Perturbazione

interviste

Perturbazione Le emozioni e la grazia intima della rilettura del Vangelo umanissimo di De Andre'

18/03/2024 di Ambrosia J. S. Imbornone

#Perturbazione#Italiana#Canzone d`autore

I Perturbazione tornano pubblicando il 22 marzo la registrazione di un concerto-evento del 2010 in cui avevano riletto La buona novella di De Andre' con Nada e Alessandro Raina. Il risultato e' delicato, intimo e pieno di grazia. La nostra recensione e l'intervista a Tommaso Cerasuolo
“Non voglio pensarti figlio di Dio
Ma figlio dell'uomo, fratello anche mio

cantava De André in Laudate hominem, ultima traccia del suo album La buona novella (1970). E l’umanissimo Vangelo secondo Faber, basato su Vangeli apocrifi come il Protovangelo di Giacomo e il Vangelo arabo dell’infanzia, ritorna giusto poco prima della Settimana Santa cristiana, venerdì 22 marzo, nella versione dei Perturbazione, che, a quasi quattro anni dal loro ultimo album, (Dis) Amore, ritornano tirando fuori dal cilindro questa rilettura integrale live. Quest’ultima risale a un concerto del 23 ottobre 2010 al Teatro Civico di Varallo Sesia (VC) e finalmente la band riesce a regalarci questo disco, registrato da Lorenzo 'Loz' Ori e Cristiano Lo Mele, mixato da Cristiano Lo Mele, con mastering di Paolo Iafelice. All’epoca la band era ancora un sestetto, composto da Tommaso Cerasuolo (voce), Cristiano Lo Mele (chitarre, synth, elettronica), Gigi Giancursi (chitarre e cori), Elena Diana (violoncello e cori), Alex Baracco (basso e cori) e Rossano Antonio Lo Mele (batteria). Il live-evento, commissionato alla band per omaggiare i 40 anni del disco di Faber, vide inoltre partecipazione di Nada, voce in Ave Maria, Maria nella bottega di un falegname e Il testamento di Tito”, Alessandro Raina voce in Il ritorno di Giuseppe, Via della Croce e Il testamento di Tito e Dario Mimmo, fisarmonica, bouzouki, tastiere e cori.

Come suona La buona novella dei Perturbazione (Iceberg/Warner Music Italy) ha un fascino asciutto e delicato, una grazia semplice e nuda, un’essenzialità e “purezza” folk che commuove o trascina nei momenti più sinuosi e “colorati”. La band e i suoi ospiti ci cimentano nel capolavoro di De André con rispetto e sensibilità, musicale e personale, ed entrano in punta di piedi nelle pieghe intime di queste storie “piccole” e private, come l’infanzia di Maria, con la sua tenera età strappata ai giochi, un sogno di ali quando corse “a vedere il colore del vento” , fino alla “vita recente” nel suo ventre. Gli arrangiamenti minimali ed eleganti, tra chitarre, fisarmonica e violoncello, sottolineano come una carezza la poesia delle parole. Nada porta le sue inconfondibili interpretazioni viscerali, mentre Alessandro Raina porta un’intensità quasi soffiata e umanissima a pezzi come Via della Croce, con il suo magistrale affresco sociale degli “spettatori” della Passione e delle loro reazioni, dagli apostoli timorosi ai poveri che “piangono altrove” e “non sono venuti a esibire un dolore” e ai due ladroni che "a piangerli sotto non han che le madri". E uno dei brani più efficaci tra arpeggi e fisarmonica è proprio una poetica e lieve Tre madri, che immortala con tenerezza commovente il dolore delle mamme di Tito e Dimaco, che non avranno il conforto di alcuna resurrezione, e quello di Maria, che pensa invece che, se Cristo non fosse stato figlio di Dio, sarebbe ancora vivo. Ha un passo gentile, ma cresce anche coinvolgente (soprattutto nella parte cantata da Nada) ovviamente la canzone forse più famosa del lotto, Il testamento di Tito. Da brividi la cupa e umanissima Laudate hominem, in una versione molto sentita, con tanto di chiusa rock. Abbiamo rivolto su La buona novella dei Perturbazione alcune domande via mail a Tommaso Cerasuolo, in primis sui “numeri” di questo album, che arriva a 13 anni e mezzo da quel concerto, e sulla “sacralità” di De André.




