Hobocombo

interviste

Hobocombo Tra la 6th avenue ed il resto del mondo (con streaming)

27/03/2014 di Arianna Marsico

#Hobocombo#Elettronica#Ambient

Abbiamo avuto il piacere di intervistare gli Hobocombo, incuriositi dalla particolarità del loro secondo album Moondog Mask e dal fascino di un Vichingo che si aggirava per la 6ª Avenue…e abbiamo scoperto quanta ricerca ci sia dietro il loro suono onirico e delicato. Potete anche ascoltare l'album in streaming!
Mescalina:  Innanzitutto grazie dalla redazione di Mescalina. Da cosa è nata la vostra fascinazione

per Moondog, al punto da dedicargli un intero lavoro?

Hobocombo: Grazie a voi!
Bisogna precisare che il nostro primo lavoro Now That It's The Opposite, It's Twice Upon A Time (Trovarobato Parade – 2010 NdR) è un disco dedicato interamente al Vichingo della 6th Avenue, mentre Moondog Mask vuole essere un’elaborazione successiva.

Moondog ci ha affascinato perchè per noi rappresenta l’anello di congiunzione tra cultura alta e pop. La sua musica riesce ad unire il minimalismo, la musica dei nativi americani, il jazz, il contrappunto; si serve del canone barocco come dello swing, mette in crisi la forma canzone senza tradirne l’immediatezza.

Mescalina:   Perché Moondog Mask come titolo tra i diversi che avrete vagliato? C’è qualcosa legato alla simbologia sociale della maschera, richiama la maschera come elemento tribale o altro ancora?

Hobocombo: Il titolo è nato assieme alla copertina, in cui compare un ritratto di Moondog in forma dimascherone associato ad una texture ispirata ai tessuti wax africani. In ogni caso, la risposta è sì: il rituale per evocare lo spirito di Moondog ha inizio indossando la sua maschera.

Mescalina:  E’ stato impegnativo accostarsi a strumenti meno usuali come la trimba?

Hobocombo: A dire il vero è stato un divertimento, frutto dall’esplorazione di suoni e soluzioni timbriche tecniche insolite, sia quelle sviluppate da Moondog, sia quelle che poi abbiamo elaborato nella produzione dei due dischi che abbiamo finora pubblicato e nella costruzione del nostro live set.
La Trimba è uno strumento che Moondog aveva concepito come percussione sufficientemente facile da trasportare, ma che allo stesso tempo racchiude in sè un mondo di simbologie (per esempio nel fatto che sia uno strumento triangolare) e elementi tecnici e timbrici unici.
Andrea, con l’aiuto di Roman David, costruttore svizzero di percussioni a cornice che lavora a Berlino, l’ha ricostruita.
Ci si è poi resi conto che la forma, il suono, la tecnica utilizzata per suonarla e i ritmi che naturalmente si possono sviluppare (i famosi snaketime rhythms di Moondog) sono inscindibili e creano un mondo a sè, come del resto accade con ogni strumento degno di questo nome.

Mescalina:   Oltre al vastissimo universo creativo di Moondog, cos’altro vi è stato di ispirazione per questo disco?

Hobocombo: La musica exotica e la sua idea di creare nuovi mondi immaginari da elementi fantastici diculture  distanti da noi (e per questo affascinanti), la musica di Robert Wyatt, le minimal-music di Steve
Reich e Terry Riley, la ripetizione dei canoni medievali e di una certa drone music, l’archivio sonoro di musica popolare curato da Roberto Leydi negli anni 70’, il kraut rock.

Mescalina:  Il pezzo che mi ha colpito di più è Response: potete raccontarci qualcosa su come è nato questo brano?

Hobocombo: Molti brani di Moondog sono costruiti a canone (detto in imprecisi soldoni: la linea melodica viene ripetuta e sovrapposta a se stessa in una posizione differente, creando un contrappunto). Il canone crea così una sensazione di ciclo melodico senza fine. Il call and response blues (come
erte forme antifonali barocche) usa invece la ripetizione nella forma botta e risposta.
In questo caso la melodia iniziale ripetuta a canone ha creato la struttura su cui poi si è costruito il resto della narrazione. Il testo si basa su una poesia di Moondog, da cui abbiamo estrapolato e spezzato alcuni versi li abbiamo ricomposti in un ordine senza apparente senso ma che in realtà ribadisce l’estetica del brano, che finge di muoversi per rimanere sempre immobile.

Mescalina:   Ciascuno di voi tre a quale pezzo di Moondog mask è più legato e perché?

Andrea:  Witch of Endor, dato che è il primissimo pezzo di Moondog che ho ascoltato, e che mi ha stregato per la ricchezza timbrica e la “stranezza” compositiva. Adoro le blind dates musicali, quando ascolto musica che non conosco senza sapere nulla. Nel caso di Moondog la sorpresa è stata veramente grande, non riuscendo a collegare la musica magnifica che stavo ascoltando con nessuno dei riferimenti musicali che avevo in quel momento.

Francesca: Desert Boogaloo, è il primo pezzo che abbiamo composto tutti insieme partendo da una linea melodica e dal drumming di Andrea. Dopo aver dedicato tanto tempo allo studio della musica di Moondog, questo pezzo è stato per me la dimostrazione che volevamo e sapevamo come andare oltre.

Rocco: All’ultimo tocca sempre meno scelta… Vi propongo To a Sea Horse: un pezzo di Moondog quanto nostro, una dimostrazione di quanti e quanto diversi siano i lati da cui si può guardare un brano. La nostra versione è certamente aderente all’originale (non è stata cambiata una sola nota) e insieme distantissima: la ripetizione delle cellule trasforma una miniatura pianistica in un brano dai meccanismi quasi math.

Mescalina:  Quanto è impegnativo portare in tour una musica come la vostra, visti anche alcuni  strumenti usati?

Hobocombo: Può essere impegnativo data la quantità di strumenti e necessità tecniche, ma portare gli Hobocombo in tour è possibile, anzi necessario!

Mescalina:  Che riscontro avete dal pubblico data la ritmica oniricità della vostra proposta?

Hobocombo: Siamo molto contenti dell’accoglienza che stiamo ricevendo. Alcuni citano il kraut rock, alcuni applaudono, altri bevono birra e/o vino. Qualcuno parla, qualcuno muove il piede a ritmo, qualcuno vorrebbe pomiciare ma è disturbato dalla musica.

Sembra però che tutti si lascino coinvolgere l’aspetto narrativo e psichedelico della nostra musica. Pur seguendo percorsi e ispirazioni a volte complesse, abbiamo cercato di sintetizzarle in una forma sinceramente “pop” e sembra che ciò abbia funzionato: non importa conoscere il contrappunto barocco o quello di Moondog, è sufficiente abbandonarsi all’ascolto per risultarne
coinvolti. 

Mescalina:  Grazie ancora!



Contatti:
 

http://www.hobocombo.com/

http://www.trovarobato.com/hobocombo-netlabel.html

http://trovarobato.bandcamp.com/album/moondog-mask

https://www.facebook.com/hobocombofan?fref=ts

 

Si ringrazia Chiara Caporicci – Sfera Cubica http://www.sferacubica.it/