Mcneil Legs; Mccain Gillian

Mcneil Legs; Mccain Gillian Please kill me. il punk nelle parole dei suoi protagonisti


2006 Baldini Castoldi Dalai - € 19,00 Musica

di Claudio Mariani
Legs McNeil, supportato da Gillian McCain, in qualità di inventore del termine “punk” (con la sua rivista omonima) è uno dei personaggi più indicati per riscrivere le coordinate del movimento, ritracciandone i confini, allargandoli a dismisura. La sua è un’opera che, nel suo genere, può essere definita monumentale; prendere decenni di interviste e utilizzarle per scrivere una storia che in tanti conoscono solo sommariamente, in puro stile anglosassone, non è sicuramente un’impresa da poco. Questa operazione fu effettuata quasi un decennio fa e solo ora vede la luce la (ottima) traduzione in italiano grazie alla Baldini Castaldi Dalai. Il prologo del libro è ambientato alla fine degli anni Sessanta dei Velvet Underground, di Nico, di Andy Warhol, dove certe attitudini newyorkesi anticiparono il movimento, dagli atteggiamenti equivoci, dalla dipendenza pesante dalle droghe, dalle abitudini “rock” per antonomasia, allo squallore diffuso. Ed è proprio qui che negli anni seguenti nascono gli MC5, i New York Dolls e soprattutto Iggy Pop e i suoi Stooges. Da qua i personaggi principali della storia, da Iggy ai suoi compagni i fratelli Asheton, Wayne Kramer degli Mc5, Johnny Thunders e Jerry Nolan dei New York Dolls e tutti i personaggi di contorno, produttori (Danny Fields), groupies e chi più ne ha più ne metta. I primi anni dei 70’s sono tempi di eccessi, ed è qui che nasce la rivista “Punk” anche se il movimento inglese come lo conosciamo noi non è ancora nato. Tutto ruota attorno ad alcuni locali di New York come il CBGB dove regna lo squallore a livelli massimi. Intanto muovono i primi passi i Television, Patty Smith e i Ramones, e i protagonisti divengono Tom Verlaine, Richard Hell, Dee Dee e Joey Ramone, e gli atteggiamenti di Iggy Pop e soci vengono estremizzati (Hell e Dee Dee), mentre una vena concettuale fa breccia nell’ambiente (Verlaine e Patty Smith). E’ con l’arrivo di Malcom McLaren in America che le cose cambiano: una breve esperienza da manager per i NYDolls e poi il ritorno in patria, la nascita dei Sex Pistols, che con i Dead Boys di Stiv Bators, fanno di quel movimento clandestino chiamato punk un fenomeno di massa. Allora quel termine diviene sinonimo di rabbia giovanile, di ribellione, di distruzione (attenzione, non della società ma di se stessi) e appaiono spille da balia, creste e braccialetti borchiati. Intanto il suo “inventore”, McNeil se ne dissocia, quello non è il vero punk, secondo lui il tutto si ferma con i Ramones, i primi Ramones.
Questo imprescindibile libro si fa letteralmente divorare, aneddoto dopo aneddoto, risulta difficile staccare gli occhi da esso, e le 600 e più pagine scorrono in fretta, e alla fine sembra di averla vissuta, questa grandissima saga degna di un Dostoevskij strafatto di eroina, dove si ride, ci si stupisce e dove però, alla fine, si fa i conti con le morti, in particolare quelle di Nolan, Thunders, Bators, Vicious. E le due immagini che rimangono a confutare chi ha ancora dubbi e si chiede se “ci facevano o ci erano?” sono quella di Johnny Thunders pallido cianotico che non trova più un centimetro di vena libero dai buchi su tutto il corpo, e l’esclamazione di Dee Dee Ramone che, reagendo alla morte dello stesso Thunders, dice: “spero solo di essere il prossimo”….destroy!