Mescalina: Due parole-chiave del progetto La buona novella mi sembrano inevitabilmente il tempo e il sacro.

Il tempo…Questo disco ha una storia piena di…numeri. Contattati dal musicologo Alberto Jona, il 23 ottobre 2010 suonaste queste canzoni dal vivo, affiancati da Nada, Alessandro Raina, il fisarmonicista Dario Mimmo, l’attrice Paola Roman – che leggeva brani tratti dai vangeli apocrifi – e Don Carlo Maria Scaciga, che introdusse la serata. Era un concerto in occasione dei 40 anni del disco di De André, ma poi non avete replicato l’evento, anche perché quell’anno riportò sulla scena questi brani anche la PFM. Ora pubblicate la registrazione dell’evento per i 25 anni dalla morte di Fabrizio De André, e a 4 anni dal vostro (Dis) Amore, che, pubblicato in un altro anno bisestile e durante la pandemia, non avete potuto suonare dal vivo. Sono passati circa 13 anni e mezzo da quel concerto: avete rischiato davvero di tenerlo per sempre in un cassetto? E, al di là del nuovo anniversario di Faber da celebrare, come mai pubblicarlo in questo preciso momento (delle vostre vite e carriere e in quest’anno qui nella storia della musica e non solo…)? È stato un parto un po’ lungo…

Perturbazione: Il tempo non è lineare, con buona pace nostra e dell’umanità intera. A volte il tempo è una carogna, come quando stai per pubblicare un nuovo disco e scoppia una pandemia. A volte il tempo è galantuomo, come quando un vecchio amico, che fa il fonico e ti ha chiesto le registrazioni di un concerto speciale di tanti anni prima, un giorno ti scrive per dirti che le ha mixate e che gli sembra materiale più che valido: “Provate a riascoltarle”. A quel punto ti rendi conto che il tempo ti ha fatto un regalo.

Mescalina: A proposito ancora di tempo, registrare un concerto nel 2010 e riproporlo nel 2024 è come un viaggio nel tempo: se foste rimasti pure voi congelati per tutti questi anni, forse il mondo attuale, musicale e non, a momenti vi spaventerebbe. Voi quanto vi sentite diversi rispetto ad allora?

Perturbazione: Non saprei… Mi spaventa quando si comincia a ragionare di epoche tramontate e dei ‘bei vecchi tempi’. Il mondo ci spaventava allora ed è rimasto spaventoso, ma tocca mettersi in viaggio ogni mattina, da capo. Noi siamo più vecchi, chissà, forse un po’ più saggi? Tre anni fa, dopo tanti anni passati a rincorrere l’orizzonte, ci siamo presi una lunga pausa, senza ansie, pensando: di tutte le canzoni e i progetti seminati in questi anni, magari qualcosa tornerà a noi, inatteso. Ecco.

Mescalina: Alessandro Raina in questi anni, tranne per qualche singolo o partecipazione a compilation, si è dedicato soprattutto all’attività di autore per nomi come Annalisa, Francesca Michielin, Mahmood, Tananai, ecc. Lo avrete consultato sicuramente in merito alla pubblicazione di questo disco: come ha preso quest’idea?

Perturbazione: È stato buffo: gli abbiamo lasciato un messaggio in cui gli raccontavamo che ci erano piaciute le registrazioni, riscoperte dopo tanti anni, e che stavamo pensando a un modo per pubblicarle, domandando cosa ne pensasse. Lui ha risposto con un lungo vocale: ricordava bene lo spettacolo, la preparazione, le prove, la presentazione di Don Scaciga, che è stato una figura importante nella genesi del disco originale di De André, diceva di avere un ricordo emozionante, per cui ancor prima di ascoltare il materiale ci ha dichiarato di essere favorevole: è stato proprio gentile.

