Cristina DonÁ

interviste

Cristina DonÁ Il ritorno dell'Incantautrice

17/02/2015 di Francesco Malta

#Cristina DonÁ#Italiana#Canzone d`autore Cantautore

Ogni disco di Cristina Donà è ormai quasi un evento. Perché la stessa cantautrice lombarda ha raggiunto ormai uno status tale, che ogni sua opera crea aspettative altissime. E raramente delude le attese. Abbiamo fatto qualche domanda a Cristina in cui parliamo dell'album, della maternità e del tempo sempre più difficile da trovare in questi tempi moderni.
Mescalina: In questo nuovo disco sembra quasi che parli a qualcuno: a chi è rivolto principalmente questo lavoro?

Cristina Donà: A quella parte di noi che può, che ha il dovere di provare a trovare altre vie d’ascolto e osservazione rispetto ai codici prestabiliti. Quando crediamo di aver capito come funzionano le cose, anche in quei momenti il nostro agire è spesso il risultato di una standardizzazione più o meno evidente. Quel voler sapere tutto di tutti, un'ingordigia amplificata dall'uso del web, dei social, ha qualcosa di perverso che ci tiene incollati alla superficie e ci svuota del senso più profondo della nostra vita. Naturalmente ne sono vittima anch'io.

Mescalina: Perpendicolare sembra quasi essere una ninna-nanna: la maternità ha in qualche modo cambiato il tuo modo di comporre?

Cristina Donà: La maternità cambia la vita e dunque tutte le cose in essa contenute. La cosa buffa è che la prima canzone da me pubblicata, discograficamente parlando, era ed è una ninna nanna, Terra Blu, sulla bellissima compilation del C.P.I. Era il 1996 e allora non ero mamma. Perpendicolare parla di amore puro, quello che senti nel cuore, nell'anima ma anche fisicamente. E' l'amore per un figlio, il momento della nascita, con tutta ciò che di carnale si lega a questo. E' l'amore che provi per il tuo compagno o compagna. E' lìimmagine della perfezione che forse ha a che fare anche con l'amore.

Mescalina: In Siamo vivi sembri invece rivolgerti a te stessa: facendo questo lavoro è così difficile prendersi del tempo per se stessi?

Cristina Donà: Non è facile per nessuno, non solo per chi fa questo mestiere. Quel “tempo” è un tempo di sospensione che non appartiene a niente e a nessuno se non ad un interiorità che è difficile da trovare, in mezzo al marasma di oggi lo è ancora di più. Non è solo una questione mistica. Io penso che se ci manca quel tempo per il “distacco” da una realtà sempre più appiccicosa il pericolo sia di non capire più chi siamo e cosa è veramente importante per le nostre vite e per la comunità.

Mescalina: Sei arrivata ormai all'ottavo disco: come cambia l'approccio nella realizzazione di un nuovo album?

Cristina Donà: Cambia sempre. Cambiamo noi, il nostro modo di esprimerci, le persone intorno a noi. Ora sto già pensando a come cambierà per il disco che verrà. A livello tecnico si è passati dal comporre e registrare quasi tutto in sala d'incisione a lavorare anche a casa e via mail. Per la fase compositiva dal 2008 scrivo a quattro mani con Saverio Lanza e questo ha rinnovato positivamente il mio approccio alla canzone.

Mescalina: Ormai sei da molti considerata la più importante cantautrice italiana in questo periodo della nostra musica. Di conseguenza ogni tuo lavoro è passato al setaccio da tutti. Senti una sorta di peso nell'affrontare questa cosa? Un dover essere sempre all'altezza?

Cristina Donà: Sì, ma sarebbe comunque così. E’ la mia natura. Sento prima di tutto una responsabilità nei confronti della musica e di chi mi segue. Se ho fatto bene o male lo giudicheranno i posteri.



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Si ringraziano Cristina Donà e Frank Lavorino, Blob Agency.