concetto meno astratto. La noia si può respirare nelle province italiane (o almeno in quella di Cuneo) ed è una cosa pericolosa. La noia spesso porta alla depressione, all’avvilirsi, al pensare che la vita non è poi questa grande esperienza. I giovani hanno bisogno di luoghi di svago, dove riunirsi e conoscersi, ma spesso sembra che la politica faccia tutto ciò che è in suo potere per impedire che luoghi del genere possano esistere. Ogni riferimento al massiccio lavoro di sabotaggio e/o contenimento dei live club non è affatto casuale.
Mescalina: In America parlate dei limiti e delle illusioni dell’ “American dream”, di chi scappa per “a cercare una scusa per vendere l'anima”: emigrare è una soluzione, o è solo fuggire “lontano dai guai / lontano dai tuoi” e da sé stessi?
I Boschi bruciano: Non lo sappiamo. Più che altro cerchiamo di riflettere sul problema. Perché perseguiamo degli obiettivi così difficili da raggiungere al giorno d’oggi? Perché ci insegnano a inseguire la ricchezza quando ci viene negata? Perché si sogna l’ascesa sociale in un sistema che non la permette? Viviamo una profonda crisi dei valori, ma questo è un discorso che dovrebbero affrontare i sociologi; noi facciamo rock ‘n roll: ci limitiamo a cantare che c’è qualcosa che non va.
Mescalina: Per la vostra generazione, ha ancora senso parlare di “futuro”? O in qualche modo gli orizzonti si sono ristretti? Ne Il mio futuro definite il futuro ubriaco, come se anche lui fosse noncurante e indifferente. Cosa trovate più deludente del presente e delle prospettive per il futuro? Nel track by track affermate che “Il futuro è adesso e non ci piace”.
I Boschi bruciano: La cosa più deludente del presente è rendersi conto della differenza tra la vita che avremmo immaginato di vivere e quella che viviamo. Da bambini siamo stati educati e preparati ad un mondo che non esiste più. Le cose cambiano in fretta, il progresso è più veloce dell’adattamento delle mentalità. Il mondo del lavoro In Italia offre sempre meno opportunità e i “traguardi” della vita adulta sono sempre più difficili da raggiungere. Detto ciò, la nostra generazione può e deve parlare del proprio futuro. Ci si deve preparare al domani; basti pensare al cambiamento climatico: prima o poi dovremo farci i conti. Le nostre probabilmente saranno vite più precarie di quelle dei nostri genitori: se si pianificava in termini di anni, noi lo faremo in settimane; se si organizzava il tempo in termini di giornate, noi lo faremo in minuti.
Mescalina: Di chi vi piacerebbe aprire un concerto? E con chi vorreste fare una collaborazione musicale?
I Boschi bruciano: Ci piacerebbe molto aprire un concerto dei Ministri: siamo cresciuti ascoltando i loro album e pogando ai loro live. Lo vivremmo come un cerchio che si chiude, perché è anche grazie o per colpa loro che abbiamo iniziato a suonare. Se si parla di una collaborazione, invece, saremmo davvero curiosi di vedere cosa potrebbe succedere mischiando il nostro sound rock con la voce (bellissima) di Veronica Lucchesi di La Rappresentante di Lista.
Mescalina: Il vostro album in tre aggettivi.
I Boschi bruciano: Schietto, energico e generazionale.
Potete ascoltare l’album della band qui sotto.
Buon ascolto!
Crediti album
Musica e testi di Pietro Brero, Vittorio Brero e Michele Guberti.
Prodotto da Michele Guberti.
Suonato e cantato da Pietro Brero e Vittorio Brero.
Registrato presso Natural Head Quarter Studio da Michele Guberti e Il Granaio Studio da Pietro e Vittorio Brero.
Mixato presso Natural Head Quarter Studio da Michele Guberti.
Mastering di Andrea De Bernardi a Eleven Mastering Studio.
I BOSCHI BRUCIANO sono:
Pietro Brero: voci, chitarre e bassi
Vittorio Brero: batteria, percussioni e cori
Bio
I Boschi Bruciano si formano nel 2018 in un granaio in mezzo ai frutteti nelle campagne di Cuneo dall'idea dei fratelli Pietro e Vittorio Brero con Giulio Morra, tutti poco più che ventenni.
Nonostante la giovane età dei componenti e grazie all'esperienza live accumulata singolarmente, I Boschi Bruciano risultano essere una tra le band più attive della piccola scena musicale cuneese.
Inizialmente operativi come quartetto I Boschi Bruciano nel 2018 firmano un contratto con Bianca Dischi e registrano a Cagliari il loro album di debutto Ci pesava, pubblicato il 4 ottobre 2019 (distribuzione Artist First). Il disco, prodotto da Paolo Mulas con il mastering di Andrea Suriani, è preceduto dai singoli Odio e Pretese. Con questa formazione I Boschi Bruciano nell’aprile 2020 pubblicano il singolo Insieme a te sto bene”, cover di Lucio Battisti; la copertina del singolo è un'illustrazione di Alessandro Baronciani.
Durante la primavera 2020, in piena emergenza pandemica, I Boschi Bruciano diventano un duo, i fratelli Pietro e Vittorio Brero stravolgono l’assetto della band e decidono di portare avanti il progetto restando in due. Seguono parecchi mesi passati in sala a scrivere e comporre nuove canzoni e a riadattare il vecchio repertorio. A febbraio 2021 si trasferiscono al Natural HeadQuarter di Ferrara e sotto la produzione di Manuele Fusaroli, storico produttore dell’indie-rock italiano, e Michele Guberti registrano il loro nuovo EP contenente due canzoni: l’inedito Fuoco e la cover di Cosmo L’ultima festa. L’EP è uscito il 23 aprile via Bianca Dischi / distr. Artist First.
Tra la fine del 2021 e buona parte del 2022 registrano e producono il loro nuovo album, sempre al Natural HeadQuarter di Ferrara, insieme a Michele Guberti che registra e mixa l’album. Al tempo stesso, durante l’estate del 2022 firmano l’ingresso nel roster di Locusta, storico e importantissimo booking nazionale di area indie-rock.
Il nuovo disco, intitolato Riserve, verrà pubblicato venerdì 24 marzo 2023, sempre per l’etichetta Bianca Dischi, distribuito da Artist First.
https://www.instagram.com/iboschibruciano/
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Ufficio Stampa: Giovanni Astarte giovanni@astarteagency.it
Label & Management: BIANCA DISCHI biancadischi@gmail.com