Michael Bible

Michael Bible L'ultima cosa bella sulla faccia della Terra


Adelphi, 2023, Collana Fabula, Traduzione di Martina Testa, 135 pagine, 16 euro Narrativa Straniera | Romanzo

22/09/2023 di Valeria Di Tano

Fa caldo nel sud degli Stati Uniti; l'aria è intrisa di una polvere asciutta che fa stringere gli occhi a fessure sottili: steccati appena dipinti, una chiesa bianca, una comunità raccolta, semplice, genuina. Come una puntata di Hazzard, quella con le tavole apparecchiate con tovaglie che sembrano camicie e i personaggi con camicie che sembrano tovaglie.

Ecco, in L'ultima cosa bella sulla faccia della Terra, il romanzo di Michael Bible, l'atmosfera è tutt'altro che fertile e bucolica: c'è piuttosto qualcosa di arido e amaro che spinge in fondo alla gola un miscuglio di insoddisfazione, risentimento, meschinità e debolezza.


Quell'essere senza speranze che suscita quasi tenerezza e poi rassegnazione: quella sensazione che il destino sia compiuto da una profezia mai svelata, ma che si avvera lo stesso.

La storia del romanzo, così breve che si inghiotte in un pomeriggio, prende il via da un incidente che alcuni anni prima ha scosso profondamente la cittadina di Harmony: un ragazzo intende darsi fuoco durante una funzione religiosa, ma, a causa di un gesto goffo, invece che tragicamente teatrale, lui sopravvive e muoiono 25 dei presenti raccolti in preghiera.

Ma questo non è che un fatto, e come tale avrebbe posto nella cronaca, non nella narrativa: è dunque a questo punto che la penna prodigiosa di Bible si anima, nelle storie intorno alla storia. Iggy, condannato a morte, si racconta.


E si raccontano con lui una sfilata di altri personaggi che scorrono insieme al profumo di erba appena tagliata (decidete voi quale erba), che si sciupano dietro a moralismi fasulli o ribellioni tristissime, che ci provano ad essere felici. Ci provano.

Ma ogni pagina che si sfoglia in avanti, per un attimo riporta indietro, un solo istante, a guardare negli occhi Iggy, quello del fuoco. Quello cattivo. 

Oppure.

Dentro quella piccola storia di morte, c'è il resto della vita di chi resta, del male che prova, del bene che ha imparato a volere.

L'ultima cosa bella. Poi basta.