R. L. Stevenson - J. M. Barrie

R. L. Stevenson - J. M. Barrie Mio carissimo amico


Lorenzo de` Medici Press, 2023, trad. Priscilla Gaetani, pagg. 95, euro 15 Letteratura | Letteratura Straniera | Epistolario

18/03/2024 di Valeria Di Tano
Oggi è tutto davvero molto diverso: impulsivo e immediato,

Due persone, che scoprano di avere qualcosa in comune e di provare un'istintiva curiosità l'una per l'altra, non dovrebbero far altro che avviare una conversazione in chat su uno qualsiasi dei social disponibili: potrebbero andare avanti per ore, giorni o anni, conoscendosi fin nei più intimi dettagli, scambiandosi confidenze, foto, ricordi, riflessioni. Di fatto accade così.

A fine Ottocento, invece, a due grandi scrittori come R.L. Stevenson e J.M. Barrie, i social mancavano.

Inizia così, con un primo timido scambio di lettere dalle Isole Samoa (dove vive Stevenson) a Kirrimuir in Scozia (dove vive Barrie) una profonda corrispondenza e una solida amicizia.

Hanno dieci anni di differenza, entrambi scrittori, entrambi fieri delle loro origini scozzesi, provano entrambi una forte stima nei confronti del lavoro dell'altro (Stevenson -  l'autore geniale di classici come L'Lisola del tesoro o Il dottor Jeckyll e Mr. Hyde; Barrie -  diventato leggenda con il personaggio di Peter Pan). Le loro lettere, raccolte in Mio carissimo amico, attraversano gli oceani e tengono teso un filo sempre più robusto tra due uomini profondi, ironici, a tratti fragili, ma sempre dediti alla scrittura come a una missione di vita.

Ciò che colpisce della selezione di lettere tra i due presentata in questo libro, pubblicato da Lorenzo de' Medici Press, è la goliardia affettuosa, il desiderio concreto di conoscenza e di relazione che si tesse nonostante la distanza: anzi, a un certo punto, leggendo, si ha la sensazione quasi che i due si siano conosciuti e abbracciati e abbiamo bevuto insieme, passeggiato insieme. Il loro incontro purtroppo non accadrà mai e gli inviti a vedersi di persona che costellano tutta la loro corrispondenza, proprio come fanno due amici che si rincorrono al telefono promettendosi di trovare tempo per un caffè, saranno destinati a cadere nel vuoto.

Barrie vive in Scozia accanto alla madre, poi si sposa e si ammala; Stevenson, alle isole Samoa con tutta la sua famiglia, alterna periodi di forza ad altri di una grave malattia polmonare fino alla sua morte, poco più di due anni dopo l'inizio della sua amicizia con Barrie.

Nelle loro lettere non mancano infiniti rimandi alle rispettive opere, per le quali non si nascondono reciproche critiche e lodi, correzioni e richieste di dettagli sulle fonti di ispirazione, tanto che i loro personaggi abitano le pagine che si scrivono; allo stesso modo si crogiolano nei pettegolezzi e nelle recensioni dei racconti di altri scrittori inglesi.

Colpisce il tono sempre più intimo dei loro scambi e intenerisce rendersi conto di assistere a qualcosa di vero, umano, solido come la nascita di un'amicizia. Leggere di Stevenson e Barrie spinge a cercare i rimandi letterari di cui è pieno (compreso il racconto del club di cricket di cui Berrie fa parte, insieme a Arthur Conan Doyle, per dire).

Ma soprattutto fa venire una gran voglia di scrivere a un amico.

Ed è una gran bella cosa.