Pupi Avati

Pupi Avati La grande invenzione


Rizzoli / 2013 Letteratura Italiana | Biografie

14/07/2013 di Elena Bertoni
 

La Grande invenzione è l’ultimo libro scritto da Pupi Avati, classe 1938, uno dei più noti registi italiani, che dopo l’autobiografia “Sotto le stelle di un film” con questo lavoro  ci riporta nel suo magico mondo tra l’Emilia e Roma, per raccontarci con grande abilità narrativa la storia della sua famiglia e degli incontri con i personaggi che hanno influenzato la sua vita.

"Questa mattina, nel dormiveglia ho sentito Lucio (Dalla) che mi diceva 'ho fatto male a morire, mi sono pentito'. È a quell'ora, quando non è ancora giorno fatto, che si sentono le voci e non ci si meraviglia". E’ questo l’incipit del libro: ogni capitolo si apre infatti con un dialogo in cui Pupi immagina di parlare con un personaggio che vive nell’aldilà, e che ha avuto grande importanza nella sua esistenza.

Avati ci illustra le origini della sua famiglia, la bisnonna asolaia che emigrò in Brasile con tre figli piccoli, il nonno Carlino terribile dongiovanni, la cui figura viene raccontata nel film Il cuore Grande delle Ragazze, la zia Amabile “che vestiva i morti”, lavoro fondamentale nella cultura contadina degli anni ‘30 che attribuiva un’importanza enorme al culto dei morti per  conservare il legame con le persone care e per tenerne sempre vivo il ricordo, e una  miriade parenti che contribuiscono a formare una grande ed unita famiglia. Un posto speciale merita l’amore fortissimo che lega suo padre, ricco borghese nella Bologna degli anni 30, con i suoi bar biliardo e i suoi portici, e sua madre, donna di umili origini di Sasso Marconi, ma dotata di una grande forza d’animo che la porterà a sopportare disgrazie e tragedie.

Rimasto orfano all’età di dodici anni, per la morte del padre in un incidente stradale, proprio nella stessa curva dove morì il padre di  Giovanni Pascoli (La cavallina storna), Pupi si dimostra subito un ragazzo timido ma un po’ scapestrato che scopre ben presto di essere un grande appassionato di Jazz e di voler quindi diventare un grande musicista. Inizia così a calcare i palcoscenici e la sua carriera procede a gonfie vele fino a quando nella band entra un piccoletto che con il clarinetto ci sa veramente fare: si chiama Lucio Dalla e a quel punto per Pupi non c’è più posto. Abbandona quindi la carriera musicale, trova un impiego discretamente retribuito  presso una ditta di surgelati, si sposa. Ma ben presto si fa strada in lui la convinzione che il  il suo posto non è nella ditta dei surgelati ma bensì al cinema. I primi film sono strani, con elementi horror, ma Pupi ormai ha deciso che deve scrivere e dirigere film si trasferisce così a Roma assieme a tutta la famiglia e alla madre. E proprio la figura della madre, rimasta vedova molto presto, ma nonostante questo donna forte e positiva, è sempre presente in tutto il libro, pronta a sostenere, difendere  e incoraggiare il figlio, anzi i tratti di questa donna emergono spesso anche nei film di Avati, in particolare come ci dice lui stesso, nel film “La seconda notte di nozze”. Avati parla anche con grande tenerezza del suo rapporto con il fratello minore Antonio, sceneggiatore e produttore, che ha probabilmente sacrificato le sue velleità artistiche di attore per seguire il lavoro del fratello maggiore.

Nel libro compaiono personaggi famosi che hanno sicuramente influenzato la sua arte: Pasolini, con cui Avati collabora alla sceneggiatura di Salò, Federico Fellini, pedinato la mattina presto a Roma, Tognazzi,che trova per caso la sceneggiatura di “La mazurka del Barone della Santa e del Fico fiorone” scordata da Paolo Villaggio nella casa di Ugo a Torvajanica, il dolcissimo Nik Novecento morto troppo presto, Diego Abatuantuono, che proprio con Avati interpretò il suo primo ruolo “serio” e tantissimi altri.

Il libro è decisamente gradevole, lo stile è immediato ed efficace e Avati si rivela un bellissimo talento narrativo oltre  che cinematografico, capace di raccontare personaggi e storie in modo lieve e a volte divertente, trasportandoci  nel suo magico mondo fatto di desideri, fallimenti, sogni e poesia.