Mescalina: Com’è stato invece collaborare in questo evento con Nada, che offre qui, come sempre, interpretazioni molto intense?

Perturbazione: Emozionante e anche un po’ fibrillante: alle prove pomeridiane avevamo lavorato parecchio sugli attacchi e su alcuni incastri tra metrica e arrangiamenti, non è che ci fosse nervosismo, ma elettricità sì, e poi quando è salita sul palco per lo spettacolo, bum, tutto quello che durante le prove sembrava indecisione, nostra prima di tutto, si è trasformato in magia. Nada è un’artista, e questo fanno gli artisti: sono degli alchimisti delle emozioni.

Mescalina: Veniamo al sacro, ma per ora non all’argomento dell’album, ma alla sacralità dei capolavori di De André. Spesso, quando qualche artista osa reinterpretarne le canzoni, gli ascoltatori hanno una di queste reazioni, a seconda anche di quanto le nuove versioni si distanziano dalle precedenti: a. si stracciano le vesti perché il presunto omaggio è ritenuto un atto sacrilego; b. pensano che alla fine il modello sia prevalso involontariamente sulla reinterpretazione, che pure cercherebbe di distanziarsene; c. ritengono le cover solo ed esclusivamente un’imitazione degli originali. All’epoca che accoglienza ebbe il concerto e quale di queste reazioni temevate o temete oggi maggiormente?

Perturbazione: Abbiamo ricordi molto positivi rispetto allo spettacolo, raccogliemmo calore e stima, fu un peccato non poterlo replicare. Ma al principio, quando ci proposero di affrontare questa avventura, cercammo di non pensare a Faber come a una figura sacra: tanto aveva scritto, proprio ne La buona novella, ma altrettanto in molte altre sue canzoni, per mettere in discussione l’idea di un dogma, di una dottrina… Il favore più grande che puoi fare a De André credo sia di farti il favore di suonarlo con la tua voce e con la tua sensibilità. E poi sarà chi ti ascolta a giudicare: va bene così.

Mescalina: De André è probabilmente un punto di riferimento ineludibile per i musicisti italiani, come se fosse nel DNA, o almeno nel cibo, nell’acqua, nell’aria…Però, a fronte di tanti cantautori che magari ne hanno seguito o si sono illusi di seguirne le orme, voi siete stati e siete delle colonne di una certa scena indipendente e alternativa…Che rapporto avete con la musica di De André e cosa pensate di avere portato alle sue canzoni dal mondo “Perturbazione”? L’impressione è che anche in questo disco live, tra riff e arrangiamenti pure piuttosto semplici, si respiri una grazia intima e introspettiva piuttosto “vostra”…

Perturbazione: Ci abbiamo provato. Non ci sentiamo alfieri di alcunché. Scriviamo canzoni e le suoniamo. In questo caso, avevamo la fortuna di poter studiare il lavoro di un genio della parola in musica, che effettivamente tendiamo tutti a sentire come una specie di assioma italiano. Un conto è lui, con tutta la sua complessità, un altro è l’elaborazione collettiva del personaggio: immergersi nella sua scrittura e nella sua voce è stato un po’ riscoprirlo, per ciascuno di noi. De André rimane immenso perché parla una lingua che valica l’epoca specifica in cui scrisse quelle canzoni: i suoi temi, la sua visione, i suoi dubbi, possono parlare anche alle donne e agli uomini contemporanei. Sai, la classica domanda: cosa penserebbe oggi De André del mondo? Secondo me avrebbe continuato a fare la cosa che sapeva fare meglio: interrogarci, metterci di fronte alle nostre contraddizioni e alle nostre ipocrisie, attraverso le domande.

