Paolo Simoni

interviste

Paolo Simoni La ricerca del Nuovo Rinascimento (con video)

06/08/2021 di Barbara Bottoli

#Paolo Simoni#Italiana#Canzone d`autore

Paolo Simoni sa scrivere, sa emozionare e sa raccontarsi, ma soprattutto riesce a far combaciare queste tre parti; infatti ascoltando "Anima" si vive esattamente quello che ci racconta in questa intervista rilasciata a Mescalina. Simoni lo definisce "calore" e questa idea di intimita' genuina e' quello che racconta nel suo album e in queste risposte, rifacendosi alla piu' pura Scuola Bolognese. Nel video che accompagna l'intervista la conferma di un cantautore che pone il proprio talento a servizio di un messaggio che corrisponde ad un vero pensiero, forse come al tempo del nonno a cui fa riferimento. Ormai il tempo si divide tra il prima e il durante pandemia; nel momento di passaggio c'e' stato quello slogan che tutti abbiamo pronunciato e che abbiamo capito essere fasullo "andra' tutto bene", ma, forse, per uscirne davvero migliori vale molto di piu' anche un solo ascolto di "Anima", soprattutto in una versione de "L'anima vuole" in esclusiva per Mescalina.
Mescalina: Ciao tu come stai? Chiaramente è la citazione dal tuo brano Porno società, ma in realtà è anche una domanda sincera perché se ciò che scrivi è davvero il modo in cui affronti la vita mi piacerebbe capire come si può stare.

Paolo Simoni: Ciao! Sì per me arte e vita devono camminare insieme. Non credo alla separazione tra persona e personaggio. Non c’è un tempo in cui faccio o decido di creare. Tutto quello che scorre passa inevitabilmente dal setaccio della mia sensibilità. Come sto? Beh fisicamente per ora in ottima forma, per il resto un po’ meno. Vedo un imbruttimento generale della società in cui vivo. Arrivismo, gusto dell’effimero, spettacolo fine a se stesso, senza contenuti e tonnellate di mediocrità. Non vedo il pensiero autonomo dell’uomo ma un modello unico che la maggior parte persegue. Ci sono le eccezioni ma purtroppo vivono ai margini. Gli artisti stessi che hanno qualcosa da dire vengono lasciati fuori dai giardini. I direttori artistici di molti eventi Italiani inseguono lo share, i numeri, le scelte facili. Poi nelle interviste o nei corridoi li senti sempre parlare di grandi valori, ma mi sono reso conto che è tutta scena. Mancano gli uomini di pensiero e di azione. Gli uomini di spessore. Come società siamo in crisi. Dovremmo ammetterlo a noi stessi con tanta umiltà.

Mescalina: A febbraio 2021 è uscito Anima, il tuo nuovo album, durante l’ascolto sembra evidente il rapporto col brutto anno precedente, quindi anche la scelta di pianoforte-voce sembrerebbe dettata dall’isolamento imposto. Anima è intimo, si ascolta – mi piace credere che sia così – che è un Paolo nudo quello che scrive. Come nasce il tuo lavoro, ma soprattutto l’ultimo anno ha influenzato sia la tua proposta che il tuo essere uomo?

Paolo Simoni: Anima nasce prima della pandemia. È un disco volutamente pianoforte e voce, pensato e realizzato in questa veste. Oggi questo lavoro mi fa capire meglio la mia ostinazione di due anni fa nel realizzare delle canzoni nude e senza sovrastrutture. Le canzoni sono profetiche, anticipano i tempi e anche gli stessi autori che le mettono in musica e parole. Ho sempre avuto questi sospetti che oggi si sono dimostrati certezze. Non è l’artista ad essere profetico ma la sua opera. Questo significa che l’artista non è mai solo quando lavora, ma è assistito. Parlo dell’arte vera, quella ispirata. Inevitabilmente questo ultimo anno mi ha portato a delle considerazioni e a dei cambi d’umore interiori. Non ti dico però una bugia se affermo che da un po’ di tempo nell’aria sentivo che qualcosa sarebbe successo a livello globale. Alcuni miei amici mi davano del catastrofista. Oggi mi chiedono se già allora avessi saputo qualcosa. Nessuna delle due. Era nell’aria e secondo me non finirà a breve. Il mondo sta cambiando. Dobbiamo accettarlo e soprattutto imparare a rispettare il pianeta, gli animali che maltrattiamo e che sfruttiamo a nostro uso e consumo. Ci sono tante nuove dittature che noi quotidianamente legittimiamo. La scienza non è l’unica a dare delle risposte. Bisogna cercare.

Mescalina: Si respira molto cantautorato emiliano in Anima, passando da Dalla per arrivare a Bersani, quali sono le tue influenze e in che modo un album come il tuo può collocarsi in un panorama musicale che varia tra (ahimè) talent e ricerca di sperimentazioni alternative?

Paolo Simoni: Io esco dalla Scuola Bolognese. In particolare quella di Dalla che ho conosciuto e con cui ho lavorato. Le mie influenze provengono dalla scuola cantautorale italiana, da alcune letture e da altri riferimenti culturali ben precisi. Non li elenco perché sarebbe fastidioso e lungo. Il concetto è: scrivi solo quando hai qualcosa da dire e fallo con tutta la sincerità che possiedi. Studia, informati, osserva, studia ancora, dimentica tutto quello che hai imparato, svuota la tazza e scrivi. Il “collocamento” della mia musica non mi ha mai interessato. Io cerco l’universalità dell’arte. L’etichettamento è deleterio secondo me e soprattutto molto italiano. Indie? Rock? Pop? Sinistroide? Centro sociale? Fighetto? Le mie canzoni nascono per parlare a chiunque abbia voglia di ascoltarle. In più in questo paese il panorama musicale è un miraggio. C’è solo il presidio del Pop con la sua “sempreverde” canzoncina d’amore (spesso adolescenziale) e il rap, trap, strap… Tutti gli altri generi non pervenuti. Importiamo il peggio dall’America e lo riproponiamo a noi stessi come qualcosa di geniale. Con questo non voglio fare di tutta l’erba un fascio. Ci sono artisti che fanno Pop, Rap e lo sanno fare molto bene, ma in molti sfruttano l’onda solo per apparire e provare a fare quattro soldi senza fatiche. Il talent è un format televisivo. Fa bene ai cantanti in via di rilancio che vanno a fare i giudici e alle discografiche che devono lanciare qualche nuovo interprete. Il pubblico da casa con il televoto si sente coinvolto, il gioco funziona e le pubblicità che investono gioiscono.

Mescalina: La traccia di apertura L’anima vuole gode della collaborazione con Roberto Vecchioni, come se tra voi ci fosse uno scambio nel quale tu porti i dubbi e “il professore” una visione vissuta, quale era il significato della collaborazione? Oltre a chiaramente la presenza di un pilastro della musica italiana.

Paolo Simoni: È stata una mia volontà quella di chiamare Roberto. Durante le registrazioni sentivo una vocina interiore che mi sollecitava a contattarlo. Volevo creare un continuum tra due generazioni di cantautori. Lasciare una traccia di un discorso incominciato anni fa dai grandi della canzone d’autore e testimoniare la presenza di un giovane autore che vorrebbe portare avanti quel discorso.

Mescalina: Scrivendo la recensione per Mescalina sono partita di getto, come quando ho ascoltato per la prima volta il tuo lavoro, poi mi sono fermata, come se scriverne significasse porre la bellezza del pensiero nella realtà e non trovarvi coincidenza. E’ stata come una separazione, un dover far prevalere la razionalità che non poteva raccontare Anima. La parte, permettimi il termine, ingenua, infantile come si accosta al mondo musicale?

Paolo Simoni: Quello che hai percepito è il punto essenziale del mio lavoro e della mia ricerca come uomo. La “realtà” come noi la intendiamo è solo una parte. C’è tutto un mondo invisibile che muove la materia. Sono convinto che un giorno l’uomo lo capirà e sarà allora che il mondo e la vita ci appariranno per quello che sono veramente. Il pensiero materialistico a mio parere è il vero male di oggi. L’ingenuità rallegrata dalla conoscenza porta alla bellezza e alla verità. Conoscenza è un concetto che va trasformato in saggezza. Il concetto è la stufa, la saggezza è la legna che ci butti dentro. Il fatto che spesso non troviamo coincidenze tra un certo pensiero e quello che vediamo è dovuto secondo me al fatto che noi sappiamo ben poco di noi stessi. Viviamo dentro a dei misteri che spesso ci fa paura approfondire. Oggi noi viviamo in un pensiero unico di qualcun altro. Questo è il vero dramma. La musica e l’arte sono lo specchio delle nostre anime. In giro c’è tanta brutta musica, brutti film, brutti quadri. Ci sentiamo svuotati e non rappresentati. Quindi solitudine e sconforto. All’anima dei numeri non frega niente. Vuole calore, quella legna di cui ti parlavo.

Mescalina: Siamo ancora in pandemia e non si vede all’orizzonte una data per tornare ai live, stai progettando qualcosa? E visto che nei tuoi testi torna spesso il concetto di sogno: qual è il tuo?

Paolo Simoni: Questo disco partiva con la volontà di fare concerti esclusivi e intimi. Purtroppo per ora non mi è possibile farlo come del resto a tanti che fanno questo mestiere. Sogni nel cassetto ne ho diversi. Quello che vorrei vedere è un ritorno delle persone ad un certo tipo di musica, di cinema, di arte, di bellezza. Un interesse più umano e collettivo rispetto a ciò che è vero e a quello che non è. Come canto in Augh: “sogno un nuovo Rinascimento”, artistico. Ogni tanto sento qualche politico usare questo termine. Ecco non in quel senso. Un nuovo Rinascimento può rifondarsi solo dagli artisti. Quelli nel vero senso del termine e dei fatti.

 
Ecco il video che Paolo ci ha inviato.



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