
Suzumi Suzuki L`ultima poesia
Leggereditore, 2024, Traduttore Chiara Pasqualini, 128 pagine, 12 euro Narrativa Straniera | Romanzo
16/08/2024 di Laura Bianchi
qui la recensione).
La giovane ha in comune con l'uomo la povertà dell'abitazione, ma non altro; tanto Hirayama persegue e raggiunge una sofferta serenità nella progressiva eliminazione dei bisogni superflui, quanto lei fuma, beve, fa tardi, per cercare di cancellare le ferite di un'esistenza difficile.
Ma, a unire le due storie, c'è una visione dolente della vita umana, che trova un riscatto nei legami con gli altri, che siano quelli di Hirayama con la nipote o quelli della protagonista del romanzo con una sex worker, morta recentemente, o, infine, con la madre gravemente malata, che la ragazza accoglie nella propria casa disadorna, e lentamente, ma inesorabilmente, inizia un percorso di riscoperta di sé, dei rapporti con lei, del passato, per farci infine pace.
Lo stile di Suzuki ènetto, crudo, realistico (non dimentichiamo che l'autrice ha lavorato per un certo periodo come attrice di video per adulti), e non disdegna di entrare in dettagli minuziosi, che dipingono con efficacia ambienti, odori, colori, coinvolgendo tutti i sensi, perfino il tatto. Il suo periodare, molto lontano da certe ampollosità occidentali, scende nel lettore quasi costringendolo a provare empatia, se non simpatia, con le fragilità della giovane, e insieme a riflettere sulle miserie umane in cui è immersa, per capire con lei che davvero l'amore è la sola risposta a tanti dubbi che ci attanagliano, quando niente sembra avere un senso, nemmeno la morte, che ci sfiora ogni giorno, facendoci sentire indifesi, eppure potenti, perché capaci di cercare - e trovare - amore e serenità, a tutti i costi.
E cos'è l'ultima poesia? È quella che ha scritto la madre nei suoi ultimi giorni:
"La porta si chiuderà di colpo!
Quando la porta si chiuderà non serviranno spiegazioni.
Come sarebbe bello se si chiudesse serenamente."
Ma è anche l'ultimo momento in cui ci siamo ricordati di essere vivi, e di amare; non è necessario essere vicini alla morte per provare un sentimento tanto assoluto e unico.
Suzumi Suzuki (1983) è un'acclamata sociologa e editorialista giapponese. Si è laureata all'Università Keio in Environmental and Information Studies per poi conseguire un master all'Università di Tokyo. Prima di diventare giornalista per la Nikkei Inc., ha lavorato come attrice di video per adulti, e la sua tesi di laurea, basata su interviste ad attrici del settore, è stata pubblicata come A Sociology of AV Actresses (2012). Tra le sue pubblicazioni: Sell Your Body, and It's Goodbye (2016); Flowers for Love and the Womb (2017); A Prostitute's Bookself (2022) e Letters of Correspondence (2021), scritto insieme alla più acclamata studiosa femminista giapponese Chizuko Ueno. Con L'ultima poesia, il suo romanzo d'esordio nominato al premio Akutagawa, debutta nel catalogo Leggereditore.
Quanti di noi hanno un'idea definita del Giappone? Cosa significa il Paese del Sol Levante per noi occidentali? Hanami, Ikigai, gentilezza, Shintoismo e zen? Sushi e saké? Suzumi Suzuki, l'autrice di L'ultima poesia, ora tradotto da Chiara Pasqualini per Leggereditore, ci offre una visione completamente diversa del Giappone, ritratto dalla propria penna acuta e disincantata nei suoi lati più controversi e oscuri, notturni e scabrosi. Attraverso la voce narrante, una ragazza di 25 anni, che lavora come escort in un sexy club, scopriamo un lato inedito della vita di Tokyo, lontanissimo da quella abitato da Hirayama, il protagonista di Perfect Days, il film di Wim Wenders (La giovane ha in comune con l'uomo la povertà dell'abitazione, ma non altro; tanto Hirayama persegue e raggiunge una sofferta serenità nella progressiva eliminazione dei bisogni superflui, quanto lei fuma, beve, fa tardi, per cercare di cancellare le ferite di un'esistenza difficile.
Ma, a unire le due storie, c'è una visione dolente della vita umana, che trova un riscatto nei legami con gli altri, che siano quelli di Hirayama con la nipote o quelli della protagonista del romanzo con una sex worker, morta recentemente, o, infine, con la madre gravemente malata, che la ragazza accoglie nella propria casa disadorna, e lentamente, ma inesorabilmente, inizia un percorso di riscoperta di sé, dei rapporti con lei, del passato, per farci infine pace.
Lo stile di Suzuki ènetto, crudo, realistico (non dimentichiamo che l'autrice ha lavorato per un certo periodo come attrice di video per adulti), e non disdegna di entrare in dettagli minuziosi, che dipingono con efficacia ambienti, odori, colori, coinvolgendo tutti i sensi, perfino il tatto. Il suo periodare, molto lontano da certe ampollosità occidentali, scende nel lettore quasi costringendolo a provare empatia, se non simpatia, con le fragilità della giovane, e insieme a riflettere sulle miserie umane in cui è immersa, per capire con lei che davvero l'amore è la sola risposta a tanti dubbi che ci attanagliano, quando niente sembra avere un senso, nemmeno la morte, che ci sfiora ogni giorno, facendoci sentire indifesi, eppure potenti, perché capaci di cercare - e trovare - amore e serenità, a tutti i costi.
E cos'è l'ultima poesia? È quella che ha scritto la madre nei suoi ultimi giorni:
"La porta si chiuderà di colpo!
Quando la porta si chiuderà non serviranno spiegazioni.
Come sarebbe bello se si chiudesse serenamente."
Ma è anche l'ultimo momento in cui ci siamo ricordati di essere vivi, e di amare; non è necessario essere vicini alla morte per provare un sentimento tanto assoluto e unico.
Suzumi Suzuki (1983) è un'acclamata sociologa e editorialista giapponese. Si è laureata all'Università Keio in Environmental and Information Studies per poi conseguire un master all'Università di Tokyo. Prima di diventare giornalista per la Nikkei Inc., ha lavorato come attrice di video per adulti, e la sua tesi di laurea, basata su interviste ad attrici del settore, è stata pubblicata come A Sociology of AV Actresses (2012). Tra le sue pubblicazioni: Sell Your Body, and It's Goodbye (2016); Flowers for Love and the Womb (2017); A Prostitute's Bookself (2022) e Letters of Correspondence (2021), scritto insieme alla più acclamata studiosa femminista giapponese Chizuko Ueno. Con L'ultima poesia, il suo romanzo d'esordio nominato al premio Akutagawa, debutta nel catalogo Leggereditore.