Mescalina: Nel libretto del disco si legge che secondo voi “a De André sembrava interessare l’idea che gli uomini hanno di Dio” in questo lavoro. In effetti, forse di religioso e cristiano questo disco ha proprio il ribaltamento del cannocchiale del mondo, l’osservare da vicino figure che per la società potrebbero essere marginali, obiettivo d’altronde molto ricorrente in De André. E così ci sono le “femmine un giorno” per “un nuovo amore povero o ricco, umile o Messia”, e poi “madri per sempre”, c’è il matrimonio di Giuseppe “per forza padre per professione”, con una sposa bambina, c’è il ladrone che da Dio, “forse troppo occupato”, non si è sentito ascoltato quando aveva “un coltello piantato nel fianco” e ha rubato in nome proprio, non nel nome di Dio come altri, ecc. Insomma, più che un Dio degli umili, è un Dio visto dagli umili. Pure in tutti i suoi “difetti”. Che ne pensate? E quale di queste canzoni vi ha colpito di più nel reinterpretarla e perché?

Perturbazione: A me fanno impazzire le voci delle donne, in questo disco. Le madri dei ladroni, Dimaco e Tito, e Maria, stanno di fronte al martirio dei propri cari e ci parlano di un amore umano, straziante eppure così forte, così pieno di tenerezza, rabbia, perdono, misericordia. E poi Il sogno di Maria, quell’angelo che non si capisce se sia visione celeste o rapporto carnale… E’ stato bello affrontare tutto il lavoro, che nasce in un periodo che sta a metà tra il beat e il progressive, c’è tutta la parte folk di De André, ma ci sono orchestrazioni e arrangiamenti, con Gian Piero Reverberi, che hanno qualcosa di cinematografico. Fatichiamo a scegliere una canzone singola, perché sentiamo il disco come un’opera unica.

Mescalina: In quale brano sentite invece maggiormente che comunque anche l’umanissimo De André sia entrato in contatto qui forse con il “mistero” di una fede?

Perturbazione: Io penso che la forza de La buona novella venga in parte dall’assenza del suo protagonista: Gesù è ovunque, ma non parla mai, non c’è una canzone su di lui. La sua immagine, il mistero legato alla sua figura, sprigiona dalle opinioni così distanti e conflittuali che lo riguardano. È un redentore? Oppure un ciarlatano? De André non risponde, lascia quella risposta a noi, come fanno i grandi narratori. In questo senso, ha rispettato il mistero della fede, e forse, senza doverlo affermare, lo ha suggerito. Ma non bisogna spingersi a ‘cristianizzare’ De André: penso che a lui interessasse l’umanità di tutti quei personaggi che ruotano attorno ai Vangeli, e in questo senso gli Apocrifi gli dettero ottimi spunti, per abbattere le statuine del presepe e restituirci figure a tutto tondo, complesse, irrisolte, umane.

Mescalina: Ora promuoverete questo disco, ma intendete anche ri-portare dal vivo le vostre canzoni?

Perturbazione: Ci piacerebbe risuonare La buona novella dal vivo, dove possibile: per forza di cose gli arrangiamenti saranno diversi da quelli del disco, allora c’erano sei musicisti, più tre voci, sul palco. Ma risuonando quelle canzoni, in questi mesi, in sala prove, noi quattro, ci siamo resi conto che avevamo voglia di abitarle nel modo in cui ci sentiamo oggi. È bello abbracciare un cambiamento. Per le canzoni dei Perturbazione c’è tempo: ci piace fare una cosa per volta, se possibile, e cercare di godercela, senza ansie.

Bentornati, Perturbazione, e sia sempre lode a Faber.

Tracklist de La buona novella (dal vivo con Nada e Alessandro Raina):

  • Laudate Dominum
  • L’Infanzia di Maria
  • Il ritorno di Giuseppe (feat. Alessandro Raina)
  • Il sogno di Maria
  • Ave Maria (feat. Nada)
  • Maria nella bottega di un falegname (feat. Nada)
  • Via della Croce (feat. Alessandro Raina)
  • Tre madri
  • Il testamento di Tito (feat. Nada e Alessandro Raina)
  • Laudate hominem
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Foto di Luigi De Palma