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Mirkoeilcane Le donne si trovano in Povera me

04/07/2021 di Barbara Bottoli

#Mirkoeilcane#Italiana#Pop

Il nuovo singolo di Mirkoeilcane si intitola Povera me e col relativo video descrive in modo stupefacente la condizione femminile, ormai etichettata e stereotipata, ridonandole nuova emotivita'. Un'emotivita' forte, volubile, ma anche decisa ed incisiva, che dopo tanto riesce a puntare un faro sulla vera identita' della donna. Mirkoeilcane attento alle tematiche sociali, in questa intervista, dimostra di non fare solo canzoni, ma di avere un messaggio da condividere
Mescalina: Sono rimasta molto colpita da come il singolo Povera me descrive esattamente la condizione femminile, in questo alternarsi di sconforto e forza, tra pessimismo catastrofico e voglia di reagire. Sia il video che il testo sono la rappresentazione di ciò che è una donna, come è nata l'idea di indagare “l'altra parte dell'universo”? E, soprattutto, come ci sei riuscito in modo così efficace?

Mirkoeilcane: Grazie per averne certificato l’efficacia anzitutto! C’è poco di volontario o “scientifico” da raccontare, temo. In questa, come in altre canzoni, mi propongo di spingermi sempre più lontano da me e dai miei punti di vista, dalla mia (direbbero su Instagram) “zona di confort” e cosa c’è di banalmente meno chiaro, per un uomo, della mente femminile? È il mio “gioco” preferito immedesimarmi negli altri e, nelle canzoni, non esistono i limiti della realtà. In una canzone, nell’arte in genere, si può diventare uomo, donna, drago, fiore, autovettura, vento.

Mescalina: In un momento storico in cui si parla tanto di “fluidità” fai una scelta controcorrente: ti riferisci ad uno stereotipo, a mio avviso, in modo chiaro e che da una parte fa tenerezza, visto con gli occhi di una donna, e, contemporaneamente, stupisce. La parità esiste? Come vedi la situazione femminile?

Mirkoeilcane: Mi rammarico del fatto che ci sia bisogno di fare il catalogo delle possibili opzioni. Che ognuno sia quello che vuole, chi vuole, come vuole, quando vuole. Se qualcuno si sente nella posizione di poter giudicare qualcun altro, sta già sbagliando, a prescindere dal giudizio, dal modo, dal grado di parentela, dall’età. La parola “fluidità” non ha alcun nesso logico con la sessualità, l’orientamento, le sensazioni, i gusti, le ideologie di un essere umano. La parola “fluidità”, usata in questa maniera, è una trovata social che porta fuori strada. La mentalità di questo paese (ma non solo) è arretrata e ottusa per antonomasia ma le nuove generazioni (già dalla mia) sono di mentalità sempre più aperta. Sono convinto che nel giro di qualche anno, essere “fluidi” sarà un concetto di base come “salutarsi quando ci si incontra” o “fare gli auguri per il compleanno” o “mettere mi piace ai post delle influencer”. Io per esempio ho scelto di essere cantautore in un mondo di Trap, più “fluido” di cosi!

Mescalina: Sei arrivato al grande pubblico con l'apparizione nel 2018 al Festival di Sanremo, con la vittoria nella categoria Nuove Proposte con Stiamo tutti bene, premiato anche con Premio Critica Mia Martini, Premio Sergio Bardotti e, sempre nello stesso anno, Targa Tenco come Miglior Canzone. Cosa accade dopo così tanti riconoscimenti nella vita artistica di un cantautore?

Mirkoeilcane: Accade che chiunque si aspetta da te che questo accada anche l’anno successivo e quello dopo ancora, senza pensare a quanto sia lungo e complicato cercarsi dentro le parole e le idee per scrivere qualcosa che non faccia a tutti i costi rima con “radiofonico”, “musica del momento”, “hit”, “platino”, “playlist”, “indicizzazione di mercato”. Accade che tante persone che non avresti mai raggiunto si interessano alle tue canzoni e alla tua vita e alle cose che dici, le prendono per buone. I più giovani ti prendono sul serio e a volte, si fanno ispirare da te e questo comporta una immensa responsabilità. Chi scrive canzoni, come chi parla in TV, come chi (che paura) ha molti seguaci su un social, farebbe bene a considerare che quello che dice e che fa, potrebbe orientare la vita di uno o X giovani che lo ammirano.

Mescalina: Hai sempre un occhio rivolto alle tematiche sociali, mettendo in evidenza le incoerenze. Nel video di Povera me colpiscono le tele sulle quali si sfoga la protagonista, cosa rappresentano metaforicamente?

Mirkoeilcane: Sarebbe più giusto porre questa domanda a Beatrice, la bravissima regista del video. Il mio punto di vista, quello che ci vedo, è che di questi tempi, è semplice adagiarsi, appoggiarsi a concetti già fatti e finiti, visti di sfuggita o ‘per sentito dire’. Una tela già disegnata da qualcun altro in cui magari ci si ritrova talmente tanto da convincere anche se stessi di averla dipinta. Vivere la vita degli altri (dipingere un tela già dipinta) credo sia uno dei mali dei nostri tempi